Carne, vietata quella coltivata. E anche nominarla se il cibo è vegetale

Con 159 voti favorevoli, 53 contrari e 34 astenuti, approvato dalla Camera il divieto a produzione, consumo e immissione sul mercato di carne coltivata. Vietata anche la denominazione di carne per prodotti vegetali

16 novembre 2023 | 15:05
di Nicholas Reitano

Il disegno di legge del ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, sul divieto alla produzione, al consumo e all'immissione sul mercato di carne coltivata - nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali - è stato approvato dal Parlamento. Dopo un lungo confronto tra governo - con la presenza del ministro del Masaf e di Orazio Schillaci, ministro della Salute - ed opposizione durato circa tre ore, la Camera, dopo l'ok del Senato, ha dato il via libera definitivo al divieto con una votazione che ha visto 159 voti favorevoli, 53 contrari e 34 astenuti (con la maggioranza fissata a 107 voti).

Che cosa prevede la legge contro la carne coltivata?

Questo provvedimento «detta disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti sintetici. Il divieto comprende sia gli alimenti destinati al consumo umano che i mangimi destinati al consumo animale». Inoltre, «gli operatori che violeranno le disposizioni saranno soggetti alla sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 10mila euro fino ad un massimo di 60mila ovvero fino al dieci per cento del fatturato totale annuo realizzato nell'ultimo esercizio chiuso anteriormente all'accertamento della violazione, quando tale importo è superiore a euro 60mila, oltre alla confisca del prodotto illecito. Tra gli alimenti sintetici - si legge - quello su cui si è concentrata maggiormente la ricerca e la produzione è la carne che è il risultato di un processo di coltivazione cellulare operata in laboratorio su cellule animali staminali».

No alla carne coltivata, Lollobrigida: «Vogliamo convincere l'Ue a fare la stessa scelta»

«Noi in Europa vorremmo convincere le nazioni a fare la scelta dell'Italia - ha commentato il ministro Lollobrigida. Spero che il Parlamento europeo sia più forte e più compatto. E spero di riuscire nella battaglia di avanguardia, come è già avvenuto in passato con gli Ogm. In Agrifish (Consiglio "Agricoltura e pesca" dell'Ue) abbiamo già presentato la nostra proposta, affinché le altre nazioni possano riflettere e discuterne nei loro parlamenti» ha aggiunto Lollobrigida, che poi ha presentato i dati di chi è contrario alla commercializzazione della carne coltivata: «Ricordo che venti regioni e 3mila comuni sono contrari all'immissione di carne sintetica sul mercato».

E poi la chiusura: «Possiamo provare a lavorare insieme alla comunità scientifica sul tema della ricerca e della coltivazione, ma non a quella legata al mondo del cibo. L'intenzione - ha precisato - è quella di rispettare il principio europeo, ma bisogna valutare anche le opinioni di tecnici e ricercatori per tutela della salute dei nostri cittadini».

Il no alla carne coltivata e il rischio di escludere l'Italia dal futuro dell'agroalimentare

Come riferito dagli esponenti della minoranza - come il Movimento 5 Stelle, +Europa (da segnalare uno scontro fisico tra i due deputati, Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, con il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, fuori da Palazzo Chigi) e Alleanza Verdi-Sinistra - questo divieto potrebbe escludere, però, l'Italia da una parte significativa del futuro dell'agroalimentare e dell'industria. Una posizione che è stata condivisa anche dal presidente dell'Unione coltivatori italiani (Uci), Mario Serpillo: «La carne coltivata potrebbe giocare un ruolo fondamentale nel futuro del settore agroalimentare, analogamente alle sementi attualmente in fase di studio per contrastare i cambiamenti climatici e individuare nuovi modelli di pratiche colturali mirate al miglioramento genetico delle varietà. Questo non implica perdere le nostre tradizioni, anzi, dobbiamo preservarle e promuoverle».

Il presidente dell'Uci ha poi ribadito la necessità di abbracciare il cambiamento e di trovare soluzioni che consentano al settore di evolversi senza compromettere le radici culturali e gastronomiche dell'Italia. «Anziché ostacolare il progresso, è essenziale trovare una formula di equilibrio tra la nostra ricca tradizione agroalimentare e l'innovazione. Dobbiamo essere aperti all'innovazione e alle opportunità che la carne sintetica può offrire in termini di sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare. Al contempo, - conclude Serpillo - dobbiamo garantire che le nostre tradizioni agroalimentari siano salvaguardate e valorizzate».

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Alberto Lupini


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