Le chiusure per i ristoranti sono un suicidio assistito. L'allarme di Alfredo Zini
Il ristoratore milanese Alfredo Zini contesta alla radice il sistema degli aiuti del Governo e parla di ristoratori stremati a cui le chiusure delle festiviità assesterebbero un colpo mortale
«Le misure economiche e di sostegno che il Governo, le Regioni e i Comuni che hanno preso fino ad oggi e che riguarda il settore dei ristoranti, bar, pizzerie, pasticcerie, discoteche, pub, gelaterie e locali serali - afferma Zini - sono insufficienti per non far fallire migliaia di imprese del settore e che al momento non stanno dando risposte per salvare attività che svolgono un ruolo sociale e promozionale del territorio. Noi imprenditori siamo STREMATI perché nelle ultime settimane abbiamo sentito parlare di ristori bis, ter, quater, di sostegno, di bandi e di liquidità, ma al momento molti di Noi hanno ricevuto solo cartelle di pagamento dei tributi locali, F24 con versamento INPS, che dovranno essere pagate nei prossimi giorni, certo un piccolo sconto è stato fatto dalle amministrazioni locali TARI e COSAP, ma non in maniera proporzionale alla perdita del fatturato e alla perdita dei posti a sedere dei locali (circa il 50% in meno), ci auguriamo che a breve possano arrivare ulteriori denari a fondo perduto, per pagare utenze, fornitori e collaboratori che altrimenti non vedranno arrivare stipendi e tredicesime. Se questi aiuti non arriveranno molti di Noi saranno costretti a chiudere definitivamente.
Ad oggi le anticipazioni sul nuovo DPCM per le festività, non promettono nulla di buono per la categoria, la chiusura alle 18, anche se venisse attuata la zona Gialla in Lombardia e la chiusura obbligata nei giorni del Santo Natale, Santo Stefano e probabilmente per la cena del 31 dicembre, sarebbe l’epilogo finale di una sofferenza che sta portando le imprese ad un SUICIDIO ASSISTISTO, da parte di chi ci governa a tutti i livelli amministrativi, per questo chiediamo di rivedere gli orari di chiusura così come le altre imprese del commercio al fine di garantire anche un servizio di ristoro per i consumatori che andranno a fare acquisti per i regali di Natale, rispettando tutte le prescrizioni imposte fino adesso.
Per ultimo, ma non meno importante segnaliamo che lo spostamento delle scadenze fiscali dei mesi precedenti non vengano accorpate nei primi mesi dell’anno 2021, che altrimenti non faranno altro che indebitare ancor di più le aziende che riusciranno a sopravvivere dopo questo periodo drammatico, in quanto così facendo ci ritroveremmo con i vecchi pagamenti da effettuare, i pagamenti ordinari e in più ci sarà la ripresa dei pagamenti dei mutui che al momento sono sospesi, quindi una situazione insostenibile per molti».
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Alberto Lupini
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