Emilia Romagna: agricoltura e balneari in ginocchio. “Salvi” gli alberghi

La Regione deve fare i conti con i disastri provocati dall'alluvione che si è abbattuta sulla zona nelle ultime ore. A farne le spese soprattutto il settore agroalimentare e quello dei balneari, con perdite da miliardi di euro. Pochi i danni, invece, per le strutture ricettive, che continuano ad operare senza particolari problemi

19 maggio 2023 | 13:14
di Nicholas Reitano

Un disastro economico, sociale e ambientale. L’Emilia-Romagna (ma anche alcune zone delle Marche), a causa dell’alluvione delle ultime ore, è in ginocchio e sta vivendo giorni che, purtroppo, resteranno scolpiti nella storia regionale e nazionale. Bombe d’acqua che hanno allagato piccoli paesi, campi, strade, autostrade e spiagge e che hanno provocato frane che si collocano nel paranormale (con immagini da brividi che hanno fatto il giro dei social network). La conta dei danni non è ancora finita e, di certo, non finirà a breve, ma le autorità locali parlano di decine di miliardi di euro. A farne le spese soprattutto il settore dell’agroalimentare e quello dei balneari. Salve, invece, le strutture ricettive, che continuano ad operare con pochi problemi (accogliendo anche gli sfollati).

I punti chiave:

Gli agricoltori e gli allevatori dell'Emilia Romagna sono in ginocchio

Come vi dicevamo, i danni più grossi si sono verificati e tuttora si verificano nell’agricoltura, con oltre 5mila aziende del settore colpite duramente dal nubifragio e con circa 50mila lavoratori che ora si ritrovano a serio rischio. Serre, vivai e stalle sono sotto assedio e la conta degli animali affogati e delle decine di migliaia di ettari di vigne, kiwi, pere, mele, ortaggi e cereali è inquantificabile. Inoltre, ci sono delle difficoltà anche a garantire cibo e acqua agli animali (sopravvissuti) allevati: mancano, infatti, foraggio e acqua per abbeverarli, in particolare nelle zone con problemi di viabilità.

I danni alla ristorazione in Emilia Romagna dopo l'alluvione

Stesso discorso per la ristorazione, che in questi giorni si apprestava a riprendere l’attività della stagione estiva. Infatti, anche qui, è impossibile quantificare i danni economici per il settore, in quanto il territorio è ancora in fase di ripristino e di sgombero a causa degli allagamenti, che in più parti dell’Emilia-Romagna hanno bloccato i collegamenti. Tutta la filiera dell’agroalimentare continuerà ad avere problemi serissimi di fornitura nei prossimi mesi, dal momento che le aziende agricole contano già qualcosa come un miliardo e mezzo di perdite (ma i dati sono in costante aggiornamento).

«Seguiamo con apprensione gli eventi che stanno sconvolgendo numerose province dell’Emilia-Romagna e che hanno impatti fortissimi sul settore che Fipe rappresenta», ha commentato Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio. «Qui si tratta di attivare fin da subito aiuti materiali per superare questo drammatico momento e contributi concreti per ripartire (di nuovo): dalla sospensione dei tributi comunali sull’occupazione del suolo pubblico e al canone unico patrimoniale sui messaggi pubblicitari. Infine, un’associazione di rappresentanza degli imprenditori dell’attrattività territoriale come la nostra, non può mancare di sollecitare interventi di tutela del territorio e infrastrutture ambientali adeguate al futuro che ci aspetta a livello globale».

Per la situazione relativa a bar e ristoranti, è intervenuto poi Matteo Musacci, vicepresidente nazionale di Fipe-Confcommercio e presidente regionale della federazione dell’Emilia-Romagna: «Siamo vicini alle numerose città dell’Emilia-Romagna che stanno vivendo momenti drammatici. Intendiamo andare il prima possibile in quei territori per dare un segnale concreto di aiuto ai lavoratori e alle imprese della nostra terra, che sono l’anima di questa Regione generosa ed operosa. Migliaia di aziende hanno subito danni attualmente non quantificabili; tutti questi imprenditori devono sentire che non sono soli: Fipe-Confcommercio c’è».

