Discoteche divise per minori (no alcol) e maggiorenni?

Lo propone il presidente nazionale Silb-Fipe Confcommercio, Maurizio Pasca. Quelli per minori chiuderebbero alla mezzanotte e non potrebbero somministrare alcolici, gli altri potrebbero servire le bevande alcoliche oltre le 3

28 febbraio 2023 | 14:29

Dopo gli anni disastrosi della pandemia, in cui sono state duramente colpite, le discoteche stanno cercando, a fatica, di riprendersi. Ma non è facile, tra mancanza di personale e clienti difficili da gestire, i problemi non mancano. A rendere il tutto ancora più difficile, poi sono le regole a cui devono sottostare. Una tra queste il limite orario per la vendita degli alcolici, fissato alle 3. Un orario che, però, penalizza la ripresa, visto che, come sottolineano gli addetti ai lavori, i locali si riempirebbero dopo quell'ora. Ma, ora, una soluzione arriva da Maurizio Pasca, presidente dell’Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo Silb–Fipe aderente a Confcommercio: dividere i locali in quelli solo per minorenni, dove non viene servito alcol, e quelli per maggiorenni in cui servire gli alcolici oltre le 3 e fino alla chiusura.

 

Le discoteche si riempiono dopo le 3

«Per superare il limite orario di somministrazione delle bevande alcoliche abbiamo proposto al governo la divisione fra locali solo per minorenni e solo per maggiorenni. Quelli per minori chiuderebbero alla mezzanotte e non potrebbero somministrare alcolici, gli altri potrebbero servire le bevande alcoliche oltre le 3, fino alla chiusura», spiega, infatti, Pasca.

Il presidente poi aggiunge: «Il limite orario delle 3 per la somministrazione degli alcolici danneggia fortemente la nostra attività perché - spiega - i locali si riempiono molto tardi, dalle 2 in poi. Veniamo da due anni di chiusura forzata a causa della pandemia, che hanno causato la cessazione di tantissime attività. Stiamo ripartendo con molta fatica e questa soluzione potrebbe essere di grande aiuto, oltre che garantire un adeguato grado di sicurezza».

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Alberto Lupini


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