Cibo a domicilio, pizza al top +4.000% per i piatti hawaiani
Just Eat ha pubblicato la terza edizione della mappa del food delivery sul territorio italiano confrontando le abitudini di 25 città da nord a sud . Il cibo libanese e quello tipico delle isole Hawaii (il pokè) scalano posizioni. In generale si registra una crescita del settore, soprattutto nella versione digitale (+7% rispetto al 2018)
10 ottobre 2019 | 10:11
Gli italiani si affidano sempre di più al cibo a domicilio prediligendo le ordinazioni digitali che, rispetto all’anno passato, sono cresciute del 7% e rappresentano oggi circa il 18% del comparto. Il food delivery, in termini di valori assoluti, vale circa 3,2 miliardi di euro. L’apprezzamento del cibo pronto che arriva a casa e deve solo essere degustato non riguardo solo i cittadini frenetici delle metropoli, ma anche la provincia ha ormai consolidato questa abitudine.
Daniele Contini, country manager di Just Eat in Italia, commenta così il fenomeno che racconta un Paese in cui grandi città e province concorrono insieme a far crescere il digital food delivery: «Più che mai come quest’anno è l’Italia delle province a guidare la crescita del food delivery, sia con importanti incrementi di ordini, sia per l’interesse crescente da parte del mercato della ristorazione verso le potenzialità del digitale come vero e proprio acceleratore di business. Da nord a sud stiamo assistendo a una crescita delocalizzata del fenomeno, mentre le grandi città come Roma, Milano, Bologna e Torino mantengono lo scettro per numero di ordini come valore assoluto, consolidando ulteriormente il food delivery come abitudine sempre più consueta.
Nell’ultimo anno si è registrata a una crescita del +30% dei ristoranti che hanno scelto Just Eat e quindi il digitale, per implementare il proprio business e incrementare i propri ordini a domicilio, con un’espansione territoriale da nord a sud di città ove il servizio è presente pari al +27%, crescita guidata dal nord Italia con un +52%, soprattutto in Friuli e Trentino, e arrivando a servire il 64% della popolazione.
La top 10 delle cucine più ordinate nella terza edizione della “Mappa del Cibo a Domicilio in Italia” dà conferma della predilezione della pizza, un dato che rispecchia quanto accade a livello internazionale (come raccontato sul nostro portale nelle scorse settimane) e che la attesta come una vera e propria regina! In Italia la preferenza è per la variante margherita, seguita da diavola e da capricciosa. Secondo posto confermato rispetto al 2018 per gli hamburger, in particolare con il bacon cheeseburger, terzo posto per il giapponese, che conquista il podio con nigiri saké, edamame e uramaki Philadelphia. Il cinese piace soprattutto in piatti come involtino primavera, riso alla cantonese e ravioli alla griglia. Al quinto posto ci sono i panini, che ingolosiscono con la versione che lascia libera scelta sugli ingredienti e al sesto la cucina italiana con cotoletta di pollo come piatto preferito; in settima posizione ecco il pollo che piace in particolare in piatti come pollo e patate, nuggets, alette calde e speziate. I dolci nel 2019 prendono il posto dell’indiano rispetto al 2018, guadagnando l’ottavo posto, e come piatto il tiramisù fa da padrone, poi il cornetto alla crema alla nocciola spalmabile e la vaschetta di gelato. L’indiano, in nona posizione, segue con cheese naan, samosa e chicken tikka masala. Chiude la classifica delle cucine più ordinate quella messicana con burrito di pollo, burrito con chili e nachos.
Re indiscusso e trend già incoronato nel corso dell’anno è infatti il poké, che registra un dirompente +4mila % di crescita di richieste, seguito da due novità che dimostrano curiosità e voglia di sperimentare sapori tradizionali molto diversi da quelli italiani: la cucina tradizionale cinese, che con bao&ravioli mostra un incremento del +546% e la cucina libanese che conquista il terzo posto come food trend con +180%, scalando tra l’altro ben 3 posizioni fra le diverse edizioni dell’Osservatorio.
Scalzate quindi quest’anno gastronomia (ora all’ottavo posto con +62%) e rosticceria che regnavano nel 2018 con food trend del momento. Le novità in termini di food trend a domicilio continuano al quarto e quinto posto con i dolci (+170%) e i tramezzini (+94%). Fanno poi ingresso in classifica per la prima volto la cucina vegetariana in sesta posizione con +85%, il thailandese in settima con +67%, e lo spagnolo in decima con +53%, preceduto al nono posto dal pollo con +60%, che conferma la posizione del 2018.
