Enoturisti in erba? Perché non cominciare dalle vigne urbane!

È una modalità per legare i centri delle città con il territorio e anche un modo perfetto per far conoscere cultura e tradizione italiane. Da Torino a Milano, fino a Roma, ci sono eccellenti esempi di vigna urbana

05 marzo 2022 | 11:34
di Emanuele Bottiroli

Il valore dell'esperienza delle vigne urbane come strumento di promozione del turismo sostenibile in Piemonte è stato al centro di due panel organizzati in settimana al Padiglione Italia di Expo 2020 Dubai, nell'ambito del Regional Day dedicato al Piemonte. I due incontri hanno visto al centro il racconto dell'esperienza dell'Urban Vineyards Association (Uva), realtà nata nel 2018 a Torino e che ora riunisce esperienze in tutto il mondo.


L’enoturismo in… città

«Questa associazione non nasce a caso, perché in Piemonte abbiamo 46.500 ettari di vigneti con oltre 60 Doc e Docg, con una qualità incredibile di vini e vitigni che rappresentano il nostro territorio - ha detto il vicepresidente della Regione, Fabio Carosso - Queste colline sono cultura, paesaggio e rappresentano il meglio del Piemonte». Sono state raccontate nell’ambito dell’importante vetrina internazionale diverse esperienze di vigne urbane in Italia e nel mondo, ma soprattutto il loro valore in termini di attrattività turistica e di sostenibilità.


«L'enoturismo nella sua più ampia accezione è sicuramente una modalità di scoprire i territori. È un aspetto sempre più sentito dai turisti, sia da appassionati ma anche da neofiti che vogliono provare nuove emozioni. E cosa c'è di meglio di fargliele provare in una città - ha dichiarato Paola Casagrande, direttrice generale al turismo della regione - È una modalità per legare il centro con il territorio, e credo che questo sia un modo perfetto per far conoscere la nostra cultura e tradizione».


«Quando il pubblico e privato si mettono insieme e lavorano per un obiettivo, si riesce a moltiplicare le forze. È un modo per farci conoscere di più e andare nel mondo» e con l'associazione Uva «avremo moltissime occasioni di lavorare insieme», ha sottolineato la direttrice regionale, ricordando che «quest'anno, la conferenza mondiale sull'enoturismo si terrà in Italia, e l'Italia ha scelto Alba (Cn), dove a settembre tutto il mondo parlerà di enoturismo. È un settore in crescita, ma possiamo farlo conoscere solo se lavoriamo insieme».

 


Patrimoni da tutelare

In Italia esistono veri e propri angoli di paradiso che spuntano all’improvviso tra i grattacieli o le strade delle città: sono le vigne urbane, terreni che interrompono lo skyline cittadino tra un filare e l’altro, regalando scorci da cartolina.


Questi tesori sono stati riuniti tutti all’interno di Urban Vineyards Association, un’associazione che tutela e promuove i vigneti cittadini disseminati tra l’Italia e la Francia, con l’obiettivo di trasmettere messaggi di cultura, storia e turismo.


La vigna di Villa della Regina a Torino

Uno degli esempi più affascinanti d’Italia è sicuramente la vigna della Villa della Regina a Torino: il suo nome deriva dall’omonima villa che in passato fungeva da residenza estiva delle regine di Sardegna.


Solo poco più di vent’anni fa era una selva impraticabile, mentre adesso la vigna sulla Collina di Torino, nella residenza seicentesca reale inserita nell’elenco dei luoghi italiani patrimonio dell’Unesco, è un gioiello che si inserisce nel panorama del capoluogo del Piemonte.


Dopo anni di lavori, tra disboscamento e risagomatura del pendio, la vigna della Villa Regina è tornata in vita: il vitigno di Freisa è autoctono e vanta anche un 2% di Grisa, Roussa, Cari, Balaran e Neretto.


A Milano la vigna di Leonardo

A Milano c’è un’altra eccellenza tutta italiana: si tratta della vigna di Leonardo da Vinci, a due passi dal Cenacolo. Le origini di questa vigna sono antichissime: Ludovico il Moro la regalò al genio nel 1498, l’anno in cui stava ultimando uno dei suoi capolavori, l’Ultima Cena.


Il recupero della vigna di Leonardo Da Vinci è avvenuto in occasione dell’Expo del 2015, dopo anni di ricerche condotte dalla genetista Serena Imazio e dal professor Attilio Scienza. La prima vendemmia è del 2018: uva Malvasia imbottigliata in 330 decanter da collezione.


Riscoperti 20 antichi vitigni a Siena

Quando si parla di vino non può mancare la Toscana: a Siena c’è un progetto interdisciplinare che porta alla riscoperta di 20 antichi vitigni autoctoni e minori, sia in città che nei giardini e nelle aree verdi più periferiche. Grazie a Senarum Vinae, sono stati recuperati ceppi centenari.


A Roma la piccola vigna a Trinità dei Monti

Il network Urban Vineyards Association conta di ampliarsi a breve includendo altre importanti città d’Italia come Roma, dove c’è una piccola vigna a Trinità dei Monti mentre un’altra potrebbe essere impiantata nel parco del Colosseo.

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Alberto Lupini


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