Le discoteche restano chiuse per altri dieci giorni. Il nuovo Consiglio dei ministri che si è riunito oggi alle 16 a Palazzo Chigi sulle ultime misure anti-Covid ha trovato l'accordo sulle sale da ballo, prorogando fino al 10 febbraio lo stop. Stesso discorso per l'obbligo di mascherine all'aperto, che analogamente scadeva oggi ma è stato anch'esso allungato fino al 10 febbraio. In settimana sono attese invece le norme sulle quarantene a scuola. Tra le questioni aperte anche quella della durata del green pass per chi ha fatto anche la terza dose di vaccino. Di seguito tutte le regole in vigore da domani, 1° febbraio.
Discoteche, rinviata al 10 febbraio la riapertura
Il quadro generale per quanto riguarda la pandemia sembra essere positivo. Nei giorni scorsi il Governo ha annunciato la volontà di intraprendere un percorso di allentamento delle restrizioni, che in parte si è già concretizzato con le nuove misure per il turismo (è decaduto l'obbligo del tampone per i viaggiatori europei diretti in Italia) e con l'annuncio fatto dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che ha spiegato come, a meno di un grave peggioramento, il 31 marzo non verrà rinnovato lo stato di emergenza, in vigore da gennaio 2020. La riapertura delle discoteche è stata invece oggetto di un lungo braccio di ferro tra rigoristi e aperturisti, che sembra essersi finalmente concluso nel Consiglio dei ministri di oggi. La linea del Governo appare come detto decisa: proroga della chiusura solo fino al 10 febbraio e non, come invece trapelato in precedenza, fino al 15. Quindi per San Valentino si potrà ballare.
L'associazione italiana imprese e intrattenimento: «La proroga non serviva. Il settore è al collasso, perse il 30% delle aziende»
«Sinceramente ci aspettavamo il via libera da parte del Governo per poter riaprire domani, mercoledì - ha ammesso Maurizio Pasca - Forse hanno deciso di agire con più cautela, prorogando il provvedimento per altri dieci giorni. Sinceramente non ne vediamo il motivo. Ricordo che il nostro settore, a parte sporadiche aperture (la parentesi fra luglio e il 17 agosto del 2021) è di fatto chiuso da due anni, ovvero dal 22 febbraio del 2020. Avevamo ottenuto di poter riaprire il 23 ottobre, ma poi è arrivata il 23 dicembre la nuova ordinanza che ci ha nuovamente fermato l’attività. Il settore, composto da 3mila aziende, è di fatto ormai al collasso, con 30% dei locali già chiusi e un altro 30% che lo farà a breve. Per non dire inoltre che molti professionisti e operatori del settore hanno dovuto abbandonare il lavoro e semmai ci sarà una riapertura ci troveremo anche a corto di risorse. Persino gli aiuti finora ricevuti sono stati poca cosa. Il nostro settore ha ricevuto aiuti per circa 80 milioni, quando quello dei cinema e dei teatri ne ha ottenuti un miliardo e oltre. Questo fa ben capire il peso che ha il nostro settore rispetto agli aiuti del Governo. Mi auguro quindi che questa volta sia quella buona. Per ripartire c’è bisogno di programmazione. Non siamo degli interruttori che si possono spegnere e accendere a piacimento. Quando lo avevamo fatto a ottobre avevamo già contattato artisti e acquistato merce. Invece abbiamo dovuto fermare tutto. E’ stata la classica beffa che si è aggiunta al danno.»
Resta per dieci giorni l'obbligo di mascherine all'aperto
Contestualmente alla discussione sulle discoteche, il Consiglio dei ministri aveva sul tavolo anche la proroga dell'obbligo dell'utilizzo di mascherine all'aperto. Così come per le sale da ballo si è optato per un ulteriore posticipo di dieci giorni. Fino al 10 febbraio i Dpi andranno indossati ancora anche all'aperto. Una norma che di fatto si applica alle regioni Umbria, Molise e Basilicata perchè nelle altre (gialle o rosse) è comunque un obbligo.
Un nuovo decreto dal Consiglio dei ministri
Lo stesso Consiglio dei ministri dovrebbe varare mercoledì o giovedì un nuovo decreto che conterrà anche ulteriori chiarimenti su questioni al momento rimaste in sospeso. Si parla della durata del Green pass per chi ha ricevuto la terza dose (potrebbe essere senza scadenza) e della gestione delle quarantene a scuola.
Dall'1 febbraio niente green pass solo per alimentari, farmacie e benzinai e multe per gli over 50 non vaccinati
Il 1° febbraio resta intanto una data limite che segnerà profondamente la differenza fra vaccinati e non. Da martedì scatta ad esempio l’obbligo di avere almeno il green pass base per entrare nei negozi, ad eccezione dei supermercati e di quelli che vendono alimentari, animali domestici e prodotti per la loro cura e per il cibo, carburante per autotrazione, articoli igienico-sanitari, farmacie e altri medicinali, articoli medicali e ortopedici, materiale per ottica, combustibile.
Ancora più dura per i non vax over 50. Da martedì, infatti, scattano le multe per chi non è vaccinato. Dovranno pagare una sanzione di 100 euro una tantum decisa dal governo quando, lo scorso 7 gennaio, ha introdotto l'obbligo vaccinale per quasi 28 milioni di persone. Sarà il ministero della Salute, attraverso l'Agenzia delle entrate, a multare gli inadempienti che avranno 10 giorni di tempo dalla ricezione dell'avviso di avvio del provvedimento sanzionatorio per comunicare alla Asl eventuali certificati che attestino la loro esenzione. Altrimenti l'Agenzia delle entrate trasmetterà entro 180 giorni "un avviso di addebito, con valore di titolo esecutivo": i proventi delle sanzioni confluiranno nel Fondo delle emergenze nazionali. Alla sanzione ci si potrà opporre rivolgendosi al Giudice di pace.
L'obbligo del Super Green Pass per gli over 50 al lavoro
E scatta intanto il timing per chi lavora: ancora due settimane per mettersi in regola. Dal 15 febbraio chi non sarà vaccinato verrà ritenuto assente ingiustificato e non potrà entrare al lavoro, e di conseguenza non potrà percepire stipendio o qualsiasi altro compenso o emolumento, ma conserverà il posto di lavoro e non sarà sottoposto a conseguenze disciplinari.. Se un no vax over 50 sarà trovato sul posto di lavoro senza certificazione rischierà una multa da 600 a 1.500 euro, proprio come tutti gli altri lavoratori che devono avere almeno il tampone. E le sanzioni scatteranno anche per i datori di lavoro.
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Alberto Lupini
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