Inoltre, la Federazione Italiana Cuochi (Fic), attraverso il suo Dipartimento solidarietà emergenze, ha mobilitato chef e container attrezzati a cucina per assistere le popolazioni colpite dall'alluvione. «Abbiamo dato al dipartimento della Protezione Civile la disponibilità di cuochi volontari provenienti da nove regioni italiane e pronti alla partenza immediata per l'Emilia Romagna - ha spiegato Roberto Rosati, presidente del Dipartimento - nella giornata di ieri è stata attivata la nostra squadra del Veneto, guidata da Stefano Zanatta, che oggi partirà con la colonna mobile regionale di protezione civile di Verona alla volta di Riolo Terme. A loro va tutto il nostro supporto e quello delle aziende partner della Federcuochi, che si sono rese immediatamente disponibili per donarci le derrate alimentari necessarie per preparare pasti caldi alle migliaia di sfollati provenienti dalle zone colpite dal disastro. In campo anche un team specializzato per le intolleranze ed allergie alimentari - ha concluso Rosati - perché anche in situazioni emergenziali l'attenzione alla salute è sempre la nostra priorità».

Così come Barilla che ha attivato la macchina di emergenza e solidarietà verso le aree alluvionate dell'Emilia-Romagna e che vede operanti anche gli 'Angeli' Barilla, dipendenti dell'azienda volontari della Protezione Civile, partiti con la colonna mobile d'emergenza Barilla e già operativi da due giorni nella zona di Forlì per offrire cibo, solidarietà e soccorso alle popolazioni colpite dal maltempo.

Grossi danni anche al settore balneare in Romagna dopo l'alluvione

Oltre che su tutta la filiera agroalimentare, l’alluvione si è abbattuto anche sugli oltre mille stabilimenti balneari della Riviera romagnola, dove il personale sta lavorando giorno e notte con rastrelli e trattori, per ripulire la zona costiera e per metterla a nuovo in vista della stagione estiva, che inizierà tra qualche settimana. «Si fa fatica a vedere il mare - ha confessato il presidente della Cooperativa bagnini Rimini Nord, Giorgio Mussoni. Per portare via tutto ci vogliono dai 20 ai 50 camion». La burrasca, in queste ore, infatti, ha creato dei grossi solchi tra la strada e la battigia. Mentre dal mare - oltre ai pezzi di alberi, ombrelloni e altri attrezzi da spiaggia - emergono mobili e oggetti che arrivano dalle case. Un incubo, che, però, altre zone della costa - fortunatamente - non hanno vissuto: a Cesena, per esempio, le località balneari sono salve e pronte per l’estate, così come tutti i campeggi.

Gli alberghi dell'Emilia Romagna sono salvi: pochissimi quelli in difficoltà

A differenza di filiera agroalimentare e balneari, i danni sulle strutture ricettive sono pochi: si parla, infatti, di una decina di casi in tutta la regione. Lungo la Riviera sono al massimo due gli hotel che sono in difficoltà, ma nessuno ha dovuto interrompere l’attività. Da segnalare, però, che in alcune zone di montagna qualche hotel si è ritrovato ad affrontare qualche disagio a causa delle frane. «La situazione è sotto controllo - ha commentato e confermato un albergatore della Riviera a Tag24 -, la ricettività non ha subito nessun problema. Se c’è qualche albergo che ha avuto qualche problema, lo ha avuto relativo al fatto che la cantina si è allagata. Possono essere successi questi casi ma sono pochi». A loro, poi, come confermato dal pacchetto di 30 milioni di euro consegnato dal governo, spetta l’aiuto e l’accoglienza degli sfollati che, al momento, non possono accedere alla propria abitazione.

I cambiamenti climatici bussano alla porta dell’Italia

È innegabile che le responsabilità di tutto questo siano dell’essere umano, che da anni sta abusando del luogo in cui vive. Sono conseguenze di scelte sbagliate e temi sorvolati da chiunque: dal governo ai cittadini. L’Italia, da anni ormai, si trova di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, dove l’eccezionalità degli eventi è ormai norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di maltempi violenti, precipitazioni brevi ma intense e sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture nelle campagne, che già lo scorso anno sono arrivati a circa sei miliardi di euro - nel 2023, a causa dei disastri in Emilia Romagna (siamo solo a maggio!), le previsioni sono peggiori.

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