Ecco i 10 cibi più pericolosi sugli scaffali: sono importati

In cima alla lista, stilata dalla Coldiretti, ci sono la carne di pollo dalla Polonia e gli agrumi e i peperoni alla Turchia. Proprio dalla Turchia arriva il maggior numero di cibi contaminati Tra i rischi maggiori: residui di pesticidi, salmonella e ossido di etilene. Dall'Italia la richiesta che i prodotti importati rispettino le stesse leggi

25 novembre 2022 | 09:34

I prezzi del carrello della spesa aumentano e gli italiani tagliano sulla quantità e sulla qualità del cibo. E, come se non bastasse, cresce la presenza di cibi low cost importati che fanno balzare gli allarmi alimentari. Allarmi alimentari che in Italia sono aumentati, infatti, del 31% con ben 389 notifiche inviate dal nostro Paese all’Ue. Otto su 10 di questi allarmi (cioè l’80%) hanno riguardato, appunto, cibi importati. In cima alla lista ci sono la carne di pollo dalla Polonia e gli agrumi e i peperoni alla Turchia. Proprio dalla Turchia arriva il maggior numero di cibi contaminati. Tra i rischi maggiori: residui di pesticidi, salmonella e ossido di etilene. La black list è stata stilata dalla Coldiretti sulla base dell’ultimo Rapporto Annuale della Commissione Europea sul Sistema di allerta rapido europeo (Rasff) pubblicato nel 2022, che registra gli allarmi per rischi alimentari verificati a causa di residui chimici, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti nell’Unione Europea. La lista nera è stata presentata in occasione del Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione a Villa Miani a Roma. L’obiettivo, condiviso dall’88% degli italiani, è che i prodotti importati in Italia rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europee.


Pollo polacco, agrumi e peperoni turchi i più pericolosi

E, se come dicevamo, in cima alla lista troviamo la carne di pollo low cost polacca, gli agrumi, come mandarini e pompelmi, dalla Turchia, e i peperoni sempre turchi, a seguire troviamo anche pepe nero brasiliano e semi di sesamo dall’India, di moda per le insalatone salutiste. Sono loro i prodotti alimentari più pericolosi per la salute, rilevati nella Ue, nella quale entrano per la prima volta anche le arance dall’Egitto, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati del Rapporto Rassf.

I cibi più pericolosi con provenienza e motivazione

  1. Carne di pollo (263) - Polonia - Salmonella
  2. Agrumi (173) - Turchia - Residui di pesticidi
  3. Peperoni (150) - Turchia - Residui di pesticidi
  4. Pepe nero (116) -  Brasile - Salmonella
  5. Semi di sesamo (99) - India - Ossido di etilene
  6. Agrumi (63) - Egitto - Residui di pesticidi
  7. Fichi secchi (57) - Turchia - Aflatossine
  8. Pistacchi (44) - Iran - Aflatossine
  9. Arachidi (41) - Egitto - Aflatossine
  10. Arachidi (40) - Stati Uniti - Aflatossine

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Rapporto Rassf 2022


Dalla Turchia i prodotti più contaminati

Entrando più nel particolare, in testa alla classifica dei Paesi dai quali arrivano i prodotti più contaminati c’è la Turchia, presente per ben tre volte nella top ten dei cibi più pericolosi e responsabile del 13% degli allarmi alimentari scattati in Europa. A seguire, l'India e la Polonia, imputabili per l’8% delle notifiche complessive, ma preoccupazioni vengono anche dalla Cina, che rappresenta quasi la metà delle notifiche relative ai materiali a contatto con gli alimenti, per la presenza di sostanze non autorizzate nei prodotti di plastica, come il bambù e la migrazione di ammine aromatiche, melamina, formaldeide, ecc.


Per far fronte a questo problema l’Ue ha lanciato un'azione sui materiali a contatto con gli alimenti contenenti "polvere" di bambù, venduti illegalmente nel mercato dell'Ue, che ingannano il consumatore con finti prodotti "naturali" ed "ecologici" quando in realtà sono di plastica e rappresentano un rischio per la salute, in quanto possono trasferire sostanze indesiderate al cibo.


Un’emergenza quindi che non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo ma che, per effetto della globalizzazione degli scambi e della competizione al ribasso sui prezzi, si estende anche a quelli più ricchi.


Pesticidi, Salmonella e ossido di etilene tra i maggiori rischi

I pericoli maggiori sono venuti da prodotti ortofrutticoli, in particolare peperoni, mandarini e pompelmi turchi contenenti residui di pesticidi e dalla carne di pollo polacca contaminata dalla Salmonella, ma si conferma, rispetto allo scorso anno, anche il rischio della presenza di ossido di etilene nei semi di sesamo provenienti dall’India, utilizzato tal quale nelle insalate ritenute salutistiche e come ingrediente in molti prodotti dell’industria alimentare.


Non si tratta peraltro di quantità trascurabili per l’Italia, visto che nel 2022 le importazioni di carne di pollo dalla Polonia sono più che raddoppiate (+126%) rispetto al 2021, raggiungendo la quantità di 15 milioni di chili, secondo l’analisi di Coldiretti sui dati Istat relativi ai primi otto mesi dell’anno.


Entra nella black list anche l’Egitto

Entra invece nella black list l’Egitto, sia con le arance, che presentano residui di pesticidi non autorizzati nell’Ue come il Chlorpyrifos e che pongono anche grossi problemi sull’identità territoriale, in quanto spesso vengono spacciati per prodotto nazionale, sia con le arachidi, che hanno fatto registrare un elevato contenuto delle cancerogene aflatossine.


Nella lista si confermano poi il pepe nero brasiliano contaminato da Salmonella e i fichi secchi turchi, i pistacchi iraniani e le arachidi dagli Usa per la presenza di aflatossine.

 


Il no dell’Italia all’import incontrollato

Non sorprende dunque che l’88% degli italiani voglia il divieto di ingresso nei mercati nazionali dei prodotti provenienti da paesi privi di regole sociali, di sicurezza e sanitarie analoghe a quelle italiane e della Ue, secondo l’analisi Coldiretti/Censis. Secondo la stragrande maggioranza dei cittadini è inutile imporre alle imprese italiane leggi sempre più severe se poi si consente ad imprese spregiudicate o a interi settori produttivi di altri paesi senza legislazioni analoghe di invadere il mercato italiano con prezzi stracciati, magari sfruttando il ricorso a lavoro semischiavistico o minorile o, anche, a produzioni senza rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale.


«Occorre garantire che le importazioni di prodotti da paesi terzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europee» afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza che l’Ue assicuri il principio di reciprocità nei rapporti commerciali a partire dal trattato Ue-Mercosur, che rischia di aprire le porte a prodotti che utilizzano più di 200 pesticidi non autorizzati da noi e ad aumentare la deforestazione e l’inquinamento, mettendo in ginocchio le imprese agricole europee.

 

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Credits  -  Policy  -  PARTNER  -  EURO-TOQUES | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024