Dehors, ecco la svolta: arriva la proroga fino al 30 giugno 2023

Nel testo della manovra che sarà discussa in Parlamento è stato inserito un emendamento che prolunga semplificazioni e deroghe per l'occupazione di suolo pubblico concesse durante la pandemia a bar e ristoranti. La scadenza era inizialmente fissata il 31 dicembre. Ora la palla passa ai Comuni: servono regolamenti specifici

21 dicembre 2022 | 11:43
di Gianluca Pirovano

La richiesta avanzata da Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, non è rimasta inascoltata: le semplificazioni e le deroghe per l'occupazione di suolo pubblico da parte di bar e ristoranti non scadranno il 31 dicembre 2022. All'interno del testo della manovra, che approderà nei prossimi giorni in Parlamento dopo essere passata al vaglio della commissione Bilancio, è stata infatti inserita l'attesa proroga fino al 30 giugno 2023. I dehors sono salvi

Dehors, arriva la proroga al 30 giugno 2023 

I dehors sono, senza dubbio, una delle eredità positive della pandemia. Per garantire il distanziamento e, a bar e ristoranti, la possibilità di lavorare, durante i mesi segnati dal Covid si è scelto di rendere più semplici le procedure per l'occupazione di suolo, con risultati in molti casi ottimi. «I dehors hanno ridato vivibilità e sicurezza a molti spazi urbani - ha sottolineato a Italia a Tavola Luciano Sbraga, vicedirettore di Fipe - Sono apprezzati dai cittadini e, se ben gestiti e normati, danno l'immagine di una città sempre più accogliente e consentono di migliorare la qualità della vita di tutti». 

Se non fosse arrivata la proroga, però, tutto sarebbe tornato alla fase pre pandemica: i bar e i ristoranti che in questi mesi hanno ottenuto l'occupazione in deroga del suolo pubblico avrebbero dovuto rimuovere i loro tavolini e chiedere, eventualmente, nuove autorizzazioni ai Comuni di riferimento. Così non sarà

Tavolini all'aperto, la palla passa ai Comuni 

Per far sì che questa proroga non porti solo a una posticipazione del problema, serve che ora ci si metta a lavorare sul tema, per arrivare all'approvazione di regolamenti specifici a livello comunale. Lo ha chiesto anche Fipe. «I sei mesi di proroga devono essere utili ai Comuni per realizzare dei regolamenti appositi per i tavolini all'aperto - ha proseguito il vice direttore di Fipe - Dobbiamo passare da una situazione emergenziale e una situazione strutturale, che non deve avere regole identiche, ma deve essere un giusto compromesso. In questo periodo ci sono stati anche fenomeni negativi, di abuso e abusivismo, che devono essere corretti. I dehors sono uno spazio pubblico, non estraneo alla città, ma parte del tessuto urbano e che dà valore a questo spazio. Per aumentarne la qualità degli arredi servono investimenti, ma per investire servono regole chiare e definite, in modo che si evitino distorsioni». 

 

 

La soddisfazione di Federcuochi 

«La proroga per l'occupazione di suolo pubblico da parte delle imprese della ristorazione è un importante segnale da parte del Governo Meloni che, in questo modo, conferma la volontà di venire incontro fattivamente alle richieste di aiuto di uno tra i settori più colpiti dalla pandemia - ha sottolineato la Fic, Federazione italiana cuochi in una nota - Siamo grati al inistro del Turismo Daniela Santanché che, nel portare avanti le istanze del nostro comparto, ha riconosciuto l'importanza della ristorazione all'interno del settore turismo, tra i principali volani economici del nostro Paese»

 

Gli aspetti critici: valore e concorrenza sleale 

Ora che è arrivata la proroga, si apre quindi il momento del dibattito. Servono regole chiare e uguali per tutti e ci sono due aspetti di cui non si può non tener conto in questa discussione. 

Uno riguarda il valore dei locali. I dehors hanno permesso a molti bar e ristoranti, anche nella stagione invernale grazie a "funghi" riscaldanti e simili, di aumentare esponenzialmente il numero dei coperti, aumentando così anche il valore dell'attività. Senza regolamenti ben definiti, si rischia il "far west"

C'è poi un altro aspetto delicato. Le misure di semplificazione sono state attivate in una situazione di emergenza, per permettere a bar e ristoranti di lavorare nonostante le problematiche sanitarie. Nonostante le maglie larghe dei regolamenti, non tutte le attività hanno potuto beneficiare di spazi all'aperto. Ora che non si tratta più di un quadro emergenziale, ma di un ritorno alla normalità, appare quindi giusto che chi ha goduto di questi benefici torni alla situazione pre Covid. Si rischierebbe, altrimenti, una concorrenza sleale nei confronti di chi non può beneficiare della stessa opportunità

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Alberto Lupini


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