Dopo l'Italia, tocca alla Spagna? Un aumento di casi "fuori controllo"

Nella Penisola Iberica si sta vivendo una fase della diffusione del virus che l'Italia ha già superato, ma che rispetto a Francia e Germania pare stia degenerando più velocemente. Chiusi tutti i ristoranti

18 marzo 2020 | 15:55
La classificazione dell'Italia in queste settimane pare quasi un ossimoro: si oscilla da "epicentro del contagio mondiale" (la "fake news" mediatica diffusa dalla mappa della Cnn) a "Paese che più di tutti ha preso sul serio la salute dei suoi cittadini". Come la si voglia mettere, l'Italia ad oggi è il secondo Paese con più contagi al mondo (preceduto solo dalla Cina).


Anche in Spagna, l'hashtag Io resto a casa 

Tuttavia, insieme con gli altri Paesi Ue che la seguono a ruota in questa triste tendenza, indietro di qualche settimana, registrando aumenti di casi e di decessi, la tendenza sembra essere lineare e non esponenziale. Di aumenti ben più rilevanti (e preoccupanti) è oggi oggetto un altro Paese Ue: la Spagna. In pochi giorni (dati aggiornati a ieri) è divenuto il secondo Paese europeo per numero di contagi e quarto su scala mondiale (dopo Cina, Italia e Iran)... Un aumento che registra dati allarmanti, tanto da rendere la Spagna il possibile futuro epicentro del virus in Europa

Stiamo parlando di uno Stato che, alle prime decine di casi registrati ha commentato: «Non siamo pronti. Serviranno dai due ai cinque mesi per uscire dall'emergenza». Lungimirante il Governo spagnolo, con questo commento, che ha anticipato un balzo di casi da record: dopo un un paio di settimane i casi sono quasi 12mila (tra cui la stessa moglie del Premier Sanchez, Begona Go'mez).

Gli incrementi (seppure la diffusione del virus si sia registrata in Spagna in ritardo rispetto all'Italia) parlano già di pià di 2mila casi al giorno, numeri che noi abbiamo raggiunto solo negli ultimi giorni.


Limitati i spostamenti, attività commerciali chiuse, inclusi i ristoranti di tutto il Paese

Naturalmente il Governo, causa la situazione e forte dell'esempio italiano, non ha potuto far altro che adottare le misure già prese dai decreti firmati dal premier italiano Giuseppe Conte (così come stanno facendo gli altri Stati europei, in primis la Francia, che ricordiamo però ha un numero minore di contagi rispetto alla Spagna, nonostante la diffusione del coronavirus sia stata dichiarata precedentemente). 

Pedro Sanchez ha parlato giorni fa di un «momento di responsabilità e disciplina sociale. È necessario proteggere le persone, proteggendo noi stessi». Dopo aver dichiarato lo stato di emergenza, il premier spagnolo ha vietato ogni spostamento se non per acquistare prodotti alimentari o farmaceutici, disponendo di conseguenza la chiusura di «tutte le attività commerciali, ad eccezione delle necessità di base». Misure anche in questo caso in vigore per 15 giorni, ma che potranno essere (e quasi sicuramente saranno) prorogate. 

Tra le misure prese in seguito, c'è la decisione di chiudere le frontiere (come nel resto d'Europa) e di potenziare la presenza dell'esercito sul territorio nazionale: si parla di 1.100 militari dispiegati in 13 province (una decisione del 16 marzo, potenziamento rispetto alla misura presa il giorno precedente, che prevedeva 350 militari in 7 province). 


Pedro Sanchez

È un po' come se in Spagna tutto corresse più velocemente, dai contagi alle misure per limitare la diffusione del virus. Non stupisce chiaramente questa urgenza: solo oggi sono stati registrati 20 morti causa coronavirus in una casa di riposo a Madrid, la provincia più colpita.  

In questo quadro di preoccupante declino, l'Italia, il Paese più in difficoltà ma che si è dimostrato il più scrupoloso sulla crisi coronavirus (tanto che, come detto, è imitato nelle sue decisioni da tutto il mondo, Usa compresi), "si è recata" proprio in Spagna con un bus, per prelevare i suoi cittadini e farli rientrare in patria. L'iniziativa ha visto protagonista l'ex Ministro Gian Marco Centinaio

Per dare, giustamente, una panoramica della situazione generale europea, questi i numeri dei casi (compresi guariti e decessi) dei primi dieci Paesi colpiti da coronavirus a stamattina:
  • Italia - 31.506
  • Spagna - 11.178 (aggiornamento dopo pranzo a 11.800)
  • Francia - 7.730
  • Germania - 7.156
  • Regno Unito - 1950
  • Paesi Bassi - 1.705
  • Austria - 1.332
  • Norvegia  - 1.308
  • Belgio - 1.243
  • Svezia - 1.167

Come si evince da questi numeri, la Spagna - seppur la diffusione di coronavirus sia arrivata postuma rispetto a Germania e Francia, anche se di poco - registra uno stacco dagli altri due Paesi Ue di più di 4mila unità.

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Alberto Lupini


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