Dop e Igp valgono 16 miliardi Ma ora pesa l’incognita del virus

Il Rapporto 2019 Ismea Qualivita, presentato a Roma, ha fotografato un settore in salute, ma c’è incertezza sulla tenuta della crescita, specialmente per quel che riguarda l’export

05 marzo 2020 | 12:13
di Vincenzo D’Antonio
Il comparto Food Dop e Igp e il vino IG vola alto nell'export, ma per la prima volta, alla presentazione del 17° Rapporto Ismea-Qualivita, all'Hotel Quirinale di Roma, la preoccupazione per un futuro di cui non si può prevedere l'evoluzione ha offuscato la consueta soddisfazione per l'affermazione del nostro agroalimentare nei mercati esteri. E per la prima volta la presentazione del Rapporto è avvenuto a porte chiuse, senza pubblico, anche se i rappresentanti delle associazioni e i relatori erano a disposizione della stampa per domande e interviste, anche a una distanza molto più breve di quella consigliata dal ministero della Salute (almeno un metro) per aggirare il micidiale virus in agguato nel respiro.

L'export delle Dop italiane è pari a 9 miliardi

«Questo nostro 17° rapporto è necessariamente positivo perché fotografiamo l'anno precedente – spiega Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita – Ma per il prossimo futuro io nutro una certa speranza perché questo mondo, l'agroalimentare di qualità, è legato ad un ambiente sano, alla sicurezza, ad un turismo esperienziale. Sono tutti elementi utili anche per la rinascita e per il rilancio dell'Italia in una chiave anche nuova, e nella situazione attuale è il messaggio giusto da dare».

Mauro Rosati

Un pensiero condiviso dal presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi: «Fortunatamente i nostri prodotti vanno bene, oggi giorno migliora l'interesse e le nostre attività sono soddisfacenti. Il rapporto si riferisce al periodo precedente di questa situazione di allarme nuova in cui ci troviamo. Il rischio è molto alto perché dobbiamo considerare che quando usciamo dai confini nazionali la parte più importante del nostro export è sul canale della ristorazione, dell'hotellerie e dell'accoglienza. Quindi non è nel canale retail o il supermercato e questo blocco mondiale del movimento delle persone, del mondo degli affari e del turismo creerà delle difficoltà enormi. Il primo segnale lo abbiamo avuto dalla Cina e dai Paesi limitrofi, come Indonesia, Singapore che hanno assistito al blocco del movimento delle persone due mesi prima che questo succedesse in Italia. E già da là, in quelle aree, le difficoltà dal punto di vista dell'export per i settori più attivi si sono fatte sentire».

Nicola Cesare Baldrighi

Il Rapporto esamina lo scenario e rivela numeri di grande interesse. Innanzitutto, parliamo di una Dop Economy che oramai già vale più di 16 miliardi di euro, con un incremento del 6% 2018 su 2017, ovvero di un miliardo circa di euro del valore alla produzione in un solo anno. Da sole le Dop, le Igp e le Stg, per un totale di 824 prodotti, valgono un quinto dell’agroalimentare nazionale. Grande interesse desta la quota export che per la prima volta va oltre i 9 miliardi di euro.

«È un momento particolarmente complesso e dal punto di vista delle Indicazioni Geografiche quello che era un punto di forze fino a ieri potrebbe diventare un punto di debolezza - dice Fabio Del Bravo di Ismea - È un settore ancora in espansione soprattutto in termini numerici. La difesa attraverso le indicazioni geografiche è ancora ritenuto uno strumento interessante dai territori e non solo italiani. Anche in altri Paesi che non sono solo i 5 del Mediterraneo sta aumentando il numero dei riconoscimenti».

Fabio Del Bravo

Considerando il solo comparto Food, vengono superati i 7 miliardi di euro alla produzione (+4% circa 2018 su 2017) e l’export vede triplicare il suo valore in 10 anni (2018 su 2008). I mercati principali si confermano essere Germania, Usa e Francia. Il valore al consumo dell’anno 2018 è pari a circa 14 miliardi di euro, in linea con l’anno 2017. Il comparto del vino sfiora i 9 miliardi di euro di valore dell’imbottigliato, con un export che supera i 5miliardi di euro (+3,5% 2018 su 2017).

Parliamo nel complesso di 182.705 imprese e di 285 Consorzi di tutela. Approcciamo un ulteriore livello di analisi per rendere maggiormente fruibili i dati. Il comparto wine registra in un anno un incremento del circa l’8% del valore alla produzione dell’imbottigliato, mentre la tendenza del Food è del 4% circa del valore alla produzione. Ne consegue un incremento complessivo del 6% del valore alla produzione.

I circa 9 miliardi di euro derivanti dall’export (incremento del 2,5% 2018 su 2017) scaturiscono per 5,4miliardi dal wine e per 3,6 miliardi dal Food. In termini di diffusione territoriale della Dop Economy, il Rapporto mostra come tutte le province beneficiano di una ricaduta economica generata dalle filiere agroalimentari e vitivinicole. In particolare, le prime quattro regioni per impatto economico concentrano il 65% del valore alla produzione e, dato di grande interesse, le prime cinque province superano da sole il 50% del valore complessivo generato a livello nazionale dalla Dop Economy.

In termini di valore alla produzione dei prodotti Food sul podio troviamo al primo posto il Parmigiano Reggiano Dop con 1.434 milioni di euro, al secondo posto il Grana Padano Dop con 1,277 milioni di euro, ed al terzo posto il Prosciutto di Parma Dop con 824milioni di euro. Ma, facciamo attenzione, mentre il risultato conseguito dal Parmigiano Reggiano Dop è frutto di un incremento del quasi il 7% sull’anno precedente, i risultati conseguiti da Grana Padano Dop e Prosciutto di Parma Dop sono a fronte di decrementi, lievi quanto si voglia (circa -1% il Grana Padano Dop e il -3% il Prosciutto di Parma Dop) ma pur sempre atti a far scattare segnali di allarme.

Invece in termini di best performance, ovvero dei maggiori incrementi per valore alla produzione 2018 su 2017, sul podio ci sono al primo posto la Pasta di Gragnano Igp (+62% circa – 186 milioni nel 2018 e 115 milioni nel 2017), al secondo posto il Pecorino Romano Dop (+50% circa – 234 milioni nel 2018 e 155 milioni nel 2017) ed al terzo posto la Mela Alto Adige Igp (+29% circa – 114 milioni nel 2018 e 88 milioni nel 2017). Uno sguardo veloce alle ultime Dop ed Igp. Nel Food, Olio di Puglia Igp, nel Wine, il Nizza Dop.

Come detto, l’anno corrente, ad esaminare il suo primo bimestre, purtroppo presenta molte ombre e poche luci. Ma urge dire che le ombre sono pressoché totalmente rappresentate da due fattori esterni: la politica dei dazi messa in atto dall’Amministrazione Usa ed il flagello del coronavirus.

Le luci, che si è detto sono davvero poche, al momento sono date dalla perseveranza degli operatori economici e dalla rinnovata capacità dei consorzi, buona parte di essi adeguatamente strutturati (un’altra buona parte non ancora, però!) per svolgere le fondamentali attività di tutela e di valorizzazione su un mercato globale che, è bene dircelo adesso, proprio a fronte dei due fattori esterni appena citati, non sarà più lo stesso degli anni precedenti.

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