La crisi di catering e banchetti Ripartenza solo nel 2021?

In una lettera al Governo, il presidente dell’Associazione del Banqueting e Catering italiano chiede più attenzione al settore: «Eventi annullati per tutto l’anno». In gioco il destino di 1.200 aziende e 100mila addetti

11 maggio 2020 | 09:50
Tempi certi e condizioni sostenibili per ripartire al più presto ed evitare il tracollo di un settore che conta 1.200 imprese, dà lavoro ad oltre 100mila addetti e genera un fatturato di 1,8 miliardi di euro l’anno. È ciò che chiede l’Associazione del Banqueting e Catering italiano al Governo, in attesa del nuovo decreto. In una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai ministri dell’Economia, dello Sviluppo economico e dei Beni culturali, il presidente Paolo Capurro spiega la situazione di crisi in cui si trova attualmente l’intero comparto, uno tra i primi a chiudere i battenti, e senz’altro l’ultimo a riprendere l’attività. Il timore è quello di ripartire addirittura nella primavera del 2021, in considerazione del fatto che quasi la totalità degli eventi sono stati rimandati a quel periodo.

Paolo Capurro

«Siamo parte di una filiera complessa, di cui siamo il terminale – spiega Capurro – Una filiera che crea lavoro per 569.000 persone fra le più svariate figure professionali e genera 65,5 mld di euro di fatturato e che contribuisce a rendere il nostro Paese l’eccellenza internazionale nell’arte dell’accoglienza, con quello stile unicamente italiano che tutto il mondo ci invidia».

«Non si possono più sprecare ore, giorni, mesi, non c’è più tempo – scrive ancora il presidente – Crediamo, invece, che sia giunto il tempo di avere concretamente delle indicazioni chiare con tempistiche e protocolli tecnici e igienico-sanitari correlati alle nostre specificità, utili a permettere una riprogrammazione ed una ripartenza seria e responsabile. Finora, tutti gli incontri informali, le richieste formali così come la manifestata disponibilità a lavorare insieme al Governo per individuare le disposizioni migliori e più responsabili, non hanno avuto esiti concreti. Manifestiamo, ancora una volta con responsabilità, la disponibilità al dialogo ed al confronto. Abbiamo bisogno di risposte immediate o l’unico triste e drammatico evento a cui assisteremo sarà il fallimento delle nostre imprese e la disperazione di migliaia di imprenditori e lavoratori».

Il settore dei banchetti rischia uno stop fino al 2021

Di seguito il testo integrale della lettera del presidente dell’Associazione del Banqueting e Catering italiano al Governo.


“Caro Presidente, Cari Ministri,
Vi scrivo in qualità di Presidente della principale Associazione del Banqueting e Catering italiano che rappresenta un settore (rif. cod. Ateco 56.21.00) in cui operano oltre 1.200 imprese con un fatturato di 1,8 mld di euro, dando lavoro ad oltre 100.000 addetti. Siamo parte di una filiera complessa, di cui siamo il terminale. Una filiera che crea lavoro per 569.000 persone fra le più svariate figure professionali e genera 65,5 mld di euro di fatturato e che contribuisce a rendere il nostro Paese l’eccellenza internazionale nell’arte dell’accoglienza, con quello stile unicamente italiano che tutto il mondo ci invidia.

Relativamente alla grave crisi economica che la pandemia Covid-19 ha generato, ci preme sottolineare il gravissimo stato di crisi in cui settore si trova a vivere. Pur in vista di una possibile riapertura, la cosiddetta “fase 2”, non sfuggirà che, proprio a causa delle caratteristiche stesse del nostro settore, le nostre imprese saranno impossibilitate ad operare per tutto il corrente anno ed a vedere uno spiraglio di ripartenza non prima della primavera 2021.

Il mondo degli eventi, sia pubblici che privati, risente delle tempistiche di programmazione, che nel caso di un evento aziendale può essere di alcuni mesi e nel caso di eventi congressuali ancora più lunga. Stesse considerazioni, seppur maggiori, valgono per gli eventi privati, in primis l’evento “wedding”, che richiede almeno 12/18 mesi dal primo contatto con il cliente fino alla “messa in opera” dell’evento stesso.

Sulla base dei dati in nostro possesso allo stato attuale siamo con:
  • il 100% degli eventi business che sono stati annullati fino a dicembre 2020 e ancora non riprogrammati;
  • gli eventi privati sono stati disdettati (circa un 80%) in forza della percepita instabilità nella risoluzione della pandemia e solo per un 20% riprogrammati dalla primavera 2021 in poi, creando ulteriori disagi con la dovuta restituzione delle caparre confirmatorie lasciate dai clienti a deposito e conferma degli eventi stessi.
Prevediamo non solo un calo del fatturato con percentuali che vanno dal 75 al 100% con inevitabili e drammatiche ripercussioni sui livelli occupazionali ma anche sulla possibilità stessa di sopravvivenza delle nostre aziende in un periodo così lungo di “vuoto” produttivo.

Con una punta di orgoglio, mi sento di poter dire che il nostro prodotto principale non è l’evento in sé, di qualsivoglia natura sia, ma la convivialità, la socialità, la felicità, l’emozionalità di chi affida alle nostre organizzazioni momenti così importanti della sua vita personale o professionale.
Da sempre sappiamo che il segreto principale per fare bene il nostro lavoro, è farlo come un grande atto di amore e senza apparire, lasciando ai nostri clienti il centro delle attenzioni e delle emozioni.

Non vorremmo che questa attitudine porti il comparto, le sue aziende ed i suoi lavoratori a non essere presente nei pensieri di chi sta immaginando dei provvedimenti a supporto dell’economia. Non verrebbero solo cancellati anni di impegno e sacrificio delle nostre aziende, ma si rischierebbe di far sparire un settore di eccellenza che contribuisce non solo a rendere il nostro Paese apprezzato nel mondo ma attrazione stessa delle destinazioni di eventi.
Auspicando un sollecito e cortese riscontro, resto a Vs disposizione”.

Per informazioni: www.anbc.it

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Alberto Lupini


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