Concessioni, la rabbia dei balneari: “Ridateci i soldi che andiamo all’estero”

Dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri sulle modalità di affidamento delle concessioni demaniali si alza un coro unanime di proteste da parte delle imprese. Flavio Briatore: «Il Governo le ha depredate»

18 febbraio 2022 | 13:02

L’approvazione dell’emendamento votato dal Consiglio dei ministri sul disegno di legge Concorrenza relativo sulle modalità di affidamento delle concessioni demaniali ai balneari ha portato a una autentica levata di scudi da parte delle imprese. Dal Nord al Sud monta una vera e propria marea di proteste. Le aziende che attualmente gestiscono le concessioni demaniali perderanno i loro privilegi alla fine del 2023 e poi il Governo dovrà indire nuovi bandi con nuove regole. Il rischio, per gli addetti ai lavori è che le spiagge diventino preda di grandi catene turistiche internazionali, con la perdita di esperienza e qualità dei servizi. Sulla vicenda è intervenuto anche il noto imprenditore Flavio Briatore: «In Spagna e Portogallo le aziende sono state aiutate, in Italia no. Anzi, ha cambiato le regole in corsa a danno dei proprietari. Di fatto sono stati depredati del lavoro».

Dai Lidi ferraresi a Salerno, si alza univoca la protesta dei balneari contro la decisione del Governo

L’emendamento al disegno di legge sulla Concorrenza, relativo alle modalità di affidamento delle concessioni demaniali ha mobilitato i gestori dei Lidi ferraresi (situati sotto il territorio di Comacchio), che hanno chiesto un incontro in Regione il 22 febbraio. La volontà è di trovare ulteriori emendamenti quando il testo di legge dovrà passare all’esame del Parlamento. «Siamo tutti sconvolti ha dichiarato alla Nuova Ferrara Luana Guietti, funzionaria della Cesb, cooperativa degli esercenti balneari dei lidi Estensi e Spina – È vero che una recente sentenza del Consiglio di Stato ha azzerato le precedenti proroghe delle concessioni inizialmente previste al 2033, accorciandone la durata al 31 dicembre 2023, ma un organo della giustizia amministrativa non può legiferare». Stessa protesta anche in Campania. Per Mario Pagliuca, titolare del Lido La Conciglia di Salerno, intervistato dal quotidiano Il Mattino, ormai è giunto il momento di levare le tende. «Hanno distrutto una categoria, perché d’ora in avanti fare negli stabilmenti balneari non è più possibile perché non c’è più certezza per il futuro. A lungo andare finirà tutto. Non sarà possibile gareggiare a queste condizioni. Poi vorrei capire come ci vorranno liquidare. Dopo aver fatto sacrifici per aprire lo stabilimento, ora mi troverei a dover andare via prendendo nulla o quasi. Auspico a questo punto che mi restituiscano i soldi investiti, il valore del bene e me ne vado a investire fuori dall’Italia».

Oltre alle vecchie aziende se ne andranno anche i bagnini

Alessia Cipollina, che gestisce un bagno in Liguria a Ceriale in provincia di Savona, intervistata dal quotidiano Italia Oggi, ha messo in luce anche la questione legata ai dipendenti storici delle aziende balneari: «I bagnini sanno tutto del nostro mare, della nostra costa, di venti e correnti e in molti casi conoscono i bagnanti uno a uno. Quando arriveranno le multinazionali tutto questo sarà spazzato via e sulle spiagge vedremo soltanto personale stagionale, che è pure necessario e ha tutto il diritto di lavorare, ma che senza l’affiancamento di persone più esperte non può garantire quel servizio di peculiare che è una caratteristica dell’offerta turistica».

 

L’intervento di Flavio Briatore a difesa dei balnerari: «In Spagna e Portogallo sono stati aiutati, in Italia no»

Sulla vicenda non poteva mancare il commento di Flavio Briatore, noto imprenditore e proprietario dello stabilimento balneare e discoteca Twiga in Versilia. «Come sempre in Italia si fanno dei pasticci – ha dichiarato a Il Tempo – Perché la Spagna e il Portogallo non hanno aderito alle stesse misure, per cui non si tratta di un fatto europeo, ma di una scelta. Alcuni punti del testo, come la tutela dell’occupazione, vanno anche bene, però i balneari non possono essere depredati del lavoro che hanno costruito in anni e anni di fatiche e investimenti». Per Briatore il Governo dovrebbe agire in questo modo: «Andrebbe anzitutto fatto il censimento delle spiagge. Poi bisognerebbe specificare che chi subaffitta ad altri perde il diritto alla concessione. Terzo: le future aste dovranno tener conto anche degli investimenti finora fatti dagli attuali gestori. Infine, se qualcuno ha preso una spiagga anni fa e gli accordi dicevano che la concessione sarebbe durata fino al 2033 gli imprenditori chiederanno i soldi all’erario perché non puoi entrare in un business dove c’è una regola e dopo qualche anno te la cambiano».

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Policy | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024