Critiche vergognose anche agli stellati che rispettano la legge

È il caso del Ristorante La Zanzara nel ferrarese. Un post su Facebook che avvisa il controllo del Green Pass prima di entrare scatena recensioni pessime e addirittura minacce sui social

07 agosto 2021 | 15:43

Con l'estensione del Green Pass entrata nel vivo, proseguono anche gli estremismi contro la decisione del governo, specialmente sui social, dove sono mappati i negozi che "chiedono il nazi-pass". Chi rispetta la legge, chiedendo quindi di esibire il certificato vaccinale, finisce nel mirino di piccoli gruppi di estremisti (piccoli, sì, ma sufficienti a far allertare le questure).

Recensioni negative nel migliore dei casi, ma anche insulti, messaggi minatori, minacce, inviti a prenotare per poi non presentarsi, addirittura vere e proprie intimidazioni. Per tanti locali, soprattutto ristoranti. Tra questi c'è anche La Zanzara, locale stella Michelin a Codigoro, in provincia di Ferrara.

Il post preso di mira

Come riporta La Stampa, il ristorante, seppur premiato, sta ricevendo una marea di recensioni insultanti. Tutto questo a causa del post di Facebook pubblicato dal proprietario, in cui si avvisava della novità: «Mi sono limitato a un copia e incolla del provvedimento - ha spiegato Samuele Bison - era come scrivere "chiuso per ferie", ma è cominciata un'aggressione. 300 recensioni in 24 ore, di solito ne abbiamo 2. Io non giudico quello che fa il Governo, sono esperto di vini, non di diritto costituzionale. Non mi piace il fatto di dover controllare, è una cosa sgradevole. Eppure mi hanno detto di tutto, collaborazionista e persino "nazista", a me che ho un nonno finito nei campi di concentramento».

Le conseguenze: stop alle prenotazioni

Bison ha ricevuto anche telefonate di insulti, anche se fortunatamente «nessuno dei nostri clienti ha disdetto o protestato, io ho solo tavoli all'interno». A causa di questo clima, qualche precauzione alla Zanzara è stata presa: «Non accetto più prenotazioni, tanto siamo pieni per i prossimi giorni».

La preoccupazione resta infatti alta: «La questura ci ha detto che siamo stati tra i primi a essere presi di mira. L'attacco è partito da un noto negazionista italiano che vive alle Canarie, ci ha segnalato sui social e da lì è partito il tutto, sono arrivati addirittura a dire che faranno una manifestazione qui davanti».

 

La difesa di "Io apro", l'attacco dei gruppi Telegram estremisti

Naturalmente c'è anche chi prende le parti di Bison, come il movimento "Io apro", guidato da un gruppo di ristoratori: «Noi abbiamo sempre difeso - spiega il leader Umberto Carriera - i ristoratori e battagliato per riaprire. Chiedere di rilasciare recensioni negative su ristoranti che accettano Green Pass è una follia».

Eppure gli animi degli anti Green Pass sono caldi, come testimoniano alcune conversazioni su gruppi Telegram. Ad esempio, l'utente Stefania C. scrive: "Far sentire in colpa l'esercente che avalla una porcheria è doveroso. Non dobbiamo spaccargli la vetrina (se lo meriterebbe, ma dal punto di vista morale), ma decretarne la morte commerciale è doveroso. Stanno commettendo due crimini contro l'umanità».


 

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Alberto Lupini


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