Cartelle fiscali, più tempo per pagare. Dal 2022 fino a 180 giorni

Per le cartelle notificate da gennaio a marzo 2022 i contribuenti avranno 180 giorni di tempo per saldarle invece dei canonici 60. In un video il punto dell’economista Gianni Lepre

28 dicembre 2021 | 17:42

Le modifiche dell’ultima ora alla legge di Bilancio hanno introdotto per le cartelle esattoriali una proroga al 31 dicembre 2021. Scopriamo in quali casi è previsto lo slittamento dei termini e quali sono le nuove scadenze a partire dal 2022, che usufruiranno di un tempo tre volte più lungo, tanto che già chi parla di un inizio di “pace fiscale” (o almeno di una tregua più ampia).

Proroga al 31 dicembre 2021

Nel dettaglio, le cartelle esattoriali per le quali interviene la proroga al 31 dicembre 2021 (misura già ribattezzata come bonus cartelle esattoriali) sono quelle per cui i contribuenti con piani di rateizzazione decaduti prima della sospensione dell’attività di riscossione possono presentare una nuova richiesta di rateizzazione (senza l’obbligo di saldare le rate scadute del precedente piano).

Per contribuenti decaduti dai benefici della prima Rottamazione (DL n. 193/2016) e della rottamazione bis (DL n. 148/2017) interviene una nuova proroga. Entro il 31 dicembre, infatti, si potrà richiedere una nuova rateazione per le somme ancora dovute. Stesso discorso anche per i mancati pagamenti delle rate in scadenza 2019 di rottamazione ter, “Saldo e stralcio” e “Definizione agevolata delle risorse UE”.

Proroga cartelle esattoriali 2022

Cambiano intanto i termini con il nuovo anno. Per quanto riguarderà le cartelle esattoriali che saranno notificate nel primo trimestre 2022, infatti, i termini per il pagamento scadranno a 180 giorni dalla notifica. Ovvero, tre volte tanto rispetto a quelli previsti normalmente, 60 giorni dalla notifica. Entro i 180 giorni non verranno applicati né interessi e né sanzioni.

Cosa sono le cartelle esattoriali?

Le cartelle esattoriali sono degli avvisi che – recapitati al cittadino da parte dell’Agenzia delle entrate, hanno il compito di intimarlo al pronto pagamento di quanto dovuto alla Pubblica Amministrazione. La loro funzione principale, infatti, è quella di comunicare al contribuente la sua posizione “debitoria”. Posizione che egli è tenuto a risolvere, specie se in possesso di un credito ritenuto “certo, liquido ed esigibile”.

La cartella esattoriale non proviene direttamente dalla Pubblica Amministrazione ma, per tramite dell’Agenzia delle Entrate, è a tutti gli effetti in atto amministrativo. In virtù di ciò, in caso di mancato saldo del debito, si potrà procedere con le attività di pignoramento.

L’oggetto della cartella esattoriale può essere vario: tributi, imposte sui redditi, Inps, Iva, imposta di registro, tasse automobilistiche, concessioni governative, imposte ipotecarie e catastali. Anche le sanzioni amministrative non pagate – le multe stradali, per esempio – possono essere oggetto di una cartella esattoriale.

Ad occuparsi della riscossione delle somme dovute tramite le cartelle esattoriali sono l’Inps e l’Agenzia delle Entrate per tramite prima di Equitalia s.p.a, e poi per tramite di Agenza Entrate Riscossione.

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Alberto Lupini


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