DeGusto vince contro Cibus: i loghi delle fiere non sono uguali
Il Tribunale di Catanzaro rigetta a Fiere di Parma l’inibitoria richiesta contro Cosenza Eventi per l'utilizzo del marchio DeGusto, risultato alla fine, visivamente e foneticamente differente da quello di Cibus
DeGusto vince contro Cibus. Con Ordinanza del 27 luglio da parte della Sezione specializzata in materia di impresa, il Tribunale di Catanzaro ha respinto ogni richiesta avanzata da Fiere di Parma Spa, organizzatrice della fiera internazionale sull’alimentare Cibus, che si svolge a Parma dal 1985, che accusava di violazione dei diritti del marchio del suo evento la Cosenza Eventi, organizzatrice del salone enogastronomico DeGusto, che si svolge a Cosenza dal 2021.
«Abbiamo sostenuto sin dall’inizio la liceità della condotta della Cosenza Eventi, ingiustamente e pretestuosamente accusata da Fiere di Parma Spa di contraffazione di marchio e concorrenza sleale - ha commentato l’avvocato Alfredo Gigliotti, difensore della Cosenza Eventi - Il Tribunale di Catanzaro Sezione specializzata in materia di impresa, con Ordinanza pubblicata lo scorso 27 luglio, pur dando atto della notorietà del marchio anteriore di cui è titolare Fiere di Parma, dopo un attento ed accurato confronto dei marchi oggetto di disputa, ha condiviso le ragioni della Cosenza Eventi stabilendo che il marchio figurativo-denominativo “deGusto” è visivamente e foneticamente dissimile dal marchio di cui è titolare la società ricorrente, per cui non ha ravvisato il lamentato illecito contraffattorio escludendo anche l’illecito concorrenziale».
La diatriba tra Cibus e DeGusto per il logo della fiera
Proprio dal 2021, ancora prima dello svolgimento della sua prima edizione - sotto forma di mostra dato il periodo di restrizioni da Covid-19 -, Fiere di Parma reiteratamente sollecitava la Cosenza Eventi a cessare l’utilizzo del marchio “DeGusto” perché, a suo dire, in sostanza copiava quello di “Cibus”, un piatto stilizzato su cui poggia una forchetta a quattro rebbi in negativo, e che ciò generava confusione nel pubblico e una conseguente perdita di espositori e di visitatori. Nonostante la Cosenza Eventi continuasse a sostenere, dimostrando, che i marchi fossero dissimili in quanto quello di DeGusto rappresenta chiaramente un forchettone da cucina, e che quindi non vi era alcuna violazione dei diritti del marchio, né un pericolo di confusione, Fiere di Parma Spa con una istanza cautelare ha chiesto al Tribunale di Catanzaro di inibire la Cosenza Eventi l’uso del marchio figurativo-denominativo “DeGusto” e di pubblicare l’esito a suo favore a spese della stessa Cosenza Eventi.
Il tutto, senza alcuna prova a favore di quanto sostenuto da Fiere di Parma contrariamente a quanto faceva Cosenza Eventi, che, difesa da Alfredo Gigliotti del foro di Cosenza, ha dimostrato non solo quanto i marchi dei due eventi siano dissimili ma quanto quello di DeGusto sia un marchio ben distinto rispetto a quello di Cibus, molto simile a tanti altri facilmente reperibili sul web, e che pertanto non sussiste alcun tipo di pericolo confusorio - stesse conclusioni a cui è giunta la giudice responsabile del caso.
«A noi è sembrato più un attacco al Sud e al suo fare impresa. Notoriamente i più grandi eventi fieristici di questo settore si tengono al Nord, con la grande maggioranza delle sue aziende espositrici provenienti dal Meridione. Probabilmente questo è stato un tentativo, mal riuscito, di soffocare sul nascere quello che ha le carte in regola per divenire un importante Salone internazionale sull’agroalimentare che si tiene nella punta dello Stivale, in Calabria, perché onestamente ci viene difficile pensare che un’azienda storica come Fiere di Parma possa davvero credere in quanto avanzato fino ad ora», ha dichiarato la legale rappresentante della Cosenza Eventi, Francesca Trotta.
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Alberto Lupini
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