Il covid presenta il conto agli hotel Nel 2021 fallimenti in tutta Europa
Solo in Italia si prevedono aumenti del 20% per i fallimenti di alberghi e B&B nel 2021 (-6% stimato per il 2020). Dopo le chiusure del lockdown nessun Paese si è ripreso e il turismo si è annullato . Alla Francia il record di picchi negativo (-99%) e positivo (-13%) nelle prenotazioni. Il trend coinvolgerà anche i ristoranti
15 ottobre 2020 | 08:30
di Alberto Lupini
GIA' QUEST'ANNO IN ITALIA DAL 6% AL 20% DI FALLIMENTI IN PIU' PER GLI ALBERGHI
Non a caso le associazioni di categoria (in Italia Federalberghi e Confindustria alberghi) lanciano continui allarmi. Del resto gli hotel sono per lo più rimasti finora in piedi grazie alle misure temporanee di sostegno arrivate dallo Stato. Fra seconda ondata di contagi e crisi economica ci potrebbe ora essere un colpo di grazia ad un comparto che, nonostante una parziale ripresa nei mesi estivi, è già in ginocchio, in Italia come nei principali Paesi europei (vedi grafico sull eprenotazioni). Per il 2020 in Italia si attende così un aumento del 6% dei fallimenti, che potrebbero però salire al 20% con una “crisi nera”. A pagare un conto salatissimo sarebbero hotel e b&b, soprattutto nelle grandi città, e le agenzie turistiche. Ma molte chiusure potrebbero riguardare anche una fetta importante del commercio: negozi di moda, concessionarie auto, bar e ristoranti). E questo mentre a livello mondiale le entrate del turismo sono crollate del 41%.
Il crollo delle prenotazioni in hotel e B&B nel 2020
Del resto è ormai noto ai più come turismo è stato il più colpito dalla pandemia a livello mondiale. Per restare alla sola Europa. È utile rifarci ad esempio al dato delle prenotazioni elaborato da Stockapp. In pieno lockdown (la 15 settimana dell’anno) la Spagna aveva registrato ad esempio una diminuzione del 97% delle prenotazioni sui siti di maggiore utilizzo quali Airbnb, Expedia e Booking.com. Alla Francia era toccato il primato negativo con un 99% di prenotazioni in meno rispetto allo stesso periodo nel 2019, superando di poco anche l’Italia. Con la chiusura delle frontiere per proteggere i cittadini, gli Stati hanno di fatto fermato il “turismo globale” e quello interno è crollato per i blocchi ai movimenti.
LIMITATA E TEMPORANEA LA RIPRESA ESTIVA
C’è stato un leggero rialzo durante l’estate in un po’ tutti i principali Paesi europei durante l'estate. E anche in questo caso il primato (positivo stavolta) era della Francia che era riuscita a contenere al -20% le prenotazioni, ma sempre al di sotto dei livelli del 2019, salvo poi ricadere ad un -50%:
Anche il periodo tradizionalmente alto dell'estate non è stato quindi risparmiato dall'effetto virus, e ciò in tutta Europa. I risultati migliori sono stati un -16% di prenotazioni della 26° settimana per la Spagna e un -13% per la Francia nella 27°. Nettamente al di sotto invece i dati di Gran Bretagna e Italia, dove la settimana migliore (a livello di prenotazioni) è stata la 30°, con un -44%.
L'andamento delle prenotazioni per i principali portali
NEL MONDO IL TURISMO HA GIA' PERSO 340 MILIARDI DI DOLLARI
Le entrate previste dal turismo mondiale nel 2020 prima che la pandemia prendesse piede erano di 712 miliardi di dollari, ma Covid-19 ha imposto la riduzione a 369,4 miliardi di dollari (-41%) contro i 685 miliardi raggiunti nel 2019. E il turismo europeo è stato ovviamente il più colpito, visto che oltre ai flussi interni è determinato anche da quelli provenienti dalle Americhe (Usa in primis) e dalll'Asia. La previsione europea è stata ridotta di quasi 95 miliardi, una diminuzione del 41,4% mentre la previsione asiatica è stata ridotta del 33,4%, per un totale di oltre 85 miliardi. Tra i singoli paesi, le nuove previsioni indicano che l'Italia dovrebbe sentire l'impatto più negativo in termini di turismo con nuove proiezioni quasi del 45% in meno rispetto alle previsioni originarie.
Se questa è la fotografia a oggi, è facile prevedere che non potrà certo andare meglio andare nei mesi prossimi. Anche perché sono pochi i comparti economici che sembrano avere spunti positivi. Non dimentichiamo infatti che nel resto del sistema produttivo potrebbero essere pesantemente colpite anche tutte le aziende più piccole, meno patrimonializzate e poco digitalizzate Si dovrebbe salvare invece solo il settore dell’agroalimentare e della farmaceutica. In tenuta, se non in espansione (almeno sul mercato italiano), dovrebbe essere poi il comparto edile per i provvedimenti del bonus energetico sulle case da ristrutturare (cappotti e caldaie col 110%).
Tornando alla ricerca di Euler Hermes, l'Indice di Insolvenza Globale elaborato aveva registrato nel mondo un calo del 13% dei fallimenti nel secondo trimestre di quest'anno e del 7% nel primo semestre (su base annua), dovuto principalmente alla sorta di sospensione generalizzata delle attività e dal contestuale aiuto pubblico che ha di fatto rinviato l’inevitabile. Ma, secondo gli analisti, la graduale eliminazione degli aiuti e, soprattutto, del blocco delle procedure concorsuali, porterà a una forte inversione di tendenza delle insolvenze aziendali globali, con un aumento del + 31% previsto entro la fine del 2021 rispetto al 2019. Per quest’anni la crisi porterà a più fallimenti nell'America del Nord, in America Latina e nell'Europa centrale, mentre l'Europa occidentale e l'Asia registreranno aumenti annuali più consistenti l'anno prossimo. E fra questi, come detto, un dato determinante sarà proprio quello delle aziende del truismo, in Italia come in tutta Europa.
© Riproduzione riservata
• Leggi CHECK-IN: Ristoranti, Hotel e Viaggi
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini