La questione è seria e non riguarda soltanto il Parmigiano Reggiano e i suoi produttori. Il rischio concreto di un inasprimento dei dazi Usa su tanti prodotti italiani (tra cui, appunto, numerosi formaggi) sta mettendo in allarme tutto il settore dell’agroalimentare nostrano.
Nicola Bertinelli
Settimana prossima l’Organizzazione mondiale del commercio definirà l’ammontare del risarcimento che gli Stati Uniti potranno chiedere agli Stati dell’Unione Europea come compensazione per la vicenda Airbus/Boeing. Una minaccia, dunque, che per il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, è «più di una minaccia, perché - dice - esiste una lista di prodotti europei, tra cui tantissimi italiani, che allo stato attuale saranno oggetto di questi dazi. È quindi fondamentale che la politica sia cosciente e consapevole che questo sta succedendo, perché finora nessuno ne parla».
Tra una decina di giorni sarà in Italia il Segretario di stato americano Mike Pompeo e quella dovrà essere l’occasione per far valere le ragioni del nostro Paese in una vicenda che, secondo Bertinelli, vede proprio l’Italia tra le vittime: «Noi non c’entriamo nulla con Airbus - dice ancora Bertinelli - che è un consorzio cui fanno parte Spagna, Germania, Francia e Regno Unito. Per questo è importante che il tema venga affrontato e la politica abbia coscienza e consapevolezza della situazione».
Sul lato pratico, l’aumento del prezzo al chilo del Parmigiano Reggiano in Usa potrebbe passare da 40 a 60 dollari, con il rischio di un calo dell’export fino al 90%: «Stimiamo - prosegue Bertinelli - una perdita di nove milioni di chili, ma la cosa ancora più grave è che questo vorrebbe dire mettere in ginocchio il comparto lattiero caseario italiano».
Il perché è facile da intuire: trovare spazio per 9 milioni di chili in qualche mese sarebbe impossibile e ciò «vorrebbe dire far precipitare i prezzi del prodotto in Italia - fa notare Bertinelli - C’è però da considerare che Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono la trasformazione del 40% del latte italiano e che in base ai loro prezzi vengono poi dopo stabiliti anche i prezzi del latte e dei suoi derivati».
Insomma una catastrofe, che coinvolgerebbe tutto il settore dell’agroalimentare, un comparto il cui export negli Stati Uniti vale 4,2 miliardi di euro. «Sarebbe una botta a uno dei comparti più in salute della nostra Italia - conclude Bertinelli - Ecco perché la cosa è assolutamente seria».