Cibo e sostenibilità: per l’ambiente consumatori disposti a pagare di più

È quanto emerge da un’indagine su oltre 500 cittadini distribuiti sul territorio nazionale da Nord a Sud dedicato alla cittadinanza alimentare. I più consapevoli sono i giovani e prediligono frutta e verdura bio

18 febbraio 2022 | 16:30

I temi legati alla qualità e al valore del cibo, alla salvaguardia del Pianeta e al cambiamento climatico, sono ormai di straordinaria attualità. Ma quanto si traducono poi in scelte consapevoli e comportamenti corretti? A provare a rispondere a questa domanda ci ha pensato il Crea (il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi per l’economia agraria) che ha realizzato uno studio multidisciplinare dedicato alla food citizenship o cittadinanza alimentare. Questa aiuta a definire e identificare il grado di coinvolgimento fra il mondo produttivo e i consumatori per accrescere la consapevolezza dell’impatto che i sistemi di produzione possono avere sull’ambiente. Sono stati quindi sentiti oltre 500 cittadini fra il Nord e il Sud d’Italia e dallo studio è emerso sostanzialmente che la maggior parte di essi hanno la consapevolezza che il consumo di alimenti biologici può essere un modo riconosciuto per ridurre l’impatto ambientale del moderno sistema agroalimentare. Ma non solo: gli intervistati sono disposti a pagare un prezzo più elevato rispetto al cibo convenzionale.

La ricerca di Crea sulla cittadinanza alimentare e sulla correlazione tra cibo e sostenibilità

Per realizzare lo studio Crea ha redatto un questionario online con 35 domande, riuscendo a focalizzarsi su diversi aspetti: il livello di consapevolezza legato alle scelte alimentari del consumatore sull’ambiente, il costo del cibo biologico e dei fattori più rilevanti negli acquisti alimentari. Al questionario hanno partecipato oltre 500 cittadini distribuiti sul territorio nazionale: Nord (43%), Centro (38%) e Sud (19%) e residenti soprattutto (oltre l’80%) in città piccole e grandi. Sono state intervistate principalmente donne (80%) nella fascia tra i 50 e i 69 anni (il 60%) con un livello di istruzione medio (diploma di istruzione secondaria, 47%) e laurea (41%).

I risultati

Dal sondaggio è emerso che sono i giovani (il 9% tra i 18 e i 29 anni e il 37,2% tra i 30 e i 49 anni) ad avere maggiore consapevolezza nel riconoscere l’impatto ambientale delle proprie scelte alimentari. E hanno inoltre manifestato maggiore sensibilità nei confronti degli aspetti sociali dei propri acquisti alimentari. I più attenti sono anche quelli che consumano più ortaggi e verdura biologica. Hanno anche una maggiore disponibilità a pagare un prezzo più alto, rispetto ai prodotti alimentari convenzionali e ad ignorare le offerte promozionali che sovente compaiono sugli scaffali dei supermercati.

 

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Alberto Lupini


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