Decreto o ordinanza, chi prevale? Governo-Lombardia, che pasticcio!
Fontana ha emanato un'ordinanza prima che Conte annunciasse il decreto. I due documenti contengono disposizioni leggermente diverse, su tutte quelle delle scadenze, ma nessuno sa quale prevalga
23 marzo 2020 | 13:06
di Federico Biffignandi
Giuseppe Conte e Attilio Fontana
Ad eccezione del discorso “emozionale” del Premier Giuseppe Conte quando aveva annunciato la chiusura dell’Italia, per il resto è sempre stato tutto un cercare di districarsi tra un linguaggio burocratese dei vari decreti che, in realtà, è sempre sembrato più uno scritto superficiale e approssimativo di uno studente svogliato. Si può correre, non si può correre, si può uscire ma a 200, 300, 500 metri; cane sì, cane no, le seconde case, uscire dai comuni: insomma, bella e d’impatto la campagna #staiacasa o #iorestoacasa ma ad un certo punto il popolo bue ha bisogno di vedere nero su bianco due righe precise. Anche dolorose, ma precise.
E invece anche all’ultima tornata, il baratro. L’ultimo decreto del Governo annunciato dal Premier e poi firmato stringe ancor di più le misure precauzionali chiudendo studi professionali e fabbriche, ma lascia la scadenza al 3 aprile. Bruciando sul tempo proprio Conte, poche ore prima il presidente della Regione Lombardia aveva annunciato chiusure ancora più stringenti, ma imponendo il limite al 15 aprile (come il Piemonte). Tutti spaesati, anche i giornali che non hanno sottolineato questa cosa, dando i lettori in pasto a interpretazioni grottesche (sta diventando virale il video di una signora che cala dal balcone il cane per fargli fare i suoi bisogni, per dire).
E ora, cosa si scopre? Che nemmeno la Regione Lombardia, ma neanche il Governo sanno esattamente cosa vale di più, se l’ordinanza o il decreto. «Oggi faremo degli approfondimenti», ha detto Fontana. Oggi? Ma perché oggi e non prima di emanare l’ordinanza? Una scelta figlia del panico che non sta prendendo solo i cittadini, ma anche le istituzioni che sembra seguano più il soffio del vento di giorno in giorno piuttosto che idee ragionate e razionali. Che senso ha stabilire già adesso di prolungare la clausura fino al 15 se non si è ancora capito dove davvero stiamo andando? In tutto ciò, l’assessore Giulio Gallera ha detto «Quello che vale in Regione Lombardia è ciò che è stato approvato dalla Regione». Contraddizioni intestine che aggiungono ancora confusione. Non resta che aspettare.
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