Discoteche, protesta a Firenze A Pisa rave party da 6mila persone

I titolari dei locali da ballo del Silb Toscana scendono in piazza martedì 6 luglio per chiedere una data di ripartenza del settore. Intanto sulle colline della Valdera è in corso dal weekend una festa clandestina

05 luglio 2021 | 16:08

Dopo gli incontri, le valutazioni e gli annunci, il destino delle discoteche e dei locali da ballo è ancora un grande punto interrogativo. Una situazione pesante per un settore chiuso dall'inizio della pandemia (se si esclude la breve e sfortunata parentesi della scorsa estate) che ha spinto i titolari delle aziende coinvolte a darsi appuntamento in piazza per protestare. Martedì 6 luglio, a Firenze, dalle ore 8 alle 10 si tiene un "presidio mediatico" di fronte alla sede Rai di largo Alcide De Gasperi.



La protesta delle discoteche toscane: «Si balla dappertutto eccetto che nei luoghi adibiti per farlo»

L'obiettivo dei titolari di discoteche e locali da ballo della Toscana legati a Silb (Sindacato italiano locali da ballo) è quello di fare pressing sul Governo affinché si decida a fissare una data di riapertza per il settore; elemento essenziale per programmare la ripresa delle attività. «Si è ripreso a ballare per strada, negli assembramenti spontanei delle piazze, nelle feste private e nei rave party illegali. Ovunque tranne che nei locali da ballo, ancora chiusi per decreto e senza alcuna prospettiva certa di riapertura. È una condanna al silenzio che colpisce nella sola Toscana 150 imprese, tra discoteche e sale da ballo, e 16mila addetti tra dipendenti fissi, stagionali e indotto; 100mila in tutta Italia», è la denuncia di Riccardo Tarantoli, presidente provinciale di Silb.

«Il 90% dei nostri locali è chiuso dal 23 febbraio 2020 - ricorda Tarantoli - solo il 10% aveva approfittato della brevissima finestra di riapertura dell’estate scorsa, subito richiusa. Siamo fermi senza entrate da un anno e mezzo, con le uscite che continuano a girare tra utenze, affitti e il resto. Non ce la facciamo più. E nel frattempo i nostri dipendenti sono in cassa integrazione; qualcuno ha deciso di percorrere altre strade perché non poteva più aspettare. Eppure, il nostro settore era brillante e garantiva buoni numeri: nel 2019 abbiamo sviluppato un fatturato di 500milioni di euro a livello toscano. La pandemia si è portata via tutto e i ristori finora hanno coperto le perdite solo per un misero 4-5%».

Dopo il parere favorevole del Cts, il Governo nicchia

Al centro della questione, i rinvii e le titubanze a dare un segnale al settore da parte del Governo nonostante il parere favorevole (almeno per i locali all'aperto) arrivato dal Cts che ha previsto l'utilizzo del green pass come strumento per assicurare l'accesso in sicurezza dei clienti. «Il Governo ci lascia macerare nell'incertezza. I nostri locali sono gli unici autorizzati per legge ad accogliere il ballo; sono sicuri, controllati e controllabili. Eppure, sono fermi e silenziosi mentre la movida è ripartita e il fenomeno dell’abusivismo dilaga», conclude Tarantoli.

A Pisa in corso dal weekend un rave party con seimila partecipanti

E a proposito di abusivismo e sicurezza, l'ultimo fatto di cronaca sull'argomento arriva proprio dalla Toscana. A Pisa, sulle colline della Valdera, a Tavolaia di Santa Maria a Monte, è stato organizzato un rave party al quale partecipano circa seimila persone; compresi degli stranieri. L'evento clandestino, iniziato nel weekend punta a proseguire a oltranza. Al momento, come riporta il Corriere Fiorentino, sono circa 200 le persone identificate dal cordone di sicurezza istituito dalle forze dell’ordine e che ora rischiano una denuncia per invasione di terreno privato.

«Per ora stiamo monitorando la situazione e non si segnalano particolari criticità al di là della musica techno molto alta che è udibile anche a centinaia di metri di distanza. Non abbiamo neppure notizia di criticità sotto il profilo sanitario, anche se sul posto vi sono ambulanze e personale del 118 pronti a intervenire in caso di necessità», ha affermato il prefetto di Pisa, Giuseppe Castaldo.


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Alberto Lupini


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