Covid e incertezza costano cari al turismo che nel 2020 perderà 53 miliardi di euro. Mancano gli aiuti
L'anno segnato dalla pandemia ha tagliato le gambe ai viaggi. Federturismo-Confindustria snocciola i dati della crisi e chiede al Presidente Sergio Mattarella interventi mirati di sostegno
17 dicembre 2020 | 12:31
Le perdite del turismo sono sempre più precise con l’avvicinarsi della fine dell’anno: Federturismo-Confindustria ha fissato a 53 miliardi di euro il calo dei ricavi che si è verificato nel 2020. La stessa associazione, alla luce di questi dati drammatici, si è dunque rivolta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella chiedendo spiegazioni ed interventi sull’assenza di misure significative dedicate al settore nel Recovery Plan.
Primo trimestre 2021: perdite per 7,9 miliardi
Quello che ad ora preoccupa di più i professionisti del settore è un prolungamento dei tempi di ripresa del turismo. Le stime dicono che nel 2021, per via delle ulteriori restrizioni che dovranno scongiurare una terza ondata, nei bilanci apparirà un altro rosso da 7,9 miliardi a causa di una riduzione del 60% dei flussi italiani e dell’85% di quelli internazionali.
Sangalli: Situazione drammatica
Spiega il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli: «La situazione è veramente drammatica e occorre fare ogni sforzo per far ripartire un comparto così decisivo per il nostro Paese. Le Camere di commercio sono rimaste accanto alle imprese turistiche. Abbiamo investito per mettere in atto azioni tempestive, tagliate a misura di impresa: dal sostegno alla liquidità ai contributi per garantire la sicurezza dell’ospitalità sino agli interventi per la digitalizzazione».
Francia e Germania hanno stanziato 15 e 35 miliardi
Per sottolineare la gravità di un Recovery Plan che ha “dimenticato” il turismo, Federturismo-Confindustria ha fatto un confronto con quanto disposto da Francia e Germania: 15 e 35 i miliardi destinati al settore. L’Italia invece si è fermata solo a 3, tra l’altro da dividere con la Cultura generando un imbarazzante punto di domanda: come suddividersi i fondi?
In ballo ovviamente non ci sono solo i fatturati, ma a questo punto anche la sopravvivenza delle strutture ricettive e, di conseguenza, i posti di lavoro che danno da mangiare a migliaia di famiglie. Marina Lalli, di Federturismo-Confindustria lamenta l’impossibilità di programmazione e l’inutilità di “toppe” piazzate qua e là per placare gli animi, ma non per dare ossigeno.
Franceschini: Pochi 3 miliardi, ma sono per il futuro
Pronta la risposta del ministro ai Beni Culturali, Dario Franceschini: «Anche io penso che 3 miliardi siano pochi, ma il Recovery non è fatto per settori verticali e ministeriali, è fatto per progetti trasversali. Non è per l’emergenza, ma per la fase successiva e per gli interventi strutturali. È importante dunque che ci siano scelte strategiche e condivise.
L’incertezza nei mercati costa carissima e il turismo lo sta toccando con mano. Luca Patanè, presidente del Gruppo Uvet e di Confturismo-Confcommercio ha sottolineato come l’Italia non sia la più ricercata sui motori di ricerca. Per questo il Governo ha il compito di dare una mano al turismo in termini di comunicazione.
Anno nero per il turismo
Primo trimestre 2021: perdite per 7,9 miliardi
Quello che ad ora preoccupa di più i professionisti del settore è un prolungamento dei tempi di ripresa del turismo. Le stime dicono che nel 2021, per via delle ulteriori restrizioni che dovranno scongiurare una terza ondata, nei bilanci apparirà un altro rosso da 7,9 miliardi a causa di una riduzione del 60% dei flussi italiani e dell’85% di quelli internazionali.
Sangalli: Situazione drammatica
Spiega il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli: «La situazione è veramente drammatica e occorre fare ogni sforzo per far ripartire un comparto così decisivo per il nostro Paese. Le Camere di commercio sono rimaste accanto alle imprese turistiche. Abbiamo investito per mettere in atto azioni tempestive, tagliate a misura di impresa: dal sostegno alla liquidità ai contributi per garantire la sicurezza dell’ospitalità sino agli interventi per la digitalizzazione».
Francia e Germania hanno stanziato 15 e 35 miliardi
Per sottolineare la gravità di un Recovery Plan che ha “dimenticato” il turismo, Federturismo-Confindustria ha fatto un confronto con quanto disposto da Francia e Germania: 15 e 35 i miliardi destinati al settore. L’Italia invece si è fermata solo a 3, tra l’altro da dividere con la Cultura generando un imbarazzante punto di domanda: come suddividersi i fondi?
In ballo ovviamente non ci sono solo i fatturati, ma a questo punto anche la sopravvivenza delle strutture ricettive e, di conseguenza, i posti di lavoro che danno da mangiare a migliaia di famiglie. Marina Lalli, di Federturismo-Confindustria lamenta l’impossibilità di programmazione e l’inutilità di “toppe” piazzate qua e là per placare gli animi, ma non per dare ossigeno.
Franceschini: Pochi 3 miliardi, ma sono per il futuro
Pronta la risposta del ministro ai Beni Culturali, Dario Franceschini: «Anche io penso che 3 miliardi siano pochi, ma il Recovery non è fatto per settori verticali e ministeriali, è fatto per progetti trasversali. Non è per l’emergenza, ma per la fase successiva e per gli interventi strutturali. È importante dunque che ci siano scelte strategiche e condivise.
L’incertezza nei mercati costa carissima e il turismo lo sta toccando con mano. Luca Patanè, presidente del Gruppo Uvet e di Confturismo-Confcommercio ha sottolineato come l’Italia non sia la più ricercata sui motori di ricerca. Per questo il Governo ha il compito di dare una mano al turismo in termini di comunicazione.
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Alberto Lupini
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