Da Catania alla cima dell'Etna A spasso tra i sapori della Sicilia

Dai cannoli ripieni di ricotta agli arancini, dal miele alle fragole, fino al pesce fresco. La provincia etnea seduce i visitatori con un'esplosione di sapori

13 ottobre 2020 | 12:40
di Renato Andreolassi
Dolci unici, in una città unica: Catania. Conoscerla in questo primo scorcio d'autunno attraverso i suoi classici cannoli, le tortine alle mandorle e gli arancini, rappresenta un modo tradizionale e nello stesso tempo attraente per (ri)scoprirla. Due le tappe d'obbligo, peraltro raggiungibili senza nemmeno troppa fatica perché si trovano l'una di fianco all'altra, le pasticcerie Savia e Spinella. Arrivarci è semplice perché sono a metà della via Etnea, di nero lastricata con pietra vulcanica; riuscire a sedersi ai tavolini esterni - in certe ore del giorno - piuttosto complicato per l'affollamento e le restrizioni anticovid.



Che cosa ho apprezzato in questa mia breve “esperienza dolciaria” in terra siciliana? Il cannolo alla ricotta di Spinelli, semplicemente superlativo, e il tortino alle mandorle di Savia, leggerezza e gusto di mare nel cuore della movida. Se peccato di gola deve essere, allora non perdetevi queste due prelibatezze, le migliori a mio parere sfornate dai pasticceri dei due storici locali. Per gli altri dolci - babà compresi - la gara non è ammessa. Caffè invece non proprio all'altezza, in entrambi i locali, dai quali si ammirano gli splendidi giardini dedicati al grande Bellini.

Il rifugio Sapienza

Gli arancini migliori? Al rifugio Sapienza, dopo l'esaltante e faticosa salita sull'Etna. L'aria dei 3.300 metri del vulcano, l'unico attivo in Europa, da un sapore unico all'impasto di riso, ragù, spinaci e formaggi vari. Scendendo dal vulcano fermatevi a Zafferana Etnea, troverete all'azienda agricola Costa, uno miele sublime alle fragole e ai frutti di bosco, un vero oro dell'Etna. E se avete tempo andate a “respirare”, in città, i decisi profumi - e le urla - del mercato del pesce fresco, a due passi dalla Basilica di S. Agata. Concludete il soggiorno, al Monastero dei Benedettini con la cucine dei monaci, riaperte da poco tempo. Il complesso, Patrimonio Unesco, ospita anche la biblioteca civica, con la straordinaria sala Vaccarini. Il Barocco e il buon cibo, in un connubio più unico che raro.

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Alberto Lupini


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