Una zona che vive di turismo e che deve fare i conti con più di trecento hotel chiusi e in stato di abbandono e con altre strutture aperte ma che sono ferme al secolo scorso - senza dimenticare locali e ristoranti. Un quadro, quello della Riviera Romagnola descritto dal Corriere Romagna, a dir poco scandaloso. Da sempre meta gettonatissima di famiglie e, soprattutto, dei giovani, grazie alla presenza delle discoteche più famose del panorama italiano, il litorale nord-orientale del paese deve fare i conti con una grande carenza di infrastrutture che vanno a danneggiare l'immagine del territorio.
Riviera Romagnola, Rinaldis (Federalberghi): «Bisogna facilitare gli accorpamenti delle strutture»
«Stiamo lavorando a una mappatura del territorio - rivela a Italia a Tavola il presidente di Federalberghi Rimini, Patrizia Rinaldis. Abbiamo oltre mille strutture alberghiere: sono numeri molto importanti. E quello dei 300 hotel chiusi e in stati di abbandono è un numero identificativo». E questa carenza di modernità delle strutture è dettata dal «ricambio generazionale che ha coinvolto gli hotel (molti figli non hanno scelto di continuare la strada della famiglia in termini lavorativi, in questo caso dell'albergatore)» e perché molti di questi «sono piccoli e non riescono ad essere al passo con le riqualificazioni». Per Rinaldis l'obiettivo è quello di «facilitare gli accorpamenti e di riconvertire i servizi per l'ospite come la creazione di aree verdi, parcheggi, spa, ecc...».
Satinato: «Qui in Riviera non arrivano gli investimenti stranieri»
Un problema (uno specchio), per Mauro Santinato, albergatore e presidente di Teamwork Hospitality, società di consulenza turistica, intervistato dal Corriere Romagna, è quello relativo ai pochissimi investimenti da parte di fondi stranieri: «Sapete quanti hotel cinque stelle ci sono in Riviera? Tre. Appena tre: due a Rimini e uno a Riccione. Vi sembra normale in una località definita come la capitale italiana del turismo? Tutto questo mentre in Costiera amalfitana, sul Lago di Garda, a Taormina, solo per citare tre zone di vacanza nostre concorrenti, gli hotel di lusso pullulano, grazie anche ad investimenti stranieri, che qui, però, non arrivano».
Federalberghi Rimini: «L'interesse straniero c'è, ma loro investono nelle grandi strutture»
Ma per Federalberghi Rimini l'interesse «c'è, e anche molto». Ricordando poi, che «i fondi di investimento stranieri spendono centinaia di milioni di euro per le grandi strutture» che, però, in Riviera scarseggiano. E «non è un problema di appetibilità perché tra città d'arte, fiera e litorale, la zona ha grande attrattività. Non ci vedo niente di malato. Il mondo turistico di oggi ha altri standard». Per le istituzioni di Rimini&Co, dunque, al termine della mappatura, sarà un'occasione per mettere mano alla più longeva area turistica d'Italia, che negli ultimi anni sembra essere restata ferma rispetto ad altre località come, per esempio, la Costiera amalfitana, il Lago di Garda, il Salento e Taormina.
In Riviera ci sono solamente nove hotel a cinque stelle
Il segnale di questa "arretratezza" arriva dalla scarsa presenza sull'intero litorale degli hotel di lusso: infatti, nei circa 135 chilometri di costa esistono solamente nove hotel a cinque stelle, di cui tre appartengono al gruppo Batani Select Hotels (il Grand Hotel Rimini, il Palace Hotel a Milano Marittima ed il Grand Hotel Da Vinci a Cesenatico):
- Grand Hotel Des Bains (Riccione)
- Grand Hotel Rimini (Rimini)
- i-Suite Hotel (Rimini)
- Palace Hotel (Milano Marittima)
- Grand Hotel Da Vinci (Cesenatico)
- Hotel Premier & Suites - Premier Resort (Milano Marittima)
- Hotel Waldorf- Premier Resort (Milano Marittima)
- MarePineta Resort (Milano Marittima)
- Boutique Hotel Paradiso (Milano Marittima)
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Alberto Lupini
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