Discoteca, meno presenze ma più aperture. E lo Space di Ibiza arriva a Rimini
«Questo è il segno che gli imprenditori ci sono, che le idee e le innovazioni non mancano» ha commentato Gianni Indino di Silb. «Il settore è in difficoltà a causa delle situazioni abusive che da anni denunciamo»
Se il numero delle presenze in discoteca, quest'estate, è sceso del 30%, le aperture nel nostro paese continuano ad aumentare e testimoniano che il mercato delle luci allo stroboscopio è ancora vivo. E a fare da capogruppo in questo settore non può che essere la Riviera romagnola con Rimini, che in venti chilometri di territorio mette a disposizione di residenti e turisti più di 30 discoteche. E per l'anno prossimo sono attese tre new opening da capogiro e che potrebbero cambiare il mercato e il target di clienti: nella città riminese è atteso l'arrivo dello Space, uno dei locali più rinomati di Ibiza, del Pascià e dell'Ecu. «Questo è il segno che gli imprenditori ci sono, che le idee e le innovazioni non mancano» ha commentato il presidente di Silb-Fipe Confcommercio dell'Emilia Romagna, Gianni Indino.
Indino (Silb Emilia-Romagna): «Settore in difficoltà a causa delle situazioni abusive che da anni denunciamo»
«Continuo a leggere e sentire valutazioni sulla situazione delle discoteche italiane e in particolare su quelle della Riviera romagnola dove rimbalzano le parole "crisi" e "crollo", eppure ogni volta che una discoteca della Riviera apre, è sold out» ha poi aggiunto. Ma lo stesso Indino, intervistato da Il Resto del Carlino, non ha voluto minimizzare le «oggettive difficoltà del settore», figlia di «situazioni abusive che da anni denunciamo».
Nello specifico, come ci ha raccontato il presidente di Silb (Sindacato italiano dei locali da ballo) Maurizio Pasca, dell'operatività illegittima dei chiringuiti in spiaggia, che accolgono (e rubano così dalla discoteca) i clienti senza sicurezza, limiti e autorizzazioni necessarie per poter organizzare feste con la musica.
Pasca (Silb): «Il modello della discoteca tradizionale deve cambiare»
Per Pasca, infatti, «il modello della discoteca tradizionale deve cambiare, deve puntare su un divertimento di qualità, di contenuto, con esperienze sempre nuove da offrire ai giovani. Non è il ballo ad essere in crisi, lo si vede dalle numerose feste che nascono spontanee in alberghi, stabilimenti balneari, chiringuito, luoghi sicuramente fascinosi che però non hanno le autorizzazioni necessarie per poter offrire questo servizio in sicurezza. E questa situazione porta spesso incidenti se non tragedie. Bisogna cercare la formula migliore, ma sempre nel rispetto della legalità, cosa non facile in Italia perché il fenomeno dell'abusivismo è figlio di una burocrazia troppo complessa e di una tassazione talmente alta da non essere sostenibile».
Discoteca, l'imposta sugli intrattenimenti vale il 16% su ogni biglietto d'ingresso
Basti pensare, come aggiunto da Indino, che l'imposta sugli intrattenimenti vale il 16% su ogni biglietto d'ingresso. E la richiesta del settore è quella di abbassare l'Iva al 10%, come per le altre anime dello spettacolo, per evitare di «lasciare il 50% dell'incasso alle imposte». Insomma, l'appello (che va avanti da anni) è molto chiaro, ma come ogni volta che si tratta questo argomento, la patata bollente torna nelle mani del governo, che, anche in quest'occasioni, finirà per cestinarla.
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Alberto Lupini