Droni, la Lombardia prima in Italia ad usarli per gli ulivi

A Desenzano (Bs), in riva al lago di Garda, la prova in campo e l'avvio della sperimentazione con le relative autorizzazioni, poiché non è ancora ufficialmente consentito l'uso dei droni

06 agosto 2022 | 09:56
di Renato Andreolassi

Dalle viti agli olivi e, in futuro, anche il riso. La Lombardia, prima in Italia, ha deciso di avviare un progetto pilota con l'utilizzo dei droni a difesa degli ulivi. A Desenzano (Bs), in riva al lago di Garda, la prova in campo e l'avvio della sperimentazione con le relative autorizzazioni, poiché non è ancora ufficialmente consentito l'uso dei droni.


La grande utilità del drone

«È la nostra visione - ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura Fabio Rolfi - della sostenibilità ambientale ed economica per una vera innovazione nel mondo agricolo. Vogliamo cogliere tutte le opportunità che la tecnologia più avanzata ci offre, per uno sviluppo sempre più di qualità delle attività rurali, soprattutto là dove sono “eroiche” come in collina e in montagna».


Il drone, dopo approfondita mappatura, può essere utile anzitutto per effettuare trattamenti fitosanitari in tempi rapidissimi: in 6 minuti si possono “lavorare” 3mila metri quadrati, finanche 10 ettari all'ora. «Notevole quindi il risparmio di tempo e denaro - ha sottolineato il presidente di Aipo Lombardia Silvano Zanelli - grazie a una distribuzione rapida e sicura dei prodotti fitosanitari, individuando subito le zone e le piante da trattare. È una tecnologia che offre prospettive molto interessanti per il nostro settore dopo quattro anni di “magra” a causa soprattutto da insetti alieni e malattie varie».


Ottimisti i produttori dell’olio

E appunto sulla prossima campagna di raccolta si è dimostrato ottimista uno dei principali produttori di oli di qualità in Lombardia in quel di Puegnago (Bs), Gianfranco Comincioli. «Dopo lo zero totale del 2020 praticamente su tutti e tre i laghi - ha chiarito con un mezzo sorriso - se il tempo tiene, a ottobre e novembre raccoglieremo un 30% in meno rispetto ai migliori anni passati. Sarà però un olio di altissima qualità, ricco di polifenoli. Le condizioni sanitarie delle olive sono buone un po’ ovunque, non ci sono malattie particolari, e grazie anche alla campagna di prevenzione fitosanitaria della Regione, siamo riusciti a sconfiggere le cimici che infestavano i nostri uliveti, spesso secolari. Dovremmo insomma, il condizionale è d'obbligo, tornare a produrre qualitativamente e quantitativamente, del buon olio».

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Alberto Lupini


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