Caro voli, vincono le low cost: salta il tetto ai prezzi, ma più poteri all’Antitrust
In un emendamento al decreto legge l'esecutivo elimina il tetto ai prezzi (200% del costo medio) e per limitare l'utilizzo degli algoritmi affida poteri all'Antitrust che verificherà l'eventuale iniquità del prezzo
Sul caro voli il Governo italiano torna indietro, più per paura dalle obiezioni della Commissione Europea che per le minacce, tutt’altro che velate, di Ryanair che aveva anche chiesto le dimissioni del presidente Enac per quello che la compagnia aerea low cost ha definito “falso rapporto su oligopolio, biglietti da mille euro e algoritmi inesistenti". Sta di fatto che sembra che il Governo italiano abbia deciso: salta il tetto ai prezzi sulle tariffe dinamiche per le isole, sugli algoritmi dà poteri all’Antitrust, e c'è lo stop alla profilazione degli utenti. Vediamo nel dettaglio la norma sui prezzi dei voli aerei per le isole.
Caro voli, più potere all’Antitrust
Come detto, l’emendamento, preparato dal ministero delle Imprese e del made in Italy per il decreto Asset, in questi giorni all’esame della commissione Industria del Senato, come spiegato dal Sole 24 Ore, elimina riferimenti al prezzo massimo e riconduce l’accertamento di abusi tramite «coordinamento algoritmico delle tariffe» al campo delle intese restrittive della concorrenza e dell’abuso di posizione dominante su cui vigila l’Antitrust. Tutto questo, in particolare, per non avere contestazioni dalla Commissione Ue in merito alle regole comunitarie sulla libertà tariffaria del settore.
C’è da dire, in ogni caso, che questa soluzione si collega ai poteri già esistenti dell’Antitrust anche se introduce nell’ordinamento il concetto di «coordinamento algoritmico» che «faciliti, attui o comunque monitori» un’intesa restrittiva e quello di «livello dei prezzi fissati attraverso un sistema di gestione dei ricavi» che può costituire abuso di posizione dominante.
Caro voli, “vince” Ryanair: salta il tetto ai prezzi
In ogni caso, esultano le compagnie aeree, in particolare Ryanair: cade il passaggio più controverso dell’articolo 1, fortemente contestato dalle compagnie aeree con Ryanair in testa. Nella nuova bozza non c’è più un divieto di «fissazione dinamica delle tariffe modulata in relazione al tempo della prenotazione», al ricorrere congiunto di tre condizioni: se relativa a rotte nazionali di collegamento con le isole; se applicata durante un periodo di picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato di emergenza nazionale; se ne deriva un prezzo di vendita del biglietto o dei servizi accessori del 200% superiore alla tariffa media. Queste tre condizioni restano anche nell’emendamento, ma solo come condotte delle quali l’Antitrust «può tenere conto ai fini dell’avvio del procedimento».
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Caro voli, stretta sulla profilazione degli utenti
Nella bozza resta invece la stretta sull’attività di profilazione web dell’utente o sulla tipologia dei dispositivi elettronici utilizzati per le prenotazioni, quando ciò «comporta un pregiudizio economico dell’utente». Il nuovo testo parla anzi espressamente di divieto e non solo di «pratica commerciale scorretta». Ed è confermata l’applicazione di questa disposizione a tutte le rotte nazionali, e non solo alle isole, in presenza di uno stato di emergenza nazionale o se gli spostamenti stradali o ferroviari sono impediti per eventi eccezionali.
Pubblicità dei voli, in arrivo correzione
Ci sarebbe anche un’alta modifica in arrivo al divieto, già in vigore, di pubblicizzare voli aerei con prezzi che non includano spese, tasse e altri oneri: «inevitabili e prevedibili al momento della pubblicazione dell’offerta» aggiunge l’emendamento (un esempio, tra vari, può essere il web check-in).
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Alberto Lupini
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