Due giorni prima di Natale, una cabina di regia: lo sgambetto di Draghi al turismo

Il 23 dicembre sono previste ulteriori misure anti-Covid e così i turisti procedono con le disdette. Albergatori e tour operator lanciano la protesta e scrivono al Governo

21 dicembre 2021 | 18:37

La cabina di regia convocata dal premier Mario Draghi per giovedì 23 dicembre non piace a nessuno, tanto meno al mondo del turismo. Minacciare ulteriori restrizioni a due giorni dal Natale significa togliere la gran voglia di viaggiare agli italiani. Le stime di Demoskopika hanno parlato di 8 milioni di turisti che hanno già rinunciato alle vacanze prenotate proprio a causa degli allarmi.

Una situazione drammatica quella di Natale e Capodanno, caratterizzata da una frenata delle prenotazioni che sta colpendo in particolar modo le città d’arte - con realtà che quest’anno hanno registrato perdite di fatturato fino al 70% e in molti casi addirittura dell’80% - soprattutto a causa della quasi totale assenza del turismo internazionale.

Un po’ meglio andrà la montagna grazie anche agli impianti di risalita che hanno lavorato per garantire la sicurezza. Una meta, questa, scelta da quella porzione di turismo domestico che al momento non si è fatta scoraggiare dalle incertezze derivanti dalla variante Omicron e dagli eventuali provvedimenti che il Governo adotterà per le prossime vacanze.

 

La posizione di Confindustria alberghi

«Il Decreto pre-vigilia - dichiara Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi - sta innescando il blocco delle vacanze di Natale e una reazione di incertezza che spinge molti clienti a disdire il soggiorno presso le nostre strutture. L’ennesimo duro colpo che ci apprestiamo ad incassare senza poter minimamente contare su aiuti mirati da parte dello Stato. Sono molti mesi che segnaliamo le difficoltà del settore, abbiamo scritto al Governo ma siamo arrivati a ridosso del Natale senza che nulla sia stato disposto a riguardo».

«Le imprese, la settimana scorsa - prosegue la presidente - hanno sostenuto il pagamento dell’Imu senza poter contare su alcuna riduzione e molte aziende con ricavi vicini allo zero, sono state costrette a chiedere un ulteriore sostegno alle banche o addirittura nella impossibilità di pagare visto che negli ultimi 24 mesi il ricorso al credito è stato l’unico modo per sopravvivere. Per non parlare dei canoni di locazione che gravano sugli immobili per i quali abbiamo ripetutamente chiesto l’estensione del bonus affitti fermo di fatto a luglio scorso. A tutto ciò si va ad aggiungere un’ulteriore preoccupazione dovuta al mancato rinnovo della cassa covid in scadenza il 31 dicembre prossimo che non verrà rifinanziata mettendo così a rischio l’attività lavorativa di chi vive di turismo. Pur comprendendo che i provvedimenti saranno a favore del contenimento del virus, ricordo che il settore è allo stremo da quasi due anni e che è necessario un sostegno per garantire la continuità delle attività alberghiere».

 

L'ennesimo allarme delle agenzie di viaggio

Chi continua a soffrire più di tutti però sono le agenzie di viaggio che tornano a chiedere aiuti: «Solo relativamente alle Agenzie di viaggio e Tour Operator, in assenza di urgenti interventi economici e finanziari si stimano chiusure pari ad oltre il 50% delle imprese attive e la perdita di oltre 40mila posti di lavoro».

Sono i numeri allarmanti contenuti in una lettera-appello congiunta inviata al Premier Mario Draghi e ai Ministri Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, Andrea Orlando e Massimo Garavaglia da Fto - Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio, Aidit Federturismo Confindustria, Astoi Confindustria Viaggi, Assoviaggi Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi Conflavoro.

 

 

Le sigle chiedono di convocare urgentemente “un tavolo di confronto interministeriale, da istituirsi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri”, prosegue la missiva, per “poter illustrare al meglio le proposte avanzate”a e “individuare soluzioni idonee a scongiurare la chiusura di migliaia di aziende italiane ed i conseguenti licenziamenti della stragrande maggioranza del personale in forza”.

La situazione di estrema difficoltà in cui versa il settore, dopo due anni di blocco pressoché totale, è ben fotografata da un dato: il Turismo Organizzato “nel 2019 generava un volume d’affari di circa 13,3 miliardi di euro, ha registrato nel 2020 una perdita pari a circa il 70% del fatturato, mentre si stima che la chiusura dell’anno in corso condurrà ad una perdita di oltre l’80% del fatturato”, si legge nella lettera.

Il tavolo interministeriale viene considerato dalle associazioni indispensabile per individuare le apposite misure che consentano di superare questo nuovo blocco ai viaggi internazionali, in entrata e in uscita, causato dalle ulteriori misure restrittive introdotte a seguito della nuova variante Omicron. Le associazioni si aspettano che il Premier Draghi, che ha sempre messo il turismo tra le priorità del nostro Paese, non sia sordo a questo ultimo drammatico appello e valuti con la doverosa attenzione la situazione, attivandosi rapidamente per la concessione dei necessari aiuti economici e per la proroga della cassa in deroga, misure indispensabili per la stessa sopravvivenza delle imprese.

 

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Alberto Lupini


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