La prima tappa del food delivery è Milano, che come cucina ordinata più in crescita attesta quella che gode del primato nazionale, ovvero il pokè (+16mila %), come Torino (+2.500%) e Roma (+1.000%). Bologna apprezza sempre più i cibi lontani, come il libanese (+620%), mentre situazione opposta per Napoli, fedele alla tradizione dei sapori nostrani e predilige l’italiano (+156%). A Genova si assiste al nuovo trend della pinsa (+360%), seguito dalle crepes, mentre a Brescia e a Verona cresce di più la gastronomia (+163% e +240%), a Trieste vince il trend delle piadine (+850) seguito ancora dal libanese (+612) e a Firenze si affaccia come cucina più in crescita il thai (+447). Più healthy Bari, che registra il trend del vegetariano (+1000%), mentre in Sicilia crescono di più i panini a Catania (+85%) e il gelato a Palermo (+83%), Bolzano sceglie sempre più il giapponese (+250%), come Terni (+58%), Trieste le piadine (+850%), mentre Pesaro il greco (+320%).
La classifica delle città più in crescita per quantità di ordini vede primeggiare tra le grandi Trieste, Napoli e Bari, seguite da Catania, Genova e Palermo, ma è l’Italia delle province a guidare, quest’anno, la crescita con ai primi posti due estremi geografici del nostro paese: Bolzano e Catanzaro, seguite da Alessandria, Asti e Novara, con il loro Asse Piemontese, Pesaro, Cosenza, Sassari e Mantova. Per quanto riguarda invece le città che registrano la maggior quantità di ordini (valore assoluto) troviamo: Roma, Milano, Bologna, Torino, Genova, Napoli, Trieste, Palermo, Pisa e Parma. Crescita maggiore, anche per il numero di ristoranti affiliati, sempre in provincia, con Bolzano +620% di ristoranti, Terni +142%, Pesaro +135% e Barletta +130%.
In un confronto generale Nord-Sud, emerge anche che al Nord impazza il pokè (25% in più vs. Sud), si mangiano più pizza, più sushi e più indiano rispetto al Sud, dove però i dolci conquistano maggior favore (15% in più), così come i burger (12% in più Napoli vs. Milano), il pollo (se ne mangia circa l'8% in più a Palermo e Napoli vs. Milano) e i panini, soprattutto a Napoli (16% in più vs. Milano).
I più attivi nel food delivery sono i Millennials con il 58%, che reggono lo scettro di chi ordina di più a domicilio, soprattutto pizza, ma anche dolci. Nel ranking delle professioni che ordinano di più ci sono in sequenza: impiegati con il 40%, studenti con il 30%, liberi professionisti con il 15%, seguiti da disoccupati con il 5% e casalinghe con il 2%. Sono soprattutto gli uomini, 55% vs. donne 44%, a ordinare e a preferire pizza e hamburger, nonché a variare con maggior frequenza i ristoranti. Le donne invece preferiscono variare le cucine, ed è così che sebbene abbiano una predilezione per l’healthy food, alternano poké e sushi con i dolci, che consumano di più rispetto agli uomini. Le famiglie e gli adulti (36-45 anni) sono i maggiori spendenti, fra essi soprattutto i liberi professionisti, che amano variare di più, mentre gli impiegati fanno più ordini da app e preferiscono la cucina cinese e la pizza. Gli studenti, pur preferendo la pizza, mangiano più healthy di impiegati e liberi professionisti!
Il sabato è la giornata in cui si tende a ordinare di più. Relax con amici e… una birretta? C’è chi ha fatto anche di più, infatti nel 2019 sono state ordinate in un colpo solo ben 100 birre a domicilio a Reggio Calabria, mentre Roma ha preferito la stessa quantità (100 pezzi) ma di arrosticini e ad Avezzano è stato registrato un ordine di 82 sushi misti! Infine, per dare un’immagine del volume di ordini, basti pensare che in un anno sono state ordinate tante pizze da coprire la distanza tra Roma e Rovaniemi in Lapponia, con 3.500 km di pizza e una quantità di uramaki il cui peso totale sarebbe di oltre 230 tonnellate, come l’Obelisco Lateranense di Roma.
Stando alle ordinazioni, la pizza resta regina
Questo atteggiamento positivo verso il food delivery va di pari passo con la presenza sempre più capillare anche di Just Eat, app leader per ordinare online cibo a domicilio in tutta Italia, che presenta la terza edizione dell’Osservatorio del food delivery online, che dal 2017 analizza da un punto di vista privilegiato lo sviluppo, l’andamento, i gusti, le abitudini e le caratteristiche demografiche e geografiche dell’Italia che ordina tramite app. Una crescita, quella di Just Eat, che oggi ha raggiunto una presenza sul territorio in oltre mille comuni e più di 105 province, in ogni regione italiana, oltre 12mila ristoranti partner e circa 34 milioni di pasti consegnati dal 2014 lungo tutta la Penisola.Daniele Contini, country manager di Just Eat in Italia, commenta così il fenomeno che racconta un Paese in cui grandi città e province concorrono insieme a far crescere il digital food delivery: «Più che mai come quest’anno è l’Italia delle province a guidare la crescita del food delivery, sia con importanti incrementi di ordini, sia per l’interesse crescente da parte del mercato della ristorazione verso le potenzialità del digitale come vero e proprio acceleratore di business. Da nord a sud stiamo assistendo a una crescita delocalizzata del fenomeno, mentre le grandi città come Roma, Milano, Bologna e Torino mantengono lo scettro per numero di ordini come valore assoluto, consolidando ulteriormente il food delivery come abitudine sempre più consueta.
I sapori orientali conquistano sempre di più
La crescita nei grandi centri urbani è fondamentale per creare una realtà radicata e consolidata e ci impegniamo ogni giorno per questo obiettivo. Entrare in contesti di dimensioni più contenute e provinciali è una sfida che ci siamo posti, per permettere a sempre più italiani di provare le specialità locali e lontane a domicilio, per far apprezzare la praticità e la comodità del digitale, ma anche per proseguire nel percorso di digitalizzazione del tessuto della ristorazione italiana».Nell’ultimo anno si è registrata a una crescita del +30% dei ristoranti che hanno scelto Just Eat e quindi il digitale, per implementare il proprio business e incrementare i propri ordini a domicilio, con un’espansione territoriale da nord a sud di città ove il servizio è presente pari al +27%, crescita guidata dal nord Italia con un +52%, soprattutto in Friuli e Trentino, e arrivando a servire il 64% della popolazione.
La top 10 delle cucine più ordinate nella terza edizione della “Mappa del Cibo a Domicilio in Italia” dà conferma della predilezione della pizza, un dato che rispecchia quanto accade a livello internazionale (come raccontato sul nostro portale nelle scorse settimane) e che la attesta come una vera e propria regina! In Italia la preferenza è per la variante margherita, seguita da diavola e da capricciosa. Secondo posto confermato rispetto al 2018 per gli hamburger, in particolare con il bacon cheeseburger, terzo posto per il giapponese, che conquista il podio con nigiri saké, edamame e uramaki Philadelphia. Il cinese piace soprattutto in piatti come involtino primavera, riso alla cantonese e ravioli alla griglia. Al quinto posto ci sono i panini, che ingolosiscono con la versione che lascia libera scelta sugli ingredienti e al sesto la cucina italiana con cotoletta di pollo come piatto preferito; in settima posizione ecco il pollo che piace in particolare in piatti come pollo e patate, nuggets, alette calde e speziate. I dolci nel 2019 prendono il posto dell’indiano rispetto al 2018, guadagnando l’ottavo posto, e come piatto il tiramisù fa da padrone, poi il cornetto alla crema alla nocciola spalmabile e la vaschetta di gelato. L’indiano, in nona posizione, segue con cheese naan, samosa e chicken tikka masala. Chiude la classifica delle cucine più ordinate quella messicana con burrito di pollo, burrito con chili e nachos.
Anche gli hamburger in compagnia continuano ad essere apprezzati
Quali sono invece i piatti più ordinati a livello nazionale? Ecco la classifica: pizza margherita, patatine fritte, pizza diavola, involtino primavera, supplì, pizza capricciosa, olive ascolane, riso alla cantonese, crocchette di patate e nigiri sake. Ma se le cucine più ordinate rispecchiano gusti consolidati e ordinazioni in termini di valori assoluti, quali sono i nuovi food trend del momento? Ci sono grandi novità nella classifica delle cucine che dimostrato la maggior crescita nel 2019, e che raccontano un atteggiamento di consumo più incline da un lato ai sapori tradizionali di paesi molto lontani, come Caraibi, Cina e Libano, e dall’altro a sapori più mediterranei, senza che manchi anche qualche golosità.Re indiscusso e trend già incoronato nel corso dell’anno è infatti il poké, che registra un dirompente +4mila % di crescita di richieste, seguito da due novità che dimostrano curiosità e voglia di sperimentare sapori tradizionali molto diversi da quelli italiani: la cucina tradizionale cinese, che con bao&ravioli mostra un incremento del +546% e la cucina libanese che conquista il terzo posto come food trend con +180%, scalando tra l’altro ben 3 posizioni fra le diverse edizioni dell’Osservatorio.
Scalzate quindi quest’anno gastronomia (ora all’ottavo posto con +62%) e rosticceria che regnavano nel 2018 con food trend del momento. Le novità in termini di food trend a domicilio continuano al quarto e quinto posto con i dolci (+170%) e i tramezzini (+94%). Fanno poi ingresso in classifica per la prima volto la cucina vegetariana in sesta posizione con +85%, il thailandese in settima con +67%, e lo spagnolo in decima con +53%, preceduto al nono posto dal pollo con +60%, che conferma la posizione del 2018.
La prima tappa del food delivery è Milano, che come cucina ordinata più in crescita attesta quella che gode del primato nazionale, ovvero il pokè (+16mila %), come Torino (+2.500%) e Roma (+1.000%). Bologna apprezza sempre più i cibi lontani, come il libanese (+620%), mentre situazione opposta per Napoli, fedele alla tradizione dei sapori nostrani e predilige l’italiano (+156%). A Genova si assiste al nuovo trend della pinsa (+360%), seguito dalle crepes, mentre a Brescia e a Verona cresce di più la gastronomia (+163% e +240%), a Trieste vince il trend delle piadine (+850) seguito ancora dal libanese (+612) e a Firenze si affaccia come cucina più in crescita il thai (+447). Più healthy Bari, che registra il trend del vegetariano (+1000%), mentre in Sicilia crescono di più i panini a Catania (+85%) e il gelato a Palermo (+83%), Bolzano sceglie sempre più il giapponese (+250%), come Terni (+58%), Trieste le piadine (+850%), mentre Pesaro il greco (+320%).
La classifica delle città più in crescita per quantità di ordini vede primeggiare tra le grandi Trieste, Napoli e Bari, seguite da Catania, Genova e Palermo, ma è l’Italia delle province a guidare, quest’anno, la crescita con ai primi posti due estremi geografici del nostro paese: Bolzano e Catanzaro, seguite da Alessandria, Asti e Novara, con il loro Asse Piemontese, Pesaro, Cosenza, Sassari e Mantova. Per quanto riguarda invece le città che registrano la maggior quantità di ordini (valore assoluto) troviamo: Roma, Milano, Bologna, Torino, Genova, Napoli, Trieste, Palermo, Pisa e Parma. Crescita maggiore, anche per il numero di ristoranti affiliati, sempre in provincia, con Bolzano +620% di ristoranti, Terni +142%, Pesaro +135% e Barletta +130%.
In un confronto generale Nord-Sud, emerge anche che al Nord impazza il pokè (25% in più vs. Sud), si mangiano più pizza, più sushi e più indiano rispetto al Sud, dove però i dolci conquistano maggior favore (15% in più), così come i burger (12% in più Napoli vs. Milano), il pollo (se ne mangia circa l'8% in più a Palermo e Napoli vs. Milano) e i panini, soprattutto a Napoli (16% in più vs. Milano).
I più attivi nel food delivery sono i Millennials con il 58%, che reggono lo scettro di chi ordina di più a domicilio, soprattutto pizza, ma anche dolci. Nel ranking delle professioni che ordinano di più ci sono in sequenza: impiegati con il 40%, studenti con il 30%, liberi professionisti con il 15%, seguiti da disoccupati con il 5% e casalinghe con il 2%. Sono soprattutto gli uomini, 55% vs. donne 44%, a ordinare e a preferire pizza e hamburger, nonché a variare con maggior frequenza i ristoranti. Le donne invece preferiscono variare le cucine, ed è così che sebbene abbiano una predilezione per l’healthy food, alternano poké e sushi con i dolci, che consumano di più rispetto agli uomini. Le famiglie e gli adulti (36-45 anni) sono i maggiori spendenti, fra essi soprattutto i liberi professionisti, che amano variare di più, mentre gli impiegati fanno più ordini da app e preferiscono la cucina cinese e la pizza. Gli studenti, pur preferendo la pizza, mangiano più healthy di impiegati e liberi professionisti!
Il sabato è la giornata in cui si tende a ordinare di più. Relax con amici e… una birretta? C’è chi ha fatto anche di più, infatti nel 2019 sono state ordinate in un colpo solo ben 100 birre a domicilio a Reggio Calabria, mentre Roma ha preferito la stessa quantità (100 pezzi) ma di arrosticini e ad Avezzano è stato registrato un ordine di 82 sushi misti! Infine, per dare un’immagine del volume di ordini, basti pensare che in un anno sono state ordinate tante pizze da coprire la distanza tra Roma e Rovaniemi in Lapponia, con 3.500 km di pizza e una quantità di uramaki il cui peso totale sarebbe di oltre 230 tonnellate, come l’Obelisco Lateranense di Roma.
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Alberto Lupini
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