È la ristorazione a trainare la ripresa dei consumi: +18% a settembre 2021 rispetto a settembre 2020. A confermarlo è l’Osservatorio permanente di Confimprese-EY secondo cui prosegue la fase di assestamento dei consumi (+1% a livello generale rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) sebbene si registri un ritardo di 11 punti percentuali rispetto ai livelli pre-pandemia (settembre 2019).
L'onda lunga dell'estate aiuta ma non basta
L’onda lunga della ripresa estiva continua anche a settembre dunque. Il progressivo dell’anno in corso, infatti, mette a segno un +7% (rispetto allo stesso periodo del 2020) considerate tutte le tre macro-categorie del Food&Beverage, del segmento Abbigliamento e accessori e dell’Altro non food - che, tuttavia, non basta a ritornare sui livelli pre-Covid. «La lettura dei dati di settembre 2021 conferma la lenta ma progressiva ripresa dei consumi. Nel caso in cui il trend degli ultimi quattro mesi dovesse essere confermato anche nel quarto trimestre si potrebbe ipotizzare per il totale anno una crescita sul 2020 intorno al 15% accompagnata, però, da un calo rispetto al 2019 stimabile tra -20 e -25%, segno che i tempi non sono ancora maturi per tornare a una situazione di reale equilibrio», ha affermato Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese.
Rispetto al 2020 è il non-food a trainare la crescita
Come detto, a trainare la ripresa è il comparto della ristorazione. Complice un meteo favorevole, l’assimilazione dell’utilizzo del green pass, l’ampliamento dei dehors e degli spazi all’aperto nonché la voglia di socializzazione dei clienti, bar e ristoranti hanno saputo capitalizzare i progressivi allentamenti delle restrizioni anti-contagio iniziate ad aprile e culminate durante le vacanze estive. In negativo, invece, restano abbigliamento e accessori (-5% rispetto a settembre 2020) e il non-food (-8%). Per quanto riguarda il progressivo da inizio anno ad oggi, però, è proprio il non-food a presentare la maggiore crescita: +17% rispetto ai primi 9 mesi di settembre 2020. Al secondo posto la ristorazione (+9%). Sul gradino più basso del podio il non-food (+3%).
A settembre il pareggio con il 2019 è lontano 29 punti percentuali
Numeri positivi che, tuttavia non riescono ancora a mettere a fuoco il pareggio con il 2019. Per quanto riguarda il progressivo anno 2021 vs. 2019 si registrano cali per la ristorazione del -38% e abbigliamento e accessori del -32%, mentre il non food registra un trend in flessione più limitato a -4%, per un totale mercato di -29%.
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Travel, primo passo in territorio positivo: +0,3%
Per quanto riguarda l’analisi per canali di vendita, i trend peggiori vedono protagonisti centri commerciali e outlet che, se da un lato guadagnano due punti percentuali rispetto ad agosto, dall’altro chiudono comunque in negativo -7% rispetto a settembre 2020. Retrocedono anche le vie dello shopping (-1% rispetto ad agosto e -5% su settembre 2020). Discorso a parte merita il canale travel che finalmente a settembre riesce a fare un piccolo passo in territorio positivo: +0,3% rispetto a settembre 2020. Su quest’ultimo dato va sicuramente considerato l’andamento dell’epidemia che, a settembre dell’anno scorso, già dava i primi segni di ritorno mentre ora, grazie alla campagna vaccinale, permette una maggiore serenità quando si parla di viaggio e, soprattutto, spese durante il viaggio.
Centro e Sud capitalizzano sull'estate. Al Nord soffre la periferia
Analizzando l’andamento per aree geografiche, nel mese di settembre Centro (+4% su settembre 2020) e Sud (+2%) riescono a capitalizzare i flussi turistici che, invece, complice la crisi delle città d’arte e il minor raggio d’azione del settore business (come dimostrano le ancora scarse presenze straniere, soprattutto extra-Ue, alle fiere) pesano su Nord Ovest (-0,5%) e Nord Est (-0,4%). «Dal nostro osservatorio si rileva un mese di settembre stabile che indica come la ripresa stia procedendo anche in modo diverso tra le zone del Paese. Notiamo che Milano cresce di un terzo e le città d’arte, come Roma e Firenze, sono in forte recupero mentre le altre grandi città mostrano un ristagno. Significativa la continua crescita della ristorazione con +18%, segno che c’è la volontà di tornare a condividere momenti conviviali, e del calo di vendite in tutti i format distributivi con esclusione dei negozi posizionati in periferia delle aree metropolitane e nei centri più piccoli con un +13%», ha commentato Stefano Vittucci, consumer products and retail sector leader di EY in Italia.
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Alberto Lupini
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