“Carne” vegetale, i benefici: meno rischi di tumori e malattie cardiovascolari

Il report di Good Food Institute Europe evidenzia come la “carne” vegetale costituisca una ricca fonte di fibre e proteine, presentando anche una quantità di grassi saturi inferiore rispetto ai prodotti di origine animale

30 novembre 2023 | 16:35

Un nuovo report pubblicato dal Good Food Institute Europe ha esaminato la qualità nutrizionale della carne vegetale - i cosiddetti prodotti plant-based - e come questa possa diventare una preziosa alleata della salute pubblica, in Italia e in Europa. Frutto di un'attenta revisione della letteratura scientifica esistente, in collaborazione con esperti di salute e scienziati alimentari, il report mette in evidenza come la carne vegetale costituisca una fonte significativa di fibre e proteine, presentando al contempo una quantità di grassi saturi notevolmente inferiore rispetto ai prodotti di origine animale.

I benefici della “carne” vegetale secondo lo studio Good Food Institute Europe

Gli studi preliminari suggeriscono che sostituire prodotti a base di carne convenzionale con i loro "equivalenti" vegetali potrebbe:

  • Ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, la principale causa di morte in Europa.
  • Ridurre il rischio di cancro all'intestino, la seconda causa di morte per cancro in Europa.
  • Migliorare la salute dell'intestino.
  • Aiutare a mantenere un peso ottimale.

Gli italiani consumano troppi pochi alimenti vegetali

L'analisi esamina anche gli ultimi progressi relativi allo sviluppo di prodotti di nuova generazione. L'aggiunta di micronutrienti essenziali, come la vitamina B12 e il ferro, carenti in molte diete europee, nonché l'applicazione di nuove tecniche di produzione, potrebbero migliorare ulteriormente i benefici nutrizionali dei prodotti a base di proteine vegetali. Nonostante l'Italia sia considerata la patria della dieta mediterranea, l'indagine sui consumi alimentari realizzata dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) ha rivelato che gli italiani consumano troppi pochi alimenti vegetali (soprattutto frutta, verdura e legumi).

Tra la carne convenzionale, la carne processata, il cui consumo è associato a un aumento del rischio di malattie cardiache del 18% secondo uno degli studi più ampi condotti in proposito, emerge come la tipologia più consumata (59%).

La “carne” di origine vegetale è una scelta più sana ed ecologica?

Roberta Alessandrini, PhD, membro della Physicians Association for Nutrition, che ha partecipato alla revisione, ha dichiarato: «Per tutti i consumatori che hanno a cuore la propria salute e quella del pianeta, sostituire le carni lavorate convenzionali con carni di origine vegetale è una scelta più sana ed ecologica, oltre che facile e veloce. Molti consumatori associano i prodotti a base di carne vegetale agli alimenti ultra-lavorati, ma c'è meno consapevolezza del fatto che anche molti prodotti a base di carne convenzionale, come salsicce e salumi, rientrano in questa categoria. Sappiamo con certezza che le carni lavorate convenzionali aumentano il rischio di cancro all'intestino e possono nuocere alla salute perché sono ricche di sale, grassi saturi e calorie, mentre la carne vegetale è ricca di fibra alimentare, ha un basso contenuto di grassi saturi e non si associa a un rischio aumentato di qualche particolare malattia».

L'Italia vieta il "meat sounding": è una scelta sbagliata?

Seren Kell, Senior Science & Technology Manager presso il Good Food Institute Europe, ha aggiunto: «La carne prodotta dalle proteine vegetali consente alle persone di continuare ad apprezzare un gusto familiare, migliorando al contempo la qualità nutrizionale della propria dieta, e può anche contribuire ad affrontare le sfide della salute pubblica, come la resistenza agli antibiotici, il cambiamento climatico e il rischio di pandemie. Per trarre questi benefici, le istituzioni e le aziende dovrebbero investire nello sviluppo di una gamma più ampia di prodotti deliziosi e nutrienti che si adattino a diete sane ed equilibrate, e comunicare meglio i benefici per la salute ai consumatori». A novembre, però, il parlamento italiano ha approvato una proposta di legge governativa che vieta il "meat sounding", ovvero l'utilizzo di termini come “salame” o “bistecca” per le carni vegetali. Secondo il Good Food Institute Europe la misura danneggia direttamente le aziende italiane che realizzano prodotti a base di proteine vegetali, consumati regolarmente da un italiano su due. I dati di NielsenIQ rivelano che l'Italia è il terzo mercato europeo per i prodotti a base vegetale, con un aumento delle vendite del 21% tra il 2020 e il 2022 e un giro d'affari che supera i 600 milioni di euro.

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Alberto Lupini


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