Centri commerciali, nei weekend gallerie ancora chiuse
Niente riapertura nel weekend. Nel decreto aperture non c'è il riferimento previsto dalle bozze che dava la possibilità di aprire i centri commerciali dal 15 maggio. Lega, Fratelli d'Italia e Italia Viva contro Draghi
23 aprile 2021 | 15:18
Il testo del decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e non sono mancate le sorprese, nascoste dai temi più caldi come il coprifuoco e l'apertura dei ristoranti. Tra queste lo stop alla riapertura dei centri commerciali nei fine settimana che nella bozza era stata fissata per il 15 maggio e lo slittamento dell'apertura dei parchi tematici e di quelli termali. Polemiche da Lega, Fratelli d'Italia e Italia Viva.
La decisione del Governo, sottaciuta, è stata portata alla luce dal presidente di Federdistribuzione, Alberto Frausin, che rivendica i centri commerciali come «luoghi sicuri» che hanno sempre risposto «con responsabilità» durante tutte le fasi dell’emergenza pandemica. Frausin, dunque, rivendica adesso come necessaria una prospettiva certa sulla data di riapertura dei punti vendita, come degli altri settori.
Ma nel decreto sulle riaperture è anche slittata al primo luglio la data di riapertura per i parchi a tema, acquatici, faunistici e di divertimento, ma anche dei centri congressi e le terme. «Assurdo e ingiusto - dice il presidente Ira - questa scelta la viviamo come un’offesa soprattutto quando vediamo che categorie simili a noi come le piscine comunali e le spiagge possono invece riaprire già dal 15 maggio, non c’è alcuna logica». Non va tuttavia dimenticato che l’attività in piscina è individuale, nei parchi a tema solitamente invece si va in gruppo e il rischio di assembramenti in coda è alto.
Lo scontro e il dibattito si è spostato anche sul piano politico. «Non ci siamo - protestano i capigruppo di Camera e Senato del Carroccio, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo - Nella notte è sparita dal decreto la riapertura dei centri commerciali nei weekend inizialmente prevista a partire dal 15 maggio". Non nasconde l'amarezza neanche il leader del Lega, Matteo Salvini. "Il decreto - dice - era immodificabile per pranzare al chiuso e per togliere il coprifuoco alle 22, ma è stato ritoccato per ammassare piu' studenti sui mezzi pubblici e per punire il commercio. Così non va».
A ruota arrivano anche le critiche di Giorgia Meloni: «Decisione incomprensibile e punitiva», commenta la leader di Fratelli d'Italia, che chiede al governo di «correggere oggi stesso questa assurdità, che rischia di dare il colpo di grazia ad un comparto già in grande sofferenza e mettere a repentaglio decine di migliaia di posti di lavoro».
Sara Moretto, capogruppo di Italia viva nella commissione Attività produttive della Camera, aggiunge: «La scelta di non inserire tra le riaperture previste nel decreto quella dei centri commerciali nei weekend non è solo dannosa dal punto di vista economico ma del tutto illogica sul piano della sicurezza".Protestano anche le associazioni di categoria dei centri commerciali, che chiedono al premier Draghi un incontro urgente. Ancc-Coop, AncdConad, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Cncc-Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali e Federdistribuzione si legge in una nota, parlano di "una decisione, da parte del governo, del tutto inattesa che va a gravare ulteriormente su un settore fortemente compromesso da chiusure straordinarie che si protraggono da oltre un anno».
La decisione del Governo, sottaciuta, è stata portata alla luce dal presidente di Federdistribuzione, Alberto Frausin, che rivendica i centri commerciali come «luoghi sicuri» che hanno sempre risposto «con responsabilità» durante tutte le fasi dell’emergenza pandemica. Frausin, dunque, rivendica adesso come necessaria una prospettiva certa sulla data di riapertura dei punti vendita, come degli altri settori.
Tutto il necessario per aprire in sicurezza
«Occorre superare questa situazione», insiste Frausin, che si dice certo della possibilità di «mettere in campo tutte le misure necessarie, senza rassegnarsi a tenere chiuso». Per il numero uno di Federdistribuzione, «i centri commerciali, così come i parchi commerciali che hanno punti vendita separati da aree all’aperto. sarebbero, dunque, luoghi sicuri». Sin dall’inizio dell’emergenza, è il ragionamento, «le attività commerciali hanno adottato con efficacia tutte le misure di sicurezza necessarie, mettendo in atto in tempi rapidi protocolli operativi molto stringenti, volti a prevenire i rischi di contagio, a tutela di clienti, collaboratori e fornitori. «I protocolli previsti consentono di gestire in sicurezza l’apertura anche durante i week end, garantendo la gestione degli accessi, dei flussi e della sicurezza dei clienti», è la conclusione di Frausin.Scelta a sorpresa senza motivazioni
Lamentele che sono arrivate da più parti, come da Coop Italia e Ancc-Coop, l’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori: «È un fatto inspiegabile e altamente preoccupante il dietrofront di cui abbiamo avuto notizia nottetempo a proposito della mancata riapertura dei centri commerciali», dice il presidente Marco Pedroni, commentando il testo del decreto. «Non conosciamo le ragioni che sottendono a tale decisione», osserva Pedroni, «ma i centri commerciali sono luoghi sicuri dove sono state attivate tutte le misure precauzionali richieste, in qualsiasi giorno della settimana inclusi i week end. Chiediamo quindi con forza la correzione del testo del decreto che permetta così la riapertura dei centri commerciali».Ma nel decreto sulle riaperture è anche slittata al primo luglio la data di riapertura per i parchi a tema, acquatici, faunistici e di divertimento, ma anche dei centri congressi e le terme. «Assurdo e ingiusto - dice il presidente Ira - questa scelta la viviamo come un’offesa soprattutto quando vediamo che categorie simili a noi come le piscine comunali e le spiagge possono invece riaprire già dal 15 maggio, non c’è alcuna logica». Non va tuttavia dimenticato che l’attività in piscina è individuale, nei parchi a tema solitamente invece si va in gruppo e il rischio di assembramenti in coda è alto.
Lo scontro e il dibattito si è spostato anche sul piano politico. «Non ci siamo - protestano i capigruppo di Camera e Senato del Carroccio, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo - Nella notte è sparita dal decreto la riapertura dei centri commerciali nei weekend inizialmente prevista a partire dal 15 maggio". Non nasconde l'amarezza neanche il leader del Lega, Matteo Salvini. "Il decreto - dice - era immodificabile per pranzare al chiuso e per togliere il coprifuoco alle 22, ma è stato ritoccato per ammassare piu' studenti sui mezzi pubblici e per punire il commercio. Così non va».
A ruota arrivano anche le critiche di Giorgia Meloni: «Decisione incomprensibile e punitiva», commenta la leader di Fratelli d'Italia, che chiede al governo di «correggere oggi stesso questa assurdità, che rischia di dare il colpo di grazia ad un comparto già in grande sofferenza e mettere a repentaglio decine di migliaia di posti di lavoro».
Sara Moretto, capogruppo di Italia viva nella commissione Attività produttive della Camera, aggiunge: «La scelta di non inserire tra le riaperture previste nel decreto quella dei centri commerciali nei weekend non è solo dannosa dal punto di vista economico ma del tutto illogica sul piano della sicurezza".Protestano anche le associazioni di categoria dei centri commerciali, che chiedono al premier Draghi un incontro urgente. Ancc-Coop, AncdConad, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Cncc-Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali e Federdistribuzione si legge in una nota, parlano di "una decisione, da parte del governo, del tutto inattesa che va a gravare ulteriormente su un settore fortemente compromesso da chiusure straordinarie che si protraggono da oltre un anno».
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Alberto Lupini
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