La Dieta mediterranea piace sempre di più: record di acquisti di pasta, olio e vino

Il 16 novembre 2010 la Dieta mediterranea entra nell’Unesco. Dopo 12 anni, nonostante la guerra, il caro energia e la minaccia di "bollini" allarmistici, questo stile di vita conquista sempre più consumatori

16 novembre 2022 | 11:03

Il 16 novembre 2010 la Dieta mediterranea entra nell’Unesco. Un giorno importante per l’Italia, in primis, e per tutti i paesi del Mediterraneo e che sancisce, una volta per tutte che la Dieta mediterranea è molto più di un semplice elenco di alimenti o una tabella nutrizionale. La Dieta mediterranea è un insieme di conoscenze millenarie e abilita tramandate da generazioni in generazioni oltre che un vero e proprio stile di vita che fa bene all’uomo e al pianeta. E oggi, 16 novembre 2022, nel compleanno del riconoscimento a Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, la Dieta mediterranea è più “viva” che mai anche se minacciata dalla guerra, dal caro energia, dai cambiamenti climatici e dai "bollini" allarmistici come il nutriscore.

Cresce la domanda dei prodotti base della Dieta mediterranea

Ma, nonostante la guerra, cresce la domanda dei prodotti base della Dieta mediterranea Made in Italy nel mondo dove nel 2022 si registra complessivamente il record nelle esportazioni nazionali per frutta, verdura, pasta, extravergine di oliva e vino (dati Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi otto mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).

Consumatori sempre più consapevoli e attenti

Questo anche perché, con la tutela Unesco è cresciuta nel mondo la consapevolezza del valore della Dieta mediterranea e con essa anche la domanda dei prodotti Made in Italy con un balzo del +14% in media e incrementi importanti per i singoli prodotti che vanno dal +33% per la pasta al +23% per l’extravergine di oliva, dal +13% per il vino al +8% per la frutta e verdura fresche e conservate.

Dieta di salute, le continue conferme della scienza

A spingere il consumo di alimenti tipici della Dieta mediterranea non è solo però l’iscrizione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco ma anche le continue conferme della scienza a partire dallo scienziato americano Ancel Keys che per primo ne ha evidenziato gli effetti benefici dopo aver vissuto per oltre 40 anni ad Acciaroli in provincia di Salerno.

Non per nulla la Dieta mediterranea è stata eletta migliore dieta al mondo del 2022 sulla base del best diets ranking elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report’s. Una vittoria ottenuta grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute, tra cui proprio la perdita e il controllo del peso, oltre a salute del cuore e del sistema nervoso, prevenzione del cancro e delle malattie croniche, prevenzione e controllo del diabete.

L’alimentazione all’italiana risulta dunque la migliore soprattutto dal punto di vista della salute dell’organismo è inoltre la dieta più facile da seguire e primeggia anche per quanto riguarda le diete a base vegetale e in quelle per chi vuole mangiare sano. Un primato che trova un riscontro pratico nel fatto che l’alimentazione degli italiani basata sui prodotti della Dieta mediterranea come pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari ha consentito una speranza di vita tra le più alte a livello mondiale pari a 80,1 anni per gli uomini e 84,7 per le donne, tornata a crescere dopo la brusca inversione di tendenza imposta dalla pandemia.

 

I pericoli della guerra e dei “bollini” allarmistici

Un successo minacciato dalle difficoltà determinate dalla guerra e dai rincari energetici con i costi crescenti di produzione che non vengono coperti dai prezzi di vendita ma anche dai bollini allarmistici a semaforo che alcuni Paesi, dalla Gran Bretagna al Cile alla Francia, stanno applicando su diversi alimenti della dieta mediterranea sulla base dei contenuti in grassi, zuccheri o sale.

«I sistemi di etichettatura nutriscore e a semaforo sono fuorvianti, discriminatori ed incompleti e finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta» afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate».

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Alberto Lupini


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