È primavera, stagione di primizie che aiutano il sistema immunitario
Dagli asparagi del Veneto ai piselli della Puglia fino alle nespole della Sicilia. Tutti prodotti che rientrano nella Dieta mediterranea, il regime alimentare che permette al corpo di mantenersi sano , specie in un periodo in cui è bene adoperarsi per tutelare se stessi dal coronavirus. L'inverno trascorso è stato il più caldo dal 1800
21 marzo 2020 | 08:30
È ufficialmente primavera. La bella stagione è arrivata, dopo un inverno che in Italia è risultato essere il più caldo dal 1800 - è stata registrata una temperatura di 2,03°C superiore rispetto alla media di riferimento. Questo è quanto estato elaborato da un'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr. Con queste premesse, Coldiretti parla di un anticipo di maturazione lungo tutta la Penisola delle primizie di primavera, che possono aiutare gli italiani a rafforzare il sistema immunitario, mantenendolo così più efficiente contro il virus.
Le primizie orto-frutticole italiane sono infatti alla base della Dieta mediterranea, che come abbiamo scritto diverse volte in queste settimane è il regime alimentare più indicato per tenersi in forze e tutelarsi. Alcuni esempi sono le testimonianze del noto dietologo Giorgio Calabrese, del biologo nutrizionista Matteo Pincella o, ancora, del medico chirurgo Matteo Goss di Humanitas.
Ha aggiunto Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi Milano: «La miglior alimentazione per il nostro organismo, quella che più potrebbe aiutarlo ad affrontare un’infezione da coronavirus, è quella mediterranea. Consiglio di consumare alimenti ricchi di vitamina B e C, e oligominerali, come lo zinco».
Il caldo fuori stagione, riporta la Coldiretti, ha stravolto i normali cicli colturali e di conseguenza anche le offerte stagionali presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno. Per non cadere nell’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy è importante tuttavia verificare sempre l’origine nazionale delle primizie offerte in etichetta che è obbligatoria per la frutta e verdura, privilegiando gli acquisti direttamente dagli agricoltori o nei mercati di campagna Amica dove i prodotti sono anche più freschi e durano di più. Nei banchi dei mercati ci sono già in grande anticipo gli asparagi del Veneto, i piselli della Puglia e le nespole della Sicilia. Ma in abbondanza anche carciofi, fragole, fave, zucchine e tutte le erbe spontanee tipiche della primavera.
Ma l’inverno 2020 ha anche lasciato l’Italia a secco con la caduta in media del 42% di acqua in meno nel periodo con una punta del -80% nel mese di febbraio e l’allarme siccità nelle campagne. A preoccupare è infatti la situazione dei bacini idrici con il livello idrometrico del Po che è sceso al Ponte della Becca di 2,5 metri (lo stesso di metà agosto scorso). Ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi come quello di Como che ha una percentuale di riempimento del 16% e quello d’Iseo del 24%. Si aggrava, in particolare, la situazione in Puglia dove le risorse disponibili ammontano a circa 147 milioni di metri cubi: circa la metà rispetto ad un anno. In Basilicata mancano all'appello oltre il 30% delle disponibilità idriche rispetto allo stesso periodo del 2019, analogamente a quanto sta accadendo in Calabria. La situazione è a macchia di leopardo in Sicilia, secondo l’Anbi.
Se non ci sarà un profondo cambiamento a breve, con adeguate precipitazioni, mancherà in molte aziende l’acqua necessaria per la crescita primaverile delle colture. L’andamento anomalo di questo inverno conferma dunque i cambiamenti climatici in atto. È più elevata, a questo proposito, la frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio per la produzione agricola nazionale.
È arrivata la primavera, dopo l'inverno più caldo dal 1800
Le primizie orto-frutticole italiane sono infatti alla base della Dieta mediterranea, che come abbiamo scritto diverse volte in queste settimane è il regime alimentare più indicato per tenersi in forze e tutelarsi. Alcuni esempi sono le testimonianze del noto dietologo Giorgio Calabrese, del biologo nutrizionista Matteo Pincella o, ancora, del medico chirurgo Matteo Goss di Humanitas.
Ha aggiunto Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi Milano: «La miglior alimentazione per il nostro organismo, quella che più potrebbe aiutarlo ad affrontare un’infezione da coronavirus, è quella mediterranea. Consiglio di consumare alimenti ricchi di vitamina B e C, e oligominerali, come lo zinco».
Il caldo fuori stagione, riporta la Coldiretti, ha stravolto i normali cicli colturali e di conseguenza anche le offerte stagionali presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno. Per non cadere nell’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy è importante tuttavia verificare sempre l’origine nazionale delle primizie offerte in etichetta che è obbligatoria per la frutta e verdura, privilegiando gli acquisti direttamente dagli agricoltori o nei mercati di campagna Amica dove i prodotti sono anche più freschi e durano di più. Nei banchi dei mercati ci sono già in grande anticipo gli asparagi del Veneto, i piselli della Puglia e le nespole della Sicilia. Ma in abbondanza anche carciofi, fragole, fave, zucchine e tutte le erbe spontanee tipiche della primavera.
Le primizie primaverili per tutelare se stessi e il proprio organismo
Ma l’inverno 2020 ha anche lasciato l’Italia a secco con la caduta in media del 42% di acqua in meno nel periodo con una punta del -80% nel mese di febbraio e l’allarme siccità nelle campagne. A preoccupare è infatti la situazione dei bacini idrici con il livello idrometrico del Po che è sceso al Ponte della Becca di 2,5 metri (lo stesso di metà agosto scorso). Ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi come quello di Como che ha una percentuale di riempimento del 16% e quello d’Iseo del 24%. Si aggrava, in particolare, la situazione in Puglia dove le risorse disponibili ammontano a circa 147 milioni di metri cubi: circa la metà rispetto ad un anno. In Basilicata mancano all'appello oltre il 30% delle disponibilità idriche rispetto allo stesso periodo del 2019, analogamente a quanto sta accadendo in Calabria. La situazione è a macchia di leopardo in Sicilia, secondo l’Anbi.
Se non ci sarà un profondo cambiamento a breve, con adeguate precipitazioni, mancherà in molte aziende l’acqua necessaria per la crescita primaverile delle colture. L’andamento anomalo di questo inverno conferma dunque i cambiamenti climatici in atto. È più elevata, a questo proposito, la frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio per la produzione agricola nazionale.
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Alberto Lupini
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