Discoteche vs Governo, altro round. Il sindacato: Lo Stato favorisce l'abusivismo

La Silb attacca ancora condannando i gestori che aprono contro la legge, ma spiegando che le feste abusive stanno dilagando in tutta Italia, soprattutto fuori dai locali. In programma un incontro col Ministro Garavaglia

18 agosto 2021 | 16:15

Le discoteche hanno ormai perso tutta l'estate 2021, ma oltre al danno - come si dice - in questi mesi sta arrivando anche la beffa. I controlli delle Forze dell'Ordine si sono concentrati su quei locali che, facendosi beffe delle disposizioni, hanno continuato a lavorare facendo ballare i giovani come se il Covid, con le sue disposizioni per contrastarlo, non esistesse. Alla spicciolata alcuni locali, soprattutto tra Rimini e Riccione, sono stati chiusi, giustamente.

Silb all'attacco

Ma questa azione delle Forze dell'Ordine, con il relativo dito puntato di alcuni esponenti delle istituzioni contro quei gestori di locali illeciti non è piaciuto alla Silb-Emilia Romagna, il sindacato che tutela le sale da ballo. Perchè? Lo spiega il presidente, Gianni Indino: «Bene hanno fatto gli esponenti delle istituzioni a rimarcare la scarsa responsabilità di alcuni gestori di locali da ballo che hanno trasgredito alle regole dettate dal governo - dice - bene hanno fatto le forze dell’ordine a controllare e a sanzionare ciò che è avvenuto nelle discoteche. Peccato solamente che ancora una volta si tratti di dichiarazioni e di controlli miopi rispetto a ciò che sta avvenendo su tutta la Riviera romagnola e non solo, dove proliferano da mesi situazioni analoghe di balli e assembramenti in spiaggia, in chioschi e chiringuito, nelle campagne e nelle aziende agricole, negli alberghi e nei bar, nelle piazze e nelle strade. Insomma, dappertutto».

Una situazione che come Italia a Tavola avevamo già sollevato tra la primavera e l'inizio dell'estate parlando di feste clandestine che proliferavano a causa della chiusura prolungata dei locali da ballo e della ristorazione (che a quei tempi funzionava ancora ad intermittenza).

«Con i suoi provvedimenti - prosegue Indino - lo Stato ha di fatto legalizzato l’abusivismo senza voler capire, senza volersi confrontare con i professionisti dell’intrattenimento. Una grande occasione persa, che fa del nostro settore l’unico a non avere avuto risposte concrete, nonostante gli incontri, le rassicurazioni e le proposte avanzate. Nonostante fossimo stati i primi in Italia a voler riaprire con ingresso riservato a possessori di Green Pass anche con capienze ridotte, nonostante avessimo pronti ingenti investimenti per aumentare i controlli di sicurezza sanitaria e per allestire all’esterno dei locali dei luoghi per effettuare i tamponi. Questa estate ci sarebbero state tutte le condizioni per ballare in sicurezza e per gestire il divertimento di giovani e giovanissimi vacanzieri anche in tempi di pandemia, ma non lo hanno voluto. Un’ignavia istituzionale che ha il sapore della sconfitta. Si è preferito non affrontare l’argomento e ora tutti ne paghiamo le conseguenze, chi dal punto di vista economico, chi professionale, chi di quieto vivere: sono convinto che una soluzione condivisa per la gestione del divertimento notturno avrebbe potuto evitare anche tanti dei problemi di ordine pubblico che sono ormai all’ordine del giorno. Pur non contestando le chiusure dei locali da ballo e le sanzioni per chi si è posto fuori dalla legge, mi permetto di fare notare che la situazione è sfuggita di mano. Si chiudono le discoteche che hanno un nome e un cognome, ma restano rarità i provvedimenti per spiagge e campi incolti, diventati le location dei numerosi party abusivi fuori da ogni regola».

 

In calendario un incontro con Garavaglia

Nonostante la stagione estiva, tra le più floride per gli incassi, sia ormai persa, la Silb non perde la speranza di ottenere qualcosa dal Governo: «Venerdì a Bologna - annuncia Indino - incontrerò il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, con il quale mi auguro di poter predisporre un ulteriore incontro con il governo e i Ministri competenti per imbastire un tavolo di lavoro che ci consenta di avere indicazioni precise sulla riapertura delle nostre imprese. Nelle scorse settimane un’azienda di logistica ha licenziato via messaggio 120 lavoratori e in poche ore si è aperto un tavolo con sindacati e istituzioni trovando subito una giusta soluzione a questo increscioso episodio. Le nostre imprese in questi anni di pandemia hanno lasciato a casa 200.000 lavoratori, ma a nessuno sembra interessare. Forse non starà simpatico a qualcuno, ma il settore dell’intrattenimento è parte della nostra società e, dati alla mano, anche dell’economia del Paese, dunque merita maggiore attenzione. Anzi, la pretende».


 

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Alberto Lupini


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