Cuochi campani contro De Luca «Così chiudiamo per sempre»
Il governatore ha stretto ulteriormente le misure anti contagio colpendo in primis il mondo della ristorazione (ancora). Dura reazione degli addetti ai lavori: «Ritiri l’ordinanza»
30 settembre 2020 | 11:28
Untori di serie A e untori di serie B. Già dal momento in cui si iniziava a ragionare su quali attività sarebbero potute ripartire dopo il lockdown si era capito che molto si stava facendo per riaprire - ad esempio - il campionato di calcio e che poco - e male - si stava mettendo in campo per far riaprire bar e ristoranti. E oggi è ancora così. Mentre il campionato di serie A fa registrare una squadra, il Genoa, con 14 positivi ma quasi tutti tacciono sperando che si vada avanti comunque, le Regioni emettono ordinanze che tagliano le gambe al mondo della ristorazione.
L’ultima in ordine di tempo è quella della Regione Campania. Il governatore Vincenzo De Luca ha firmato una nuova ordinanza valida fino al 7 ottobre per arginare i contagi Covid che prevede lo stop alla movida alle 22 poi divieto di alcolici. Feste pubbliche e private non potranno ospitare più di 20 persone; stop a discoteche e baretti. Un mini lockdown che limita di molto la vita notturna come nel periodo della scorsa primavera. Restano sospese sagre e fiere.
Reazioni dure da parte del mondo della ristorazione regionale: «De Luca ritiri l’ordinanza n.75 - ha detto il presidente dei Cuochi campani Luigi Vitiello - con questo provvedimento, che impone lo stop alle cerimonie con oltre 20 ospiti, rischiano di fallire centinaia di aziende ristorative. Non siamo noi gli untori. Fin qui mai un positivo dovuto ad una cerimonia. Un settore colpito ripetutamente senza avere colpe. Basta con questi provvedimenti calati dall’alto nel giro di poche ore. Così ci fanno chiudere i battenti per sempre».
Anche la Federcuochi nazionale è intervenuta a sostegno di Vitiello: «Siamo vicini ai colleghi, ai ristoratori e agli imprenditori campani e chiediamo l'immediato ritiro dell'ordinanza emanata da De Luca».
Strette che contagiano anche altre città. Il sindaco di Bologna Virginio Merola ha fatto scattare l’obbligo di mascherina all’aperto nel week-end in centro storico, con disposizione che entra in vigore da venerdì 2 ottobre alle 18 fino a domenica alle 24. «Reiterata - ha detto il primo cittadino - anche la chiusura di piazza San Francesco che come sapete scade il 30 settembre».
Unione regionale cuochi campani
L’ultima in ordine di tempo è quella della Regione Campania. Il governatore Vincenzo De Luca ha firmato una nuova ordinanza valida fino al 7 ottobre per arginare i contagi Covid che prevede lo stop alla movida alle 22 poi divieto di alcolici. Feste pubbliche e private non potranno ospitare più di 20 persone; stop a discoteche e baretti. Un mini lockdown che limita di molto la vita notturna come nel periodo della scorsa primavera. Restano sospese sagre e fiere.
Reazioni dure da parte del mondo della ristorazione regionale: «De Luca ritiri l’ordinanza n.75 - ha detto il presidente dei Cuochi campani Luigi Vitiello - con questo provvedimento, che impone lo stop alle cerimonie con oltre 20 ospiti, rischiano di fallire centinaia di aziende ristorative. Non siamo noi gli untori. Fin qui mai un positivo dovuto ad una cerimonia. Un settore colpito ripetutamente senza avere colpe. Basta con questi provvedimenti calati dall’alto nel giro di poche ore. Così ci fanno chiudere i battenti per sempre».
Anche la Federcuochi nazionale è intervenuta a sostegno di Vitiello: «Siamo vicini ai colleghi, ai ristoratori e agli imprenditori campani e chiediamo l'immediato ritiro dell'ordinanza emanata da De Luca».
Strette che contagiano anche altre città. Il sindaco di Bologna Virginio Merola ha fatto scattare l’obbligo di mascherina all’aperto nel week-end in centro storico, con disposizione che entra in vigore da venerdì 2 ottobre alle 18 fino a domenica alle 24. «Reiterata - ha detto il primo cittadino - anche la chiusura di piazza San Francesco che come sapete scade il 30 settembre».
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