Dieta mediterranea? Italia culla del junk food: 3 milioni con disturbi alimentari
Tra il 2000 e il 2023 nel nostro Paese sono aumentati drasticamente i casi legati alla cattiva alimentazione: +900%. I dati preoccupanti emergono da uno studio svolto da Unicusano
Nonostante la dieta mediterranea sia, con tanto di numerosi studi scientifici a supporto, tra i migliori stili alimentari al mondo, ancora fin troppe persone (e purtroppo fin troppi giovani) seguono invece abitudini alimentari sbagliate, dannose per la salute. Il paradosso dei paradossi: vivere un una Nazione tra le più grandi rappresentanti del bacino mediterraneo dell’omonima dieta ma avere un numero non certo esiguo di consumatori che, invece, abbraccia uno stile alimentare deleterio, alla lunga, al proprio organismo.
Già nei giorni passati avevamo parlato dell’importanza di osservare uno stile alimentare sano e salutare come quello rappresentato dalla dieta mediterranea, capace di prevenire non pochi disturbi e patologie. Da quanto emerge da un’infografica di Unicusano però è emerso come tra il 2000 e il 2023 siano aumentati drasticamente, nel nostro Paese, i casi legati a una cattiva alimentazione. Tutto a dimostrazione anche di come manchi un’adeguata attività di sensibilizzazione, già nelle scuole primarie, verso uno stile alimentare sano e universalmente riconosciuto come prezioso alleato della salute.
Snocciolando i dati emerge tutta la drammaticità di una mancanza di consapevolezza (o pigrizia?) alimentare decisamente allarmante: in Italia è forte il fenomeno della cattiva (ma al contempo facile e rapida) alimentazione, con una crescita del 900% in 23 anni dei disturbi legati a una dieta scorretta. Alla luce di quanto emerso, soltanto il 30% della popolazione mangia in modo sano, e solo il 13% pare seguire alla lettera i precetti della dieta mediterranea.
Colpa di una mancanza di consapevolezza alimentare? Colpa di un’educazione alimentare inesistente, o inefficace, nel nostro Paese? Colpa dei ritmi odierni, così frenetici e veloci che ci spingono a preferire cibi rapidi, di facile fruizione, spesso fin troppo raffinati o lavorati? Le cause sono molteplici ma il quadro generale tracciato dall’infografica Unicusano lo si può tranquillamente testimoniare con la tendenza, soprattutto nelle medio-grandi città, legata a sempre più numerose aperture di fast food registrata negli ultimi anni.
Italia patria di fast food: Kfc ne apre più di 30 in pochi mesi
Un dato è esemplificativo di questo trend: Kfc, tra le ultime catene sbarcate dagli States nel nostro Paese, arriverà a 200 ristoranti nei prossimi 5 anni, con nuove 38 aperture previste entro fine 2023. I ristoranti McDonald’s, invece, da 25 anni a questa parte sono addirittura 670, con nuovi locali in arrivo (e poco importa se in alcuni di quelli già esistenti non funzioni l'aria condizionata nei giorni più caldi dell'anno, costringendo i dipendenti a scioperare).
Dati di questo tipo in Italia, tra le culle della dieta mediterranea e patria universalmente riconosciuta del buon cibo, non sono ammissibili. Ma che per una serie di fattori, tra cui quelli sopra citati, diventano drammaticamente reali. Dalla ricerca Unicusano emerge come, solo nel 2023, circa 3 milioni di persone in Italia siano vittime di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. A preoccupare ancor di più è però un altro dato: a patire le conseguenze di questi disturbi, infatti, sono perlopiù bambini e adolescenti ancora in età pre-puberale. Alla luce di tutto emerge come solo il 30% delle persone, infatti, segua un’alimentazione veramente salutare. Spaventano invece il consumo spropositato di zuccheri semplici e grassi saturi, di formaggi, latte e dolci e di carne, a discapito di cereali e carboidrati, tra gli alimenti cardine della dieta mediterranea (ritenuta, assieme a quello giapponese, tra i migliori stili alimentari del mondo).
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Alberto Lupini