Caro bollette e materie prime: rincari del 110% per gli impianti da sci

Valeria Ghezzi, presidente dell’associazione di categoria, in audizione a Roma ha chiesto al Governo interventi strutturali per salvare il settore che altrimenti rischia di perdere competitività ed equilibri finanziari

14 febbraio 2022 | 12:37

La stagione sciistica quest’anno si sta svolgendo regolarmente, ma gli impiantisti sono in crisi per il fatto che l’intero inverno (2020/2021) è stato trascorso senza poter lavorare, per le restrizioni dirette e indirette causate dalle norme anti Covid.  Ne ha discusso Valeria Ghezzi, presidente di Anef (l’Associazione nazionale esercenti funiviari), in audizione a Roma presso la Quinta commissione permanente al Senato della Repubblica, in cui ha esposto le considerazioni della categoria circa il Decreto sostegni ter. Oltre alle questioni legate al Covid c’è però da considerare l’impennata delle materie prime e il caro bollette che hanno portato a un incremento delle bollette e delle materie prime che in alcuni casi arrivano al 110%. Per questo l'associazione ha chiesto al Governo interventi strutturali, oltre a quelli già erogati dal decreto sostegni.

 

Gli impianti da sci hanno ripreso a lavorare dopo un anno di fermo, ma i problemi non mancano

Intervistata da Italia a Tavola un mese fa, Valeria Ghezzi, presidente di Anef, aveva dichiarato che sicuramente questa stagione sarebbe stata migliore della precedente. Lo scorso anno infatti, gli impianti da sci erano rimasti fermi, a causa dei decreti emessi dal Governo atti a contenere il contagio da Coronavirus. Stavolta, invece, hanno riaperto, ma le problematiche per il settore non mancano. Ed è per questo che Ghezzi è andata a Roma per rivolgersi al Governo tramite un'apposita audizione, per parlare a nome di tutti i colleghi e gli adetti ai lavori, che in questa stagione stanno facendo comunque facendo fatica, a causa di diverse problematiche.

«Dopo quasi due anni di chiusura, finalmente quest’inverno gli impianti a fune hanno potuto lavorare - ha spiegato Ghezzi - Tuttavia, il Covid ha portato un significativo calo di presenze rispetto agli standard. A questo si aggiungono le tante difficoltà legate all'aumento dei costi elettrici e degli altri comparti». 

Per l’associazione che riunisce gli impianti da sci i ristori non sono sufficienti

Per Anef «I pur generosi ristori hanno fatto fronte alla spesa corrente, ma non compensano le perdite subite da marzo 2020 fino a oggi – ha ripreso la presidente del sodalizio - Il settore, dopo le chiusure, e con una stagione sciistica finalmente regolare, ma che ancora soffre delle limitazioni legate alla pandemia. Pensiamo al mancato afflusso di turisti stranieri, alle disdette cause dalle quarantene che hanno interessato interi nuclei familiari e alle restrizioni agli accessi, seppur condivisibili, come nel caso dell’adozione del Super green pass. A questo si somma l’improvviso aumento dei costi energetici e delle materie prime che in alcuni casi arrivano alche al 110% e per cui, oltre alle misure già adottate si chiedono interventi strutturali. «Servono quindi misure ad hoc per sostenere un settore che altrimenti non sarà in grado di garantire l’equilibrio finanziario e gli investimenti necessari per non perdere competitività», ha concluso Ghezzi.

 

 

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Alberto Lupini


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