Dalla sostenibilità alla trasparenza: le 5 sfide della ristorazione nel 2021

Chi vuole scommettere sul mercato della ristorazione, dovrà seguire passo passo i nuovi food trends. A cominciare dalla sostenibilità e da prodotti come i "formaggi non formaggi" . Trasparenza, qualità, brand awareness e cooking box sono le altre 4 sfide che il settore dovrà affrontare

16 gennaio 2021 | 12:36
di Mariapia Gandossi
Si sa, i primi mesi dell’anno sono carichi di buoni propositi, pianificazioni e “to do lists”. Oggi il mondo ci sembra stravolto, la pandemia ci ha portati così lontano dagli schemi passati, dalle nostre abitudini e prospettive. Eppure, sognare e fare previsioni rimane nell’indole degli imprenditori che si chiedono nonostante tutto: "Dove scommettere nel 2021"? È arrivato il momento di reinventarsi e di ripartire, puntando su strategie disruptive.

Sono 5 i concetti chiave che dominano i food trends di quest’anno.


Il green tra i food trends del 2021

1. Sostenibilità e “Green”
Con l’emergenza, anche i più scettici si sono resi conto che adottare un approccio responsabile verso l’ambiente, le persone e le risorse non è greenwashing, ma una necessità per continuare a crescere nel medio-lungo termine. Per questo motivo, le industrie alimentari si muovono verso la produzione di cibi vegetali (o plant-based) come scelta prioritaria, sperimentando ingredienti del tutto nuovi come il butter coffee, o caffè spalmabile. Si tratta di una crema in barattolo dal sapore concentrato (5 volte più intenso di un espresso) contenente ben 40 mg di caffeina, la cui ricetta sembra essere stata brevettata per la prima volta da un’azienda giapponese.

Compaiono sul mercato anche le uova vegetali surgelate, fonte proteica naturale che sta conquistando la popolazione statunitense, e la birra ottenuta dalla fermentazione di semi di avocado, con aggiunta di semi di sidro di mele. Ed in Italia? A trainare la classifica dei food trends secondo l’Osservatorio food sono i “formaggi non formaggi” che sfruttano la caseificazione vegetale e la bevanda antiossidante al frutto della passione, resa spumosa dal gac, un melone originario del Sud-est asiatico.


Anti-spreco insieme a conoscenza sulla provenienza del prodotto

2. Trasparenza
L’Innova Consumer Survey 2020 ha dimostrato che 6 persone su 10 sono interessate a ricevere informazioni dettagliate sulla provenienza del cibo che portano in tavola. Sarà dunque la trasparenza il filo conduttore della catena di produzione, dimostrata dai ristoratori tramite certificazioni d’origine (Dop, Docg), Biologico e km 0.

3. Qualità
Che i consumatori siano più consapevoli e informati ce lo ripetiamo da tempo, ma i dati lo confermano. Contano le etichette e la qualità certificata, per cui sono disposti a pagare di più. Insomma, la qualità paga, ed è meglio investire su scelte ponderate di prodotti selezionati e strumenti adeguati.


Per la qualità gli italiani sono disposti a spendere di più

4. Brand awareness
Le ricerche confermano che il consumatore si fida di più delle marche e dei nomi che conosce bene. Investire sulla Brand reputation ed affidarsi a prodotti noti per qualità e prestigio diventano step fondamentali per la fidelizzazione del cliente.

5. Cooking box
Come conseguenza del Covid-19 vedremo aumentare il numero dei ristoratori che proporranno i loro menu sotto forma di kit con ricette da replicare comodamente a casa, o di piatti da completare seguendo le istruzioni degli chef. Così il consumatore finale non sarà più visto solamente come oggetto passivo della catena di produzione, ma diventerà anche soggetto protagonista di una specie di “masterchef fai da te”.

Il coinvolgimento emotivo e la soddisfazione dei propri clienti saranno le prossime sfide del mondo Horeca, volte a combattere l’incertezza e la frustrazione portate dalla pandemia.

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Alberto Lupini


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