Dici colazione e, soprattutto se sei italiano, pensi immediatamente a caffè e latte. Si tratta, senza dubbio, delle due bevande protagoniste dell’inizio giornata in Italia, ma non delle uniche. Un italiano su quattro, per esempio, inizia la giornata bevendo una spremuta o un succo di frutta (con prevalenza del secondo sul primo) e il 35% degli italiani sceglie, invece, il tè al posto di latte o caffè. Discorso diverso per le tisane, che risultano ancora poco diffuse (6%), e per i centrifugati, estratti e frullati, spesso legati alla stagione calda e, in genere, ancor meno diffusi delle tisane e degli infusi (4%).
L’importanza dell’idratazione mattutina
Prima di iniziare il viaggio tra le bevande della prima colazione italiana è bene concentrarsi su un dettaglio non di certo secondario, vale a dire l’importanza di idratarsi a inizio giornata. Anche durante il riposo notturno, infatti, il corpo consuma liquidi ed è importante quindi, al risveglio, assumerne una quantità adeguata. Non basta un semplice bicchiere d’acqua, ma serve che l’intera prima colazione fornisca il giusto apporto di liquidi, oltre che di energie.
Il tè, un’occasione per incuriosire
In una ipotetica classifica delle bevande più apprezzate nella prima colazione italiana, il tè sarebbe sicuramente sul podio, ma non di certo primo. Nonostante sia, dopo l’acqua, la bevanda più consumata al mondo, il Belpaese gli preferisce caffè e latte. Al di là di questa ipotetica classifica, il tè rappresenta sicuramente un elemento che non può mancare nella colazione di bar e ristoranti.
La sua forza, in questo senso, sta nell’incredibile varietà, che riesce ad adattarsi a tutti i gusti, ma che allo stesso tempo rappresenta un’importante cartina tornasole dell’attenzione che la struttura o il locale prestano a questo tipo di prodotto. Troppo spesso, infatti, soprattutto nei bar, viene servito un tè generico o vengono proposte poche bustine, non particolarmente ricercate.
Una scena che, purtroppo, si ripete anche in diversi alberghi. Un vero peccato: il tè è, senza dubbio, un’occasione per incuriosire l’ospite. È opportuno allora offrire un prodotto che dimostri la ricerca e la volontà di sorprendere. Basta poco, per esempio per i bar qualche proposta mensile di tè particolari o per gli hotel una proposta fatta in casa. Si tratta, in questo caso, di problematiche ed opzioni che valgono anche per tisane e infusi in generale. La loro varietà rappresenta un’occasione non sempre sfruttata da bar e hotel. Per un cliente è sicuramente piacevole scoprire sempre nuovi accostamenti.
Spremute e succhi: scegliere la freschezza
Per quanto riguarda, invece, i succhi, nei bar sono in pochi a scostarsi dall’offerta tradizionale, fatta di bottiglie in vetro e gusti classici (pesca, pera, Ace, ananas e simili). Raramente, capita con più frequenza nei bar pasticceria, che possono contare su un laboratorio, c’è chi si addentra nella preparazione in prima persona dei succhi, dando spazio in questo modo alla stagionalità e premiando, a fronte di una scelta sicuramente più ridotta, un prodotto particolare e di qualità. Negli alberghi di fascia media, invece, a dominare sono i dispenser refrigerati che hanno sicuramente il merito di ridurre al minimo gli sprechi, ma che rendono di contro complesso offrire al cliente maggiori alternative di scelta.
È comune, infatti, trovare solitamente il succo d’arancia (che di fatto sostituisce la spremuta fresca) e un altro succo, che può essere ananas, tropicale o, più raramente, mela, spesso preparati tramite concentrati. I più attenti, poi, pensano anche ai bambini, offrendo per loro i tradizionali brick. Per incontrare, invece, un’offerta che si distacchi da quella classica, serve arrivare agli hotel di lusso. In questo caso, è la normalità trovare una spremuta d’arance fresca, su richiesta abbinata anche ad altri agrumi, e una scelta di succhi più ampia, in alcuni casi preparati direttamente in struttura.
In generale, devono esserci alcuni concetti chiave a guidare la proposta di bar e hotel in quest’ambito. Sicuramente la già citata stagionalità, che laddove si prediliga il prodotto fresco non può mancare. In seconda battuta, la varietà. Se per motivi di costi o per semplice scelta si prediligono prodotti industriali, a quel punto potrebbe essere positivo garantire una proposta ampia. Infine, la sperimentazione. Sperimentazione che può prendere forma anche in bevande assimilabili a succhi e spremute. Stiamo parlando di frullati, smoothie e centrifugati. La loro natura li rende perfetti per mix sempre diversi, facili da trovare al bar o negli alberghi di alta gamma. Più difficile incontrarli altrove e proprio per questo possibile strumento di ulteriore valorizzazione della prima colazione.
E l’acqua? Guai a dimenticarsene
Abbiamo parlato di tè, spremute, succhi, frullati e tutto il resto, ma non ci siamo dimenticati di qualcosa? Certo, della bevanda più bevuta al mondo: l’acqua. Anche se la colazione in albergo è un’occasione amata da molti per sperimentare e per andare oltre all’abitudine, non possono mancare alimenti base e non può quindi mancare l’acqua. In linea con una sempre maggiore attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, dagli alberghi di qualsiasi ordine sono quasi completamente sparite le bottiglie di plastica, di qualsiasi dimensione.
Le alternative proposte sono essenzialmente due. C’è chi sceglie le bottiglie in vetro, con l’ospite che può versarsi direttamente l’acqua nel bicchiere, e chi preferisce invece i distributori automatici. Quest’ultimi hanno, senza dubbio, il vantaggio di una maggior igiene, non venendo l’erogatore toccato da più persone, ma non consentono di offrire (questo vale soprattutto per hotel di alta gamma) acque specifiche, scelte per le loro caratteristiche e proprietà.
A qualcuno piace… il vino
Ai bar e agli hotel spetta, tra gli altri, anche il compito di monitorare le tendenze e i cambiamenti delle abitudini, per farsi trovare poi pronti di fronte alle richieste dei clienti, anche le più stravaganti. Tra queste c’è, senza dubbio, quella del vino a colazione. Parliamoci chiaro, è raro che qualcuno decida di bere il vino durante il primo pasto della giornata, se questo viene consumato alle prime ore del mattino. Può, invece, capitare che qualcuno lo richieda quando l’ora inizia a farsi più tarda e la prima colazione si incrocia con il brunch.
Così qualcuno sceglie, al posto di tè, succhi, latte o caffè, un bel calice. Certo, non può trattarsi di vini corposi e particolarmente strutturati, ma di proposte più leggere. Un esempio può essere il Prosecco, ma anche un rosato o un rosso frizzante, come il Lambrusco. Per questo motivo, specie nei grandi hotel, qualche bottiglia di vino al buffet non manca mai e spesso non è sola. Capita, sovente nelle strutture di alta gamma, raramente negli altri alberghi, vi siano anche superalcolici e ingredienti per cocktail o, più frequentemente, che sia possibile chiedere al cameriere di farse preparare uno. Il classico Bloody Mary, ma anche alternative più fruttate e, anche in questo caso, leggere.
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Alberto Lupini
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