La cucina romana conquista i leader di tutto il mondo
Il G20 che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma è stata l'occasione per ristoranti e hotel di deliziare i potenti della Terra con le sfiziosità più iconiche della cucina locale e italiana
Si è appena concluso, con risultati positivi, l’importante summit di tre giorni del G20 che ha riunito a Roma 20 leader del mondo, tra presidenti e premier, per trovare soluzioni su come intervenire per abbassare il riscaldamento del pianeta e combattere l’inquinamento globale. L’incontro è stato anche una ghiotta occasione per delle fughe dal protocollo per visitare la Roma antica come ha fatto di buon mattino il primo ministro inglese Boris Johnson al Colosseo. Oppure per godere della nostra straordinaria cucina e ospitalità nelle trattorie e nei sofisticati ristoranti in una Roma splendida e soleggiata di fine ottobre, super blindata per le rigide misure di sicurezza per gli illustri ospiti, ma perfetta per farsi un giro in centro come semplici turisti.
Fuga al Marchese per due first lady
È quello che hanno fatto le mogli del presidente americano Joe Biden e quella del francese Emmanuel Macron che, come due vecchie amiche, sono andate al Marchese, una elegante osteria in via Ripetta dove si concentra tutto il bello di Roma per tradizione e designer, a farsi un tè e “simpatia”, come diciamo noi a Roma, allargato ad aperitivo rinforzato per lo staff che le seguiva.
Dopo aver salutato lo chef e la brigada in cucina, le due first ladies hanno ordinato un tè allo zenzero e limone accompagnato da pasticceria secca, cantuccini, ciambelline al vino, per poi continuare con un tiramisu, specialità del pasticcere del Marchese. Lo staff che le accompagnava ha pasteggiato con i personalissimi cocktail di Fabrizio Valeriani, il capo barman, e gustato la prelibatezza di Daniele Roppo, il cuoco: le crocchette di bollito fritto con salsa verde, quelle di baccalà con le passatine di ceci e le pinze croccanti romane. Le signore stimolate dai profumi nell’aria, dopo il tè, si son dette “perché no”, e anche loro hanno chiuso l’incontro con due bicchieri di Sauvignon. Le due first ladies sono state insieme per circa un’ora e mezza e hanno ammirato la bellezza del locale, l’architettura, l’ambiente, e l’atmosfera un po’ parigina che si respirava complimentandosi per la cucina con Daniele Roppo.
La Francia da Otello
La sera di venerdì, Emmanuel Macron e Brigitte, dopo una promenade mano nella mano, hanno attraversato piazza di Spagna e sono arrivati al ristorante da “Otello”, in via Mario dei Fiori, per gustare una cena a base di piatti della tradizione. Per loro niente privé: hanno voluto stare in mezzo alla gente. Lo starter è partito con carciofi, zucchine e fiori di zucca, a seguire pasta al pomodoro con basilico e parmigiano per lui e cacio e pepe per lei. Niente dolci, ma diversi calici di un buon Barolo. Nei giorni seguenti mentre Macron era occupato con le riunioni per il vertice, la signora Brigitte veniva coccolata dallo chef dell’hotel Sofitel, Giuseppe D’Alessio, con un repertorio divertente di stuzzicanti piatti romani come i suoi speciali supplì, una porchetta fatta solo per lei che è piaciuta molto, paste scelte dal menu come la carbonara e matriciana abbinata ad uno chardonnay toscano di Frescobaldi.
Erdogan fisso al St.Regis
Altra storia gastronomica quella del presidente turco Recep Erdogan, che non si è mosso dal lussuosissimo St.Regis, hotel dove alloggiava, di proprietà dello Sceicco Al Tani del Qatar. I pasti e la cena per lui li ha preparati in tutta segretezza il suo cuoco personale nella cucina messagli a disposizione dall’hotel: purtroppo per il silenzio imposto non siamo riusciti a sapere la composizione dei piatti.
Al De Russie premier spartani
Per quanto riguarda i premier che alloggiavano nel più iconico hotel di Roma, il De Russie, le fughe di notizie ci raccontano che sono stati i più spartani: il presidente sud coreano Moon Jae-In si è fatto portare in camera una pizza margherita e una mozzarella di bufala. La cancelliera tedesca Angela Merkel, da parte sua, si è accontentata di pinzimonio, uova strapazzate e crème brulée. E un buon vino la cui scelta, ci dicono, è frutto di un’attenta e grande passione. A seguire le stesse orme è stato Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, che, avendo portato con sé la famiglia, si era fatto dare uno spazio privato nel giardino dove consumare abbondanti e piacevolissime colazioni. Il sultano del Brunei nonche anche primo ministro, per la ristorazione è andato nel sicuro alloggiando nel suo albergo il prestigiosissimo Eden dove lo chef stellato Michelin Fabio Ciervo ne cura la cucina. Ma anche qui nonostante i buoni rapporti con lui, non è trapelato niente su quello che il Sultano ha voluto mangiare.
La misteriosa delegazione golosissima
I più attenti ed esigenti in campo gastronomico che hanno approfittato di questa occasione sono stati i componenti di una delegazione che - per segreto professionale le “gole profonde” non ci hanno detto quale fosse la delegazione - sono andati al “Mirabelle”, il ristorante dove lo chef Stefano Marzetti, per la sua grande capacità nell’integrare alimenti diversi eleva la tradizione in alta cucina, con proposte personali di pesce e carne e cacciagione. Gli ospiti hanno costruito un menu degustazione di 7-10 piatti, partendo con un Roquefort e carciofi con insalatina di radici e puntarelle - cremoso di pecorino romano e un bland di carciofo, quello classico fatto alla romana e poi stufato. Viene fatto a pallina all’interno un cremoso d’uovo come se fosse uno zabaione che poi diventa liquido quando viene fritto con una panatura croccante … Questo l’antipasto.
A seguire con i Ravioli di zucca, bottoni di pasta fresca con all’interno il Castelmagno, crema di zucca, radicchio e brasato al barolo e nocciole piemontesi: diciamo un giro per le Langhe senza il tartufo. Per il secondo hanno optato per il pesce con la coda di rospo sfumato con sakè, soia e lemon-gras accompagnato da una wake di verdure e una cialda di riso soffiato. Per concludere, hanno voluto provare il mitico soufflé del Mirabel in due versioni, una al cioccolato bianco, o arlecchino a due colori, accompagnato da diverse salsine di cioccolata, arancia, panna montata. Che dire: bravi.
Per il resto della truppa dei presidenti, purtroppo e con dispiacere non ci sono pervenute soffiate. Ma, considerando le varie culture e latitudini, averlo saputo sarebbe stato molto interessante e utile per capire se è vero che la nostra cucina non ha più confini ed è apprezzata e ricercata in tutto il mondo. Chiudiamo con lo special dinner di tre portate offerto a tutti i leader del G20 e alle loro consorti dal presidente Sergio Mattarella al Quirinale. Il menu con le verdure dell’orto presidenziale è stato ideato da Fabrizio Boca, lo chef del Quirinale che ha “cucinato” per ben tre precedenti presidenti.
Questi i piatti della cena:
- Salmone marinato all’aneto con polvere d’olive
- Risotto alla zucca
- Filetti di spigola
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Alberto Lupini