Cashback addio? Satispay rilancia Piccoli incentivi verso il cashless

L'azienda specializzata in pagamenti elettronici ha deciso di continuare in autonomia il programma che premia le spese digitali nei negozi fisici. Il programma, molto simile a quello di Stato, è riservato ai nuovi utenti . Ma non mancano agevolazione per i vecchi iscritti. Ce lo racconta Andrea Allara

03 luglio 2021 | 05:00
di Nicola Grolla

Il cashback (di Stato) è morto! Viva il cashback (di Satispay)! Nel decreto su licenziamenti e fisco firmato dal Governo il 30 giugno è saltato il secondo semestre del programma di rimborsi delle spese effettuate con carte di credito, bancomat e app digitali introdotto alla fine del 2020 e che avrebbe dovuto spingere gli italiani verso l’abbandono del contate attratti dalla possibilità di un rimborso del 10% per un massimo di 150 euro a semestre (a fronte di almeno 50 operazioni) e di un superpremio da 1.500 euro destinato ai primi 100mila italiani iscritti al programma per numero di transazioni. Il motivo? Essenzialmente i soldi (circa 1,5 milairdi) servono per altro (leggi: ammortizzatori sociali). Ma, nonostante i furbetti delle micro-transazioni e a fronte di circa 7,86 milioni di cittadini con transazioni valide per un totale di 726 milioni di transazioni elaborate e 5,9 milioni persone che hanno già raggiunto i requisiti per il rimborso statale, possiamo davvero parlare di fallimento tout-court?



L'iniziativa di Satispay: altri 6 mesi di cashback

La risposta arriva da Satispay, azienda leader nel settore dei pagamenti elettronici che ha deciso di portare avanti in autonomia il programma per altri sei mesi. La formula messa in atto è la stessa del cashback di Stato: accumulare un "premio" fino a 150 euro in sei mesi con un rimborso del 10% sulle transazioni nei negozi fisici fino a un massimo di due euro per operazione e devoluto al consumatore in tranche fino a un massimo di 25 euro ogni mese. L’iniziativa, va detto subito, è riservata a chi si iscriverà al servizio nel mese di luglio. Per i clienti già iscritti, invece, sono riservati i Cashback Friday e il Cashback nei supermercati il martedì. D’altronde, proprio grazie all’introduzione del programma statale per Satispay sono aumentate, nel primo semestre 2021, del 210% le transazioni registrate per un volume di circa 340 milioni di euro. In crescita anche il numero di esercenti affiliati: +35% rispetto a giugno 2020. Perché non continuare a surfare l’onda quindi? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Allara, chief business development officer di Satispay.




L’iniziativa nasce per attirare nuovi clienti. Che grado di maturità hanno raggiunto gli italiani in questo ultimo anno e mezzo a livello di pagamenti digitali? Quali i driver?
Nello scenario delineato dalla pandemia sono emersi molti cambiamenti sociali riflessi anche nelle abitudini di acquisto e di pagamento che, in estrema sintesi, hanno premiato sistemi di pagamento semplici, veloci e che offrono la sicurezza della distanza. Noi stiamo assistendo a una forte accelerazione. Solo nei negozi fisici, nei primi sei mesi dell’anno sono stati transati con Satispay 340 milioni di euro di euro contro i 300 milioni dell’intero 2020. Probabilmente muoveremo circa un miliardo per fine anno. Il Piano Cashback ha giocato un ruolo importante, pur riconoscendo che dopo l’importante partenza ci fosse anche bisogno di alcune azioni correttive per poter garantire un maggiore controllo e sostenibilità nel tempo. Il principio alla base è corretto: siamo profondamente convinti che gli incentivi, anche piccoli, nel lungo termine siano la leva per portare a un cambiamento reale delle abitudini.

Uno dei problemi lamentati dai critici del cashback, a partire dagli esercizi commerciali come bar e ristoranti, è la questione delle commissioni che incidono sui margini delle transazioni di piccolo valore (il caffè, la brioche, il panino, l’acqua minerale, ecc). Si tratta di un problema reale o di una ritrosia al cambiamento?
Il costo dei pagamenti elettronici in Italia è più basso che in tutta Europa. Oggi il mercato offre già molte soluzioni. Basta pensare che con Satispay - che è totalmente indipendente dai circuiti tradizionali delle carte - ci sono zero commissioni sui pagamenti fino a 10 euro e solo 20 centesimi per ogni importo superiore. Certo è vero che in generale ci sono diverse altre soluzioni su cui ci vorrebbe più chiarezza. Noi abbiamo scelto una comunicazione chiara, semplice e trasparente.  
 
Che opportunità ci sono per il mercato italiano rispetto all’implementazione di una cashless society? E per gli esercenti?
Comodità e sicurezza, perché certamente prelevare e girare con i contanti, o tenersi in cassa somme considerevoli che poi bisogna depositare, non è né comodo né tantomeno sicuro, tracciabilità, trasparenza e quindi riduzione dell’evasione fiscale nel lungo periodo. Per quanto riguarda gli esercenti, il principale vantaggio è quello di rispondere a una domanda della clientela, di offrire velocità e servizio come ad esempio la possibilità di permettere a un cliente di mandare il pagamento dal tavolo senza nemmeno mettersi in coda alla cassa, e soprattutto di avere a disposizione nuove leve di acquisizione clienti. Nel nostro caso specifico, chi ci ha adottato ha presto capito che il nostro sistema è un vero “drive to store”, un canale di marketing per offrire al cliente comodità, servizio e anche cashback. Abbiamo migliaia di esercenti che finanziano campagne di cashback in proprio perché sanno che li aiuta ad attrarre nuove clienti o a fidelizzare quelli già acquisiti.

Lo sforzo finanziario richiesto a Satispay è di circa 20-30 milioni. Che ritorno vi attendete?
Quello è un calcolo spanno metrico che ha fatto il mercato, ma saremmo molto contenti di arrivarci perché vorrebbe dire che l’iniziativa ha avuto un enorme successo.  Oggi siamo a 1,8 milioni di utenti e 160mila esercenti che crescono costantemente. Ci aspettiamo di superare abbondantemente i 2 milioni di utenti.

Possibile che, con la ripresa del cashback di Stato nel 2022, possano essere considerati anche gli acquisti eCommerce?
Non credo proprio. Il cashback di Stato è stato pensato per incentivare l'adozione dei pagamenti cashless negli esercizi commerciali fisici dove esiste la possibilità di evasione, mentre per lo shopping online il pagamento elettronico è già una scelta obbligata.




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