E commerce per Longino&Cardenal Un canale di vendita inaspettato
In due settimane si è sviluppata una community da 2.200 iscritti. Prima ha acquistato le giacenze in magazzino e ora i nuovi prodotti freschi in retail. La testimonianza di Riccardo Uleri
16 aprile 2020 | 09:15
di Gabriele Ancona
Longino & Cardenal, referenze di alta gamma per la ristorazione
Oggi il coronavirus ha messo i bastoni tra le ruote a una macchina che conta oltre 1.800 referenze premium in 12 categorie, un portafoglio di circa 4.500 clienti solo in Italia, che contempla l’80% dei ristoranti stellati e la presenza diretta sui mercati di Hong Kong, Dubai e New York. Un catalogo top che vede sfilare carni, uova, salumi, salse, prodotti ittici, sale marino, spezie, pasta, pane, legumi, fiori, frutta, verdura, Champagne e vodka.
«Al 9 marzo – racconta Riccardo Uleri, amministratore delegato dell’azienda di Pogliano Milanese – avevamo il magazzino pieno di merce fresca, ma era sparito il mercato e anche il ristoratore, pur a fronte di sconti incoraggianti, non avrebbe saputo a chi venderla. Noi lavoriamo per il 90% con ristoranti e alberghi e le boutique private nostre clienti non potevano alleggerirci più di tanto». Quindi? «Quindi ci siamo dovuti ingegnare – continua Uleri – Ho attivato i contatti personali via wahtsapp, sollecitando il passaparola, per collocare il più possibile il fresco. In linea di massima siamo riusciti a tappare la falla e a smaltire il frigo».
Riccardo Uleri
La nuova dinamica ha preso però una deriva inaspettata e Uleri ha incominciato a ricevere sul cellulare le foto delle ricette elaborate a casa. Una risposta gratificante e incoraggiante. A tal punto che ha chiesto allo chef di Longino Giorgio Guglielmetti di rispondere sul web con una ricetta al giorno con i prodotti disponibili in azienda.
«In due settimane la nostra community ha raggiunto quota 2.200 iscritti che, un passo alla volta, ha prima acquistato le giacenze in magazzino e ora anche nuovi prodotti freschi in formato retail. Devo ringraziare i nostri fornitori che ci stanno venendo incontro. Abbiamo cominciato a ordinare carne inglese e spagnola, formaggi, baccalà, prodotti freschi da consegnare per il consumo domestico. Si è aperto un nuovo canale di vendita, l’e commerce, che ci aiuta a compensare il blocco della ristorazione».
L’Horeca non può però rimanere chiuso troppo a lungo. I ristoranti non possono reggere all’infinito con solo il flusso delle spese fisse. «Certo – commenta Riccardo Uleri – Il problema non è finanziario, ma economico. La Stato dovrebbe venire incontro alla filiera più colpita, quella dell’accoglienza, con un aiuto a fondo perduto, ipotizziamo il 10%, sul differenziale tra il fatturato 2019 e il 2020, fatturato che rispetto all’anno precedente sarà per tutti poco più della metà. E poi la riapertura andrà impostata in sicurezza, con regole chiare, manifeste, tranquillizzanti. La clientela dovrà andare al ristorante con il solo pensiero di godersi le proposte del menu».
Per informazioni: www.longino.it
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