Aziende pigre? Ora Tridico insulta Confindustria alberghi contro l'Inps

Una nota dell’associazione risponde con amarezza al presidente dell'Inps che ha accusato di “pigrizia” le imprese. E intanto i soldi non arrivano e la cassa integrazione è pagata a rilento

08 giugno 2020 | 18:33
Sobria, ma durissima, risposta a muso duro di Confindustria alberghi contro il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico. IL boiardo di Stato che già aveva detto che stava riempiendo di soldi gli italiani, in un'intervista ha dichiarato che le aziende non riprendono l’attività per “pigrizia” visto che lo Stato si fa carico della busta paga dei lavoratori.


Albergatori in crisi in attesa di aiuti

Affermazioni che hanno scatenato, fra le altre, la reazione di Confindustria Alberghi: «Una dichiarazione ingenerosa - dice l'associazione in una nota - che non rispetta la tragedia umana ed economica che il nostro Paese sta vivendo e le tante aziende e famiglie che sono coinvolte in questa crisi senza precedenti. Basta guardarsi intorno nelle strade, nei negozi, sui mezzi pubblici per vedere una società ferita che faticosamente e con coraggio vuole ripartire. Nessuno si merita insinuazioni di questo genere e men che meno da parte di chi ricopre incarichi così importanti».

«Il settore alberghiero - prosegue Confindustria Alberghi - ha subito e sta subendo un fermo pressoché totale ed ha perso più di 100 giorni di lavoro che non potranno in alcun modo essere restituiti. Davanti a sé ha molte incertezze e quelli che in questi giorni stanno decidendo di ripartire sono imprenditori coraggiosi che si stanno rimettendo in gioco anche a fronte degli enormi rischi che gravano sul presente e sul futuro».

«Quanto poi alle tempistiche con cui l’Inps ha gestito gli ammortizzatori sociali - saremo forse “particolarmente sfortunati” - ma i nostri lavoratori stanno vedendo in questi giorni le prime erogazioni da marzo e molte di quelle stesse imprese che il Presidente Tridico taccia di “pigrizia” hanno anticipato di tasca loro gli ammortizzatori sociali pur in una situazione di oggettiva gravissima crisi con zero ricavi e zero liquidità in cassa, per sostenere i lavoratori e le loro famiglie».

«È francamente difficile - chiude la nota - accettare che in un momento come questo, in cui a tutti è chiesto un impegno e uno sforzo straordinario per portare il Paese fuori dalla crisi, si possa parlare con tanta leggerezza e noncuranza. Non ci resta che sperare che arrivi una smentita e che qualcuno voglia invocare un’incomprensione con la stampa».

Più che mia, aggiungiamo noi di Italia a Tavola, sarebbe ora che un pallone gonfiato, incompetente e pasticcione, prenda atto che se ne deve andare e lasciare la gestione dell'Inps. Che piaccia o meno ai suoi padrini politici (5stelle).

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Alberto Lupini


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