È tempo di “sana” movida Proviamo un weekend responsabile

Dopo il lockdown ecco il primo fine settimana con bar e ristoranti riaperti. In molti ne approfitteranno per una serata di svago e Stoppani (Fipe) invita i locali alla severità

22 maggio 2020 | 15:32
Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) punta ancora sul senso di responsabilità del quale i locali pubblici devono dotarsi in questa fase di passaggio tra lockdown e ritorno alla normalità. Lo fa alla vigilia del primo fine settimana dopo l’apertura di bar e ristoranti, con un appello a gestori dei locali, cittadini e avventori, forze dell’ordine.


Preoccupazione per il primo weekend di apertura

«Negli ultimi giorni - sottolinea il presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani - i casi di assembramenti fuori dai locali e nelle piazze si sono prevedibilmente moltiplicati. È la dimostrazione che è rimasta la voglia di socialità e di relazioni che favoriscono poi la coesione sociale. Ma non ci possiamo permettere di perdere di vista l’obiettivo principale, quello della sicurezza sanitaria, che rimane una priorità visti i rischi tuttora presenti. Ecco perché è necessaria un’assunzione di responsabilità collettiva: dobbiamo passare da una “mala” movida, a una “sana” movida”.

«Invito dunque i titolari dei bar e dei ristoranti a far rispettare in maniera puntuale le prescrizioni previste dal Protocollo sanitario del settore, in particolare sui temi del distanziamento fisico, sia all’interno dei locali che negli spazi allestiti all’esterno - aggiunge Stoppani - e lo stesso discorso vale per l’utilizzo corretto delle mascherine e di altri dispositivi di sicurezza. Oltre che nostro dovere è anche nostro interesse favorire l’abbassamento della curva dei contagi, perché il settore è in grande difficoltà e ha bisogno per ripartire di prospettive di sicurezza ed affidabilità nei nostri presìdi. Chiedo dunque ai titolari dei pubblici esercizi diligenza, attenzione e responsabilità aggiuntive, soprattutto in questa delicata fase di ripartenza verso la normalità. Contemporaneamente si chiede un altrettanto più rigoroso presidio del territorio, soprattutto nelle aree e negli orari più sensibili, da parte dei tutori dell’ordine, a cui gli esercenti devono offrire costruttiva collaborazione».

«Gli esercenti stanno lavorando in una condizione complicatissima - conclude il presidente - con difficoltà operative, criticità economiche e comportamenti degli avventori non sempre responsabili, che siamo certi le forze dell’ordine sapranno correttamente interpretare nella loro fondamentale attività di controllo e contrasto all’illegalità».

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Alberto Lupini


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