Campania Felix in Florida con mozzarella di Bufala Dop e vini cilentani
Il 21 gennaio nella Wine Society di Tarpon Springs in Tampa Bay si è tenuto l'evento Campania Felix. Protagonisti la Mozzarella di Bufala Campana Dop e tre vini dell'azienda vitivinicola San Salvatore 1988
Il ciclo di eventi dedicato alle eccellenze agroalimentari del nostro Made in Italy prosegue in Florida (Usa) nell’accogliente Wine Society di Tarpon Springs in Tampa Bay, dove lo scorso sabato, 21 gennaio, si è tenuto l'evento Campania Felix. A sostanziarlo la Mozzarella di Bufala Campana Dop e tre vini dell'azienda vitivinicola San Salvatore 1988. Approccio conviviale, in ottica edutainment ma di certo non cattedratico; atmosfera briosa. Coinvolgimento dei numerosi Italian food & wine lovers presenti all'evento in numero ben superiore rispetto alle previsioni con l'insorgere della necessità last minute di ampliare il site attrezzato per l'occasione.
Mozzarella di Bufala protagonista
Si racconta la Mozzarella di Bufala. Si racconta la sua origine a partire dall'arrivo delle bufale in Italia. E la "mozza", cosa ha significato la "mozza" per il sostentamento dei pellegrini e cosa è stato poi il mercato di consumo, il suo sviluppo. In breve, come si fa la mozzarella, dove si fa e quali sono i modi corretti di consumarla. Poi, quando già la si degustava, la si apprezzava e c'era gioco nei calici, si è parlato di abbinamenti e di eventuali utilizzi in cucina. Perché "eventuali"? Perché, nessuno ce ne voglia, né chef e né pizzaioli, ma come è buona mangiata tal quale, freschissima, condita al più con un filino d'olio evo e guarnita con una fogliolina di basilico fresco… ecco, non v'è n'è l'uguale!
Trovato “l’esperto” americano
Approccio edutainment si diceva, con attivo ed entusiasta coinvolgimento dei numerosi Italian food&wine lovers. Dopo la conversazione (nessuno ardisca a chiamarla lezione!), si abilita un questionario precedente approntato su Telegram. Tredici domande a risposta multipla. Siccome nella conversazione (di non definirla lezione si è già detto) si è illustrato che i formaggi, tutti i formaggi Dop, hanno certezza di madre (l'animale dal quale proviene il latte) certezza di padre (l'area di produzione) e certezza di età (si contano i giorni, i mesi, gli anni prima dell'immissione al consumo) e dopo avere quindi spiegato che parliamo di bufala, parliamo di Campania e parliamo di pochi giorni (azzarderemmo, per happy few, addirittura di poche ore!), alcune domande vertevano proprio su queste nozioni di base.
Risposte da smartphone, data collection e verdetto immediato. C'è un vincitore, anzi una vincitrice, con percorso netto: 13 risposte esatte su 13 domande. È Ms. Johanne Graham, nata nel Connecticut, floridiana di adozione, lavora nel finance sector. Johanne si aggiudica "Nunziatella" un pregevole e funzionale set per mozzarella composto da originale contenitore salvafreschezza in resina termoplastica, bianco e mestolo forato in acciaio inossidabile by Alessi, gentile omaggio del Consorzio di tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop alla vincitrice.
L’abbinamento con i vini
Anche parlando dei vini, l'approccio è edutainment. Da quali uve, in quale territorio, tecniche e modalità di affinamento; degustazione guidata con immediato coinvolgimento per individuare colore e profumi prima del sorso.
Le uve fiano e aglianico, il magico Cilento, meta ancora poco conosciuta agli statunitensi. La degustazione guidata della Mozzarella ha visto in abbinamento il bianco Trentenare Igp Paestum Fiano 2021 fatto da San Salvatore 1988 con sole uve fiano. Abbinamento pressoché perfetto con la Mozzarella degustata tal quale. Accortamente ricolmiamo i calici con il Trentenare. Un motivo c'è. In arrivo la Mozzarella in carrozza, anch'essa graditissima. E in altro appropriato calice, il secondo vino: il Vetere Igp Paestum Rosato 2021 fatto da San Salvatore con sole uve aglianico. Coinvolgimento ancora maggiore onde comprendere, abbordabile la spiegazione, come si fa il vino rosato.
Dunque, due piattini a testa, uno con la Mozzarella tal quale e l'altro con la mozzarella in carrozza. Due calici a testa, uno con il Trentenare e l'altro con il Vetere. Abbinamenti guidati: il Trentenare con la tal quale e il Vetere con la "carrozza". E adesso che si faccia incrocio e non si abbia reverenza alcuna nell'esprimere la propria schietta opinione. L'abbinamento canonico, definiamolo convenzionalmente così, riscuote il 70% dei consensi; ben il 30% si esprime (per alzata di mano) per il Vetere quale migliore abbinamento sia per la tal quale che per la "carrozza".
Al gioco si prende gusto e allora lo facciamo proseguire introducendo spiedini di gamberi floridiani alla griglia. A giocarsela il Vetere con il rosso Jungano Igp Paestum Aglianico 2017 con sole uve aglianico. Qui si racconta dell'affinamento per 12 mesi, 40% barriques in rovere francese di secondo passaggio, 40% in botte da 25 hl e 20% serbatoi di acciaio.
Percentuale praticamente identica: il 70% gradisce il Vetere, il 30% preferisce che ai gamberi floridiani grigliati si abbini il rosso Jungano.Coinvolgimento pieno dei partecipanti. Il calice di Jungano vive protagonismo pieno con abbinamento di elezione: Cheddar stagionato ben 3 anni, pressoché introvabile, eppure lo si è trovato! Lo si degusta rigorosamente in approccio finger food dacché anche le dita devono insaporirsi!
Spunti per conquistare il mercato Usa
Quanti spunti di riflessione per gli addetti ai lavori, dopo questo Campania Felix a cui è arriso vistoso successo, in merito al mercato Usa. In sintesi.
- Target: gli end user, Italian food & wine lovers. Approccio quindi volto ad innescare il sell-out a ché il sell-in non indugi nel proporre il vero made in Italy, l'alta qualità.
- Edutainment e non cattedra: atmosfera briosa senza cedimenti al rigore informativo ma no masterclass!
- Glocal: nessuna barriera all'ingresso, bensì facilitazioni per il made in Usa quando ciò comporta ampliare le occasioni di consumo, fino a farle tendere al quotidiano in ambito domestico, e non tenere in considerazione food & wine di alta qualità made in Italy sono nel fuori casa al ristorante.
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Alberto Lupini