Criminalità organizzata: ecco come si infiltra anche tra i pubblici esercizi
La crisi economica ha aumentato la vulnerabilità delle imprese alle infiltrazioni criminali: un fenomeno che aggredisce anche i pubblici esercizi. Un convegno a Roma analizzerà i rischi per l'economia locale
La crisi economica e la recente pandemia hanno aumentato la vulnerabilità delle imprese, esponendole maggiormente alle influenze della criminalità organizzata. Si tratta di un fenomeno che riguarda Roma, ma anche altre grandi città italiane e che va a nocumento anche dei pubblici esercizi, costretti a dover competere in condizioni di concorrenza sleale. «Il nostro è un settore che è facilmente aggredibile», ammette Sergio Paolantoni, presidente Fipe Confcommercio Roma, la Federazione dei pubblici esercizi.
Criminalità organizzata e pubblici esercizi: la situazione
Quello dei pubblici esercizi rimane un settore fortemente attrattivo per le organizzazioni criminali, anche di stampo mafioso: «Pubblici esercizi e ristoranti sono aziende altamente attrattive per quel tipo di attività di riciclaggio - aggiunge Paoloantoni -, dove è facile fare un certo tipo attività, come esempio di lavanderia del denaro». Anche perché per prendere in gestione un bar «ormai basta una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività)».
Tuttavia, come ricorda Maurizio Pasca, presidente nazionale Silb-Fipe (Associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo), si tratta di un fenomeno che abbraccia anche altri settori: «È un periodo di crisi settoriale, e mi riferisco alle attività dell'intrattenimento, ma non solo. Certamente queste situazioni offrono terreno fertile per investimenti poco leciti, come quelli che derivano dalla mafia. Quest'ultima deve continuamente investire il proprio denaro, e lo fa finanziando l'acquisto di attività, che possono essere legate all'intrattenimento, alla ristorazione, ma anche al settore immobiliare e a molti altri settori».
Criminalità organizzata e pubblici esercizi: i campanelli d'allarme
Un primo passo per monitorare la situazione è quello di mappare i cambi di proprietà. «Anche a Roma, come a Firenze e Milano - dice Paolantoni -, stanno fiorendo locali di cui la proprietà non è ben conosciuta. Non dico che sia di dubbia provenienza, ma quantomeno non è chiara. Ci sono molti gruppi imprenditoriali che, negli ultimi anni, hanno aperto decine di locali e continuano ad aprirne, destando sorpresa in chi ha sempre lavorato nel settore. Tutti questi investimenti fanno sorgere qualche domanda. Soprattutto nel centro storico, ci sono alcune aree che sono tra le più frequentate dai turisti, in cui i locali cambiano continuamente proprietà e insegna, ma alla fine i titolari sembrano sempre appartenere agli stessi gruppi di persone».
«Sappiamo bene - aggiunge Pasca - quali sono le infiltrazioni mafiose, non solo nel settore della ristorazione, ma anche nell'industria e, in particolare, nel turismo. Si tratta di un fenomeno che esiste da tempo, e oggi più che mai è necessario prestare molta attenzione quando si decide di vendere, verificando a chi si vende e comprendendo l'origine del denaro. Certamente, infatti, bisogna fare attenzione, e quando vengono fatte proposte di acquisto da parte di soggetti non conosciuti, è fondamentale approfondire chi è l'acquirente e da dove proviene il denaro utilizzato per l'acquisto di quote societarie».
Criminalità organizzata e pubblici esercizi: un fenomeno non solo italiano
Sarebbe sbagliato, però, ridurre il problema delle infiltrazioni mafiosi - e criminali in senso lato - alla sola malavita italiana, come sottolinea il presidente di Silb: «Questo non riguarda solo il fenomeno delle infiltrazioni mafiose. Basti pensare, per esempio, alle acquisizioni che alcuni stranieri, soprattutto di nazionalità cinese, stanno facendo in diversi settori economici, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Non dobbiamo concentrarci soltanto sulla mafia locale, ma guardare anche alle mafie di altri Paesi».
Criminalità organizzata e pubblici esercizi: il mercato falsato
C'è poi il tema di una concorrenza sleale. Non solo perché queste attività sono in grado di avere una capacità di investimento superiore alla media in quanto provviste di ingenti somme perché, ricorda il numero uno di Silb, «la mafia deve reinvestire quello che guadagna illecitamente». «Noi - lamenta Paolantoni - dobbiamo rispettare le regole, mentre gli altri a quel punto, cambiando società ogni due anni, non iscrivono il personale, non pagano i contributi, non versano l'Iva: chiaramente delle regole se ne fregano».
«Il messaggio che posso mandare ai miei colleghi - conclude Pasca - a cui magari vengono fatte delle offerte molto vantaggiose è quello di fare molta attenzione e di segnalarle alle autorità competenti. Anche perché così si può arginare un po' il fenomeno, anche se poi è ovvio che gli imprenditori di fronte a delle proposte vantaggiose magari non chiudono un occhio ma li chiudono entrambi».
Criminalità organizzata ed economia, il convegno
Il 24 settembre 2024, nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano della Camera di Commercio di Roma, si terrà un convegno intitolato "Le infiltrazioni della criminalità organizzata nell'economia romana". L'evento, che inizierà alle 9:30, è organizzato dall'Osservatorio della Camera di Commercio di Roma sulle Politiche per il Contrasto alla Criminalità Economica e si concentrerà sui rischi di infiltrazioni criminali nelle attività economiche della Capitale, con particolare attenzione alle sfide legate all'imminente Giubileo del 2025. Il convegno si articolerà in tre sessioni, durante le quali esperti del settore e rappresentanti delle istituzioni affronteranno le problematiche connesse a questo fenomeno, offrendo al contempo soluzioni e strumenti di contrasto.
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Alberto Lupini
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