Dai boomer alla generazione Z, ecco chi sono e cosa vogliono i nuovi enoturisti

Le nuove generazioni sono interessate a valori diversi dai genitori come la salute e l’ambiente, la trasparenza della produzione, la sostenibilità intesa anche in chiave etica e solidale nei confronti dei territori

24 settembre 2022 | 09:23
di Emanuele Bottiroli

Come parlare alle nuove generazioni di enoturismo, come coinvolgerle, come accrescere la prossimità dei propri brand pur mantenendo vive storie e tradizioni? Se n’è parlato in un partecipato convegno - in presenza e online - organizzato dalla Strada del Vino e dei sapori dell’Etna al museo virtuale di Milo, nell’ambito di ViniMilo 2022.


L’enoturismo per le nuove generazioni

Il convegno dal titolo “Dai boomer alla generazione Z, come sta cambiando la richiesta e la comunicazione delle esperienze enoturistiche”, ha messo in luce come le nuove generazioni – in particolare i millennials – siano interessati a valori diversi rispetto quelli dei loro genitori come la salute e l’ambiente, la trasparenza dei procedimenti produttivi, la sostenibilità intesa non solo in chiave “green” ma anche come sostenibilità etica e solidale nei confronti dei territori.


Tra storia, sostenibilità e lifestyle

Temi sottolineati dalla global marketing manager di Mezzacorona (un gruppo da 190 milioni di fatturato annuo) Barbara Darra, che ha raccontato il lavoro innovativo sulla comunicazione svolto dall’azienda trentina incoronata nel 2021 dalla società specializzata Omnicom PR Group come la cantina italiana più social d’Italia con quasi un milione di like complessivi sui tre marchi principali (Mezzacorona, Rotari e Feudo Arancio). «Un obiettivo che ci rende orgogliosi - ha dichiarato Darra - ma sul quale lavoriamo da dieci anni con una scelta meticolosa dei contenuti e precisi piani editoriali che vengono rinnovati ogni mese».


Storia, tradizione, sostenibilità, lifestyle, i punti cardine per coinvolgere le giovani generazioni con un linguaggio, semplice, diretto e “poco autoriferito”, il tutto seguendo la stella polare dell’autenticità «che ci rende credibili», ha concluso Darra, annunciando come il gruppo stia studiando attualmente lo strumento “Tik Tok” per sbarcare efficacemente anche su questo social preferito dalla generazione Z.

 


Occorre un progetto professionale

L’importanza di «un progetto professionale» sulla comunicazione - a fronte dei tanti, troppi tentativi grossolani che impazzano sul web - è stata sostenuta con forza anche da Cristina Mascanzoni Kaiser, la quale ha posto l’accento sulla necessità di una “visione” globale da parte delle aziende che devono andare “oltre” la semplice accoglienza in cantina con degustazione e investire nella comunicazione innovativa. Fondatrice e ceo di WineHo, un’accademia italiana dedicata all’alta formazione in ambito della wine hospitality, Mascanzoni Kaiser ha rilevato come i nuovi trend dell’enoturismo, non possano prescindere oggi in un mondo della comunicazione sempre più veloce e in continua evoluzione dalle “connessioni con il territorio e gli eventi, senza dimenticare la promozione e la vendita dell’esperienza enoturistica, anche in network con i Tour Operator e l’integrazione con l’e-commerce”.


Nuova vita alle "esperienze"

E proprio sulla vendita delle “esperienze” parola oggi forse un po’ abusata si è soffermato Carmelo Indelicato, ceo e founder di Sicilying, un tour operator che si occupa di questo particolare settore del turismo nella nostra regione. La sua riflessione è partita da una serie di dati che danno un quadro di quanto ancora ci sia da lavorare in Sicilia, sia sul piano della mentalità che su quello della diversificazione dell’offerta esperenziale con un “rebranding” complessivo su cosa debba essere l’enoturismo non solo per i giovani winelover ma anche alla luce del difficile momento attuale con il mondo delle imprese preoccupato per il caro energia.


«I dati che abbiamo raccolto - ha precisato Indelicato - si riferiscono al 2019 e li abbiamo elaborati con grande difficoltà, perché a tutt’oggi non esistono numeri relativi al periodo pandemico per quanto riguarda il turismo enogastronomico ed esperenziale in Sicilia. Per fare due esempi soltanto l’8% delle cantine siciliane resta aperto tutto l’anno ai visitatori e solo il 20% offre esperienze turistiche sul territorio che non siano strettamente collegate alle degustazioni. Eppure, nonostante questo la Sicilia è già al sesto posto in Italia per quanto riguarda le esperienze enogastronomiche dopo colossi come Toscana, Piemonte, Veneto, Trentino e Friuli, segno che ci sono tutti gli elementi per crescere, magari pensando ad una cabina di regia in grado di coordinare le diverse esperienze, a partire da tour bike trail fra una cantina e l’altra».


Grande partecipazione e interesse

Al convegno ha preso parte anche il food blogger Riccardo Fabbio che si è definito “appassionato di vino e no influencer” e che ha raccontato alla platea di aver toccato con mano la calorosa accoglienza turistico-ecologica sull’Etna in un recente viaggio sul versante nord del vulcano.


Moderato dalla giornalista Carmen Greco, all’incontro hanno partecipato Marìka Mannino e Gina Russo, rispettivamente direttrice e presidente dell’Associazione Strade del Vino e dei sapori dell’Etna e la vicesindaca di Milo, Maria Concetta Cantarella, che ha portato i saluti del sindaco, Alfio Cosentino.

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Alberto Lupini


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