Sabato sera in discoteca? No! Sebbene il 10 luglio fosse stata indicata come la data di ripartenza del settore dei locali da ballo, tutto è finito in un nulla di fatto. Nonostante un protocollo già validato dal Comitato tecnico scientifico, episodi di cronaca che raccontano di balli e feste nei luoghi più disparati (per non parlare dei festeggiamenti per le strade a ogni vittoria della Nazionale di calcio impegnata agli Europei) e operatori costretti alla chiusura da 17 mesi il Governo non ha ancora dato il proprio nullaosta.
Pierpaolo Sileri: «Servono controlli rigidi e green pass con due dosi per riaprire»
L’ultimo, in ordine di tempo, a parlare è stato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: «Servono controlli rigidi e duri, ma con un green pass modificato ovvero che preveda la doppia dose di vaccino invece che la singola, e tamponi fatti a tappeto in modo rigoroso, non vedo problemi all’apertura delle discoteche, al contrario. Sono più preoccupato da ritrovi anonimi». Belle parole che, però, spostano il problema in avanti a quando milioni di giovani avranno ricevuto la seconda dose. Prospettiva temporale che ancora deve palesarsi all’orizzonte se si pensa che, nel frattempo, è partita la caccia agli over 60 che ancora non si sono sottoposti alla prima tornata di vaccinazione.
Gestori in piazza per protestare
Eppure è stato proprio lo stesso Sileri a confermare, durante il suo intervento a Rai Radio 1 che l’apertura delle discoteche permetterebbe di «individuare più casi, soprattutto nella popolazione giovanile che è anche quella meno vaccinata». Perché non procedere allora e permettere finalmente ai gestori di tornare ad aprire i locali piuttosto che costringerli a protestare in strada?
L’8 luglio, infatti, i titolari di discoteche, locali notturni e da ballo si sono ritrovati a Roma, in piazza San Silvestro, per esprimere il proprio disappunto sulla mielina con cui il Governo sta affrontando la questione. «Da imprenditore – ha affermato Gianni Indino, presidente riminese e regionale della Silb – mi vergogno di come il Governo sta gestendo la situazione. Stiamo pensando a gesti eclatanti». Tra questi, la riapertura dei locali come forma di disobbedienza. «Non si può continuare a prendere tempo – gli ha fatto eco Luciano Zanchi di Assointrattenimento – Dopo mesi e mesi di attesa e promesse non mantenute meritiamo una risposta, subito. E se non ci fanno riaprire, ci diano almeno ristori adeguati». Ma anche su questo punto manca chiarezza, mentre la Lega si dice pronta a portare il tema al prossimo Consiglio dei ministri.
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Le feste "abusive" e il rischio contagio per i giovani
Sta di fatto che, nel frattempo, la cronaca sembra superare a destra il temporeggiamento del Governo (preoccupato dalla variante Delta?). Parliamo delle feste senza regole e controlli sul distanziamento che vengono organizzate più o meno abusivamente. A fine giugno, per esempio, a Codogno (cittadina lombarda che per prima ha vissuto l’incubo della zona rossa) è scattato l’allarme focolaio dopo che sono stati rilevati almeno 11 contagi a seguito di una festa di fine anno scolastico al Koral Beach Club. Qualche giorno più tardi e a seguito di una vacanza per giovani fra i 16 e i 19 anni da tutta Italia a Manfredonia, in Puglia, organizzata da Scuolazoo è partito un altro focolaio Covid segnalato dal ministero della Salute che ora segue l’evolversi di 34 positivi su 400 persone sottoposte a tampone. Almeno una di queste, nel milanese, ha generato la quarantena per circa 40 altre persone. Stesso provvedimento per altri sette giovani di Brescia. Ma i numeri potrebbero aumentare. E se, come riferiscono gli organizzatori del viaggio, «la struttura ospitante ha seguito tutte le disposizioni in materia di sanificazione», c’è da chiedersi come sia stato possibile un risultato del genere.
Un altro episodio di cronaca potrebbe dare una spiegazione. A Roma, una trentina di ragazzi intorno ai 20 anni sono risultati positivi al Covid dopo che alcuni di loro avevano partecipato a una serata musicale nel giardino di un locale della Capitale circa dieci giorni fa. Cosa è successo deve ancora essere appurato fino in fondo eppure la dinamica fa pensare all’ennesima festa abusiva. Il tutto mentre nelle discoteche, luoghi dove la festa è regolata, si può entrare solo per cenare.
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Alberto Lupini
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