I discount conquistano l’Italia e tentano sempre più consumatori
Le famiglie italiane si stanno facendo conquistare dai discount, una vera e propria tentazione che lascia ancora indifferenti pochissimi consumatori dello Stivale
29 marzo 2019 | 10:58
Innanzitutto, è il caso di ricordare la differenza tra i supermercati discount e quelli tradizionali. In realtà si tratta sempre di negozi che vendono prodotti di largo consumo (alimentari e non), ma i discount presentano alcune peculiarità. Una su tutte degna di nota: vendono merce a prezzi decisamente più bassi rispetto agli altri negozi. I prodotti qui disponibili sono davvero tantissimi, ma è tutta merce priva di marca.
La crescita dei discount nella Penisola
Oggi le catene di discount stanno dimostrando di piacere agli italiani, visti i dati di settore. Basta dare uno sguardo alla ricerca condotta da Nielsen Italia, che ha realizzato una vera e propria analisi del fenomeno. Nello specifico, si parla di una crescita che prosegue ininterrotta da un quindicennio e che, oggi, porta i discount a occupare il 18,5% delle quote di mercato. In Italia si trovano 9 milioni di cittadini che acquistano presso i discount in modo massiccio, e circa 18 milioni di italiani che comprano con buona frequenza. Per sintetizzare i numeri parlano chiaro: il 70% dei consumatori tricolori nel 2018 ha sfruttato le grandi opportunità dei discount. Un caso rappresentativo della crescita del comparto è rappresentato dal colosso tedesco Aldi, che a oggi vanta ben 51 negozi nel Belpaese e quasi 6mila punti vendita in tutto il mondo. La catena Aldi Italia punta soprattutto sui prodotti italiani, che costituiscono quasi il 75% dell’offerta, per un totale di 1.900 articoli di cui l’85% a marchio proprio. Ciò ha permesso al discount di fare un ulteriore passo avanti in termini di qualità della merce, considerando anche la presenza di linee molto richieste come quella biologica, gluten free e vegetariana.
Identikit dei consumatori dei discount
Cerchiamo ora di capire cosa spinge gli italiani a prediligere questo tipo di offerta. Le difficoltà economiche degli ultimi anni hanno costretto molti italiani a stringere la cinghia, ripiegando su alternative più economiche. A conferma di ciò interviene l’identikit del consumatore medio che indirizza i propri acquisti verso il discount. Si tratta di famiglie perlopiù con figli under 18, con redditi al di sotto della media e che risiedono principalmente nelle regioni del Centro-Sud. Per quanto riguarda i consumatori occasionali, troviamo anche le giovani coppie con figli piccoli e i single, provenienti dal Settentrione e con redditi sopra la media. In base a queste considerazioni, si capisce quanto il bacino di utenza dei discount sia sempre più variegato e che, parallelamente al fattore economico, intervengono anche altri tipi di considerazioni.
Prevenire le pratiche commerciali sleali
Se il boom di questo comparto può agevolare i consumatori italiani, d’altra parte occorre anche analizzare le conseguenze del fenomeno sul settore della Gdo. Si sa che la competizione fa bene al mercato, ma occorre anche vedere l’altro lato della medaglia. Il boom dei discount in Italia ha, infatti, comportato la diffusione capillare di poche catene di rilievo internazionale, con diverse conseguenze negative sui produttori locali, oggi sempre più a rischio. La polarizzazione del mercato è un fenomeno che all’estero ha già suscitato una certa attenzione, e in Italia è bene iniziare a capire come muoversi per prevenire eventuali pratiche commerciali sleali mosse dai colossi del settore. Non a caso, il Parlamento europeo ha di recente approvato una direttiva che ha esattamente questo scopo: proteggere i produttori agricoli locali dalle politiche sleali mosse dai maggiori player del mercato. Adesso toccherà anche al nostro Paese recepire queste misure europee, in modo tale da tutelare l’agricoltura nostrana e la vendita dei prodotti locali.
In sintesi, i discount stanno velocemente scalando le classifiche di gradimento dei consumatori, ma questo non deve diventare un boomerang. Certe catene premiano i prodotti locali, mentre va posto un freno a quelle che spingono in direzione contraria.
La crescita dei discount nella Penisola
Oggi le catene di discount stanno dimostrando di piacere agli italiani, visti i dati di settore. Basta dare uno sguardo alla ricerca condotta da Nielsen Italia, che ha realizzato una vera e propria analisi del fenomeno. Nello specifico, si parla di una crescita che prosegue ininterrotta da un quindicennio e che, oggi, porta i discount a occupare il 18,5% delle quote di mercato. In Italia si trovano 9 milioni di cittadini che acquistano presso i discount in modo massiccio, e circa 18 milioni di italiani che comprano con buona frequenza. Per sintetizzare i numeri parlano chiaro: il 70% dei consumatori tricolori nel 2018 ha sfruttato le grandi opportunità dei discount. Un caso rappresentativo della crescita del comparto è rappresentato dal colosso tedesco Aldi, che a oggi vanta ben 51 negozi nel Belpaese e quasi 6mila punti vendita in tutto il mondo. La catena Aldi Italia punta soprattutto sui prodotti italiani, che costituiscono quasi il 75% dell’offerta, per un totale di 1.900 articoli di cui l’85% a marchio proprio. Ciò ha permesso al discount di fare un ulteriore passo avanti in termini di qualità della merce, considerando anche la presenza di linee molto richieste come quella biologica, gluten free e vegetariana.
Identikit dei consumatori dei discount
Cerchiamo ora di capire cosa spinge gli italiani a prediligere questo tipo di offerta. Le difficoltà economiche degli ultimi anni hanno costretto molti italiani a stringere la cinghia, ripiegando su alternative più economiche. A conferma di ciò interviene l’identikit del consumatore medio che indirizza i propri acquisti verso il discount. Si tratta di famiglie perlopiù con figli under 18, con redditi al di sotto della media e che risiedono principalmente nelle regioni del Centro-Sud. Per quanto riguarda i consumatori occasionali, troviamo anche le giovani coppie con figli piccoli e i single, provenienti dal Settentrione e con redditi sopra la media. In base a queste considerazioni, si capisce quanto il bacino di utenza dei discount sia sempre più variegato e che, parallelamente al fattore economico, intervengono anche altri tipi di considerazioni.
Prevenire le pratiche commerciali sleali
Se il boom di questo comparto può agevolare i consumatori italiani, d’altra parte occorre anche analizzare le conseguenze del fenomeno sul settore della Gdo. Si sa che la competizione fa bene al mercato, ma occorre anche vedere l’altro lato della medaglia. Il boom dei discount in Italia ha, infatti, comportato la diffusione capillare di poche catene di rilievo internazionale, con diverse conseguenze negative sui produttori locali, oggi sempre più a rischio. La polarizzazione del mercato è un fenomeno che all’estero ha già suscitato una certa attenzione, e in Italia è bene iniziare a capire come muoversi per prevenire eventuali pratiche commerciali sleali mosse dai colossi del settore. Non a caso, il Parlamento europeo ha di recente approvato una direttiva che ha esattamente questo scopo: proteggere i produttori agricoli locali dalle politiche sleali mosse dai maggiori player del mercato. Adesso toccherà anche al nostro Paese recepire queste misure europee, in modo tale da tutelare l’agricoltura nostrana e la vendita dei prodotti locali.
In sintesi, i discount stanno velocemente scalando le classifiche di gradimento dei consumatori, ma questo non deve diventare un boomerang. Certe catene premiano i prodotti locali, mentre va posto un freno a quelle che spingono in direzione contraria.
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Alberto Lupini
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