Dopo Roma anche Firenze vuole mettere in regola gli affitti brevi

Dopo che qualche giorno fa AirBnb ha versato 70mila euro al Comune di tasse di soggiorno non pagate, Firenze chiede di stilare delle norme ad hoc per gestire un fenomeno che rischia di svuotare i centri storici

22 aprile 2022 | 17:28

È di pochi giorni fa la notizia che il Comune di Roma ha ricevuto da AirBnb 70mila euro di tasse di soggiorno non pagate, a seguito di un ricorso che lo stesso Comune aveva presentato all’inizio dell’anno alla Corte dei Conti. La volontà del sindaco e della Giunta è di fare chiarezza nel settore degli affitti brevi. Sulla stessa traccia ora si sta muovendo il Comune di Firenze, con il sindaco Dario Nardella che in una lettera aperta ha chiesto al Governo di stabilire delle norme per gestire un fenomeno che altrimenti rischia di svuotare i centri storici. In una nota congiunta Federalberghi Toscana e Confcommercio si augurano che presto venga varata una legge ad hoc per salvare non solo le città d'arte ma tutti i centri storici. Da tempo è pure in atto una contesa tra albergatori e aziende che si occupano di affitti brevi come AirBnb. I primi, infatti, si sentono discriminati e vorrebbero che si mettesse un po' di ordine nel sistema. Il Registro delle strutture ricettive, varato nel 2021, è stato un passo avanti, anche per contrastare la piaga dell'abusivismo e del lavoro in nero, ma non è stato giudicato sufficiente. Gli albergatori chiedono trasparenza ed equità al fine di ridistribuire il carico fiscale, a loro dire sproporzionato

Dopo Roma anche Firenze vuole disciplinare le locazioni turistiche

Con l’avvento delle piattaforme di prenotazione on line, le locazioni turistiche sono esplose un po’ ovunque. Emblematico il caso di Roma. Nel 2020 gli uffici comunali  avevano firmato un accordo con AirBnb. L'intesa prevedeva la raccolta tra i turisti della tassa di soggiorno (la stima pre Covid era di 20 milioni di euro l'anno) e la comunicazione al Comune dei dati sulle locazioni (numero di presenze e pernottamenti). Questi dati non sono però mai arrivati al Comune. Il risultato è che Roma ha poi ricevuto 5,9 milioni di tasse di soggiorno da AirBnb, ma non sapeva a cosa facessero riferimento quei soldi. Si è quindi arrivati alle carte bollate e alla vittoria, almeno parziale, dell'amministrazione comunale. Airbnb ha infatti ammesso un errore nei calcoli sui precedenti versamenti e ha quindi inviato ulteriori 70mila euro nelle casse del Comune capitolino. Gli uffici comunali però hanno già annunciato che a loro volta faranno gli adeguati accertamenti per verificare che tutte le tasse di soggiorno siano state effettivamente pagate.

Ma non solo; l’assessore al Turismo capitolino Alessandro Onorato sta valutando, in accordo con la Regione, di bloccare nuove autorizzazioni in centro di strutture extra alberghiere. Secondo i dati forniti dall'assessorato, solo su Airbnb si trovano a oggi 22mila affitti esclusivamente nel centro storico di Roma. Per l'assessore «il turismo a Roma non deve essere più casuale». In assenza di controlli, il fenomeno degli affitti brevi ha infatti provocato lo svuotamento delle città da parte della popolazione residente e portato anche a fenomeni come quello dell'abusivismo.

Per questo ora anche Firenze vuole mettere ordine nel sistema degli affitti brevi in città, perché il rischio che sta correndo è lo stesso di Roma, lo svuotamento del suo centro storico. Il sindaco Dario Nardella tramite una lettera aperta auspica che venga redatta al più presto una legge per salvare i centri storici dal fenomeno delle case affittate ai turisti. 

Rispetto alle altre regioni italiane, la Toscana ha addirittura il più alto numero di annunci di privati che si rivolgono ai turisti. Firenze è quindi solo l’epicentro di un fenomeno diffuso ovunque, perfino nei piccoli borghi.

 

La richiesta: «Serve una legge per salvare i centri storici»

«Ben vengano norme di carattere urbanistico che possano aiutare tutti i Comuni toscani, non solo quello di Firenze, a gestire il fenomeno delle attività ricettive svolte nelle civili abitazioni», hanno scritto in una nota congiunta il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni e il presidente di Federalberghi Toscana (Confcommercio) Daniele Barbetti commentando la lettera aperta del sindaco di Firenze Dario Nardella, che auspica una legge salva centri storici per gestire il fenomeno delle case affittate ai turisti.

Secondo Federalberghi e Confcommercio Toscana, sono quindi necessarie norme urbanistiche che aiutino le amministrazioni comunali a disciplinare il fenomeno e a realizzare politiche abitative per riportare i residenti nel cuore delle città storiche. «Lo spopolamento - precisano - non sempre è dovuto alla gentrificazione turistica, ma anche alla mancanza di servizi che sono indispensabili per il vivere quotidiano. Le politiche dell’abitare gli spazi cittadini dovrebbero essere al centro delle politiche di rigenerazione urbana. La pandemia ci ha insegnato che le città devono poter vivere anche senza la presenza di turisti e che la sostenibilità ambientale e sociale non si può raggiungere senza governare in alcun modo la capacità di carico delle città».

L’appello: «Bisogna disciplinare le locazioni turistiche»

Federalberghi e Confcommercio hanno colto la palla al balzo per chiedere al Governo di disciplinare il sistema degli affitti brevi. Il Registro delle strutture ricettive, varato nel 2021, è stato un passo avanti, anche per contrastare la piaga dell'abusivismo e del lavoro in nero, ma non è stato giudicato sufficiente.

«Serve una disciplina specifica per le locazioni turistiche, che vanno distinte in modo chiaro dalle altre forme di ricettività. Adesso a regolarle ci pensa solo il Codice civile, che stabilisce che chiunque possa affittare la propria abitazione ed è lecito - hanno ripreso Marinoni e Barbetti - Ma se lo fa solo per una notte o poco più, entra in concorrenza sleale con alberghi e altre strutture ricettive, che hanno un quadro di riferimento diverso, quello delle imprese, con aggravio di costi e oneri. Occorre almeno una norma che stabilisca il numero minimo di notti in modo da differenziare le locazioni dalle altre attività. È ormai di tutta evidenza che affittare un appartamento per una singola notte non sia un’attività locativa, bensì un’attività ricettiva a tutti gli effetti, continuare con l'attuale quadro normativo significa incrementare la rendita immobiliare, l'abusivismo nel settore ricettivo senza contribuire in alcun modo a creare nuovi posti di lavoro».

Per Confcommercio e Federalberghi non individuare norme adeguate a distinguere nettamente l’attività di locazione dalle attività ricettive è solo un favore che si fa alle grandi multinazionali del Web, che fanno profitti in Italia grazie alla bellezza delle nostre città e dei nostri paesaggi senza però pagare le dovute imposte allo Stato Italiano. È quindi innegabile che l’iniziativa di legge del Sindaco Nardella sia condivisibile nel fine, ma serve di più: serve un intervento dello Stato diretto alla disciplina del fenomeno della locazione e serve che gli strumenti urbanistici non siano pensati solo per Firenze ma applicabili in tutti i Comuni della Toscana. Se i centri storici tornano a popolarsi di residenti, ne beneficiano anche il turismo e le sue imprese perché chi viene nelle nostre città vuole questo: immergersi nella vita reale, assaporarne l’autenticità».

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Alberto Lupini